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Redazione
Roma – Si apre una crisi tra il Comune di Roma e la Comunità ebraica di Roma a causa della questione degli urtisti. Ad affermarlo è la presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, che ha partecipato alla manifestazione degli urtisti in piazza del Campidoglio. "Quando le promesse non vengono mantenute creano delle situazioni di disagio di fronte alle quali è evidente che noi non possiamo rimanere insensibili tanto meno inermi. Una crisi c'é, è innegabile, altrimenti non staremmo qua.
E' la prima volta nella storia della comunità – ha detto la presidente della Comunità ebraica – che manifestiamo in questa maniera accanto a una categoria sotto la sede dell'amministrazione. Mai ci saremmo immaginati di doverlo fare. Il nostro percorso è stato sempre a disposizione delle istituzioni, sinergico con le istituzioni e con la città. Oggi questo ci è impedito". "Scendere oggi in piazza al fianco di questa categoria che ha promosso questa manifestazione era per noi assolutamente doveroso – ha aggiunto Dureghello – La maggior parte delle famiglie degli urtisti titolari delle licenze storiche sono membri della comunità oltre il 99%. Queste famiglie stanno chiedendo di poter lavorare come gli e' stato assicurato e garantito dal sindaco in primis e dall'amministrazione. Garanzia che e' stata data anche a noi che siamo stati coinvolti perché abbiamo chiaramente ribadito la necessità del lavoro dignitoso delle persone anche perche' l'amministrazione ci ha chiesto di garantire un esito positivo delle trattative che erano in corso. Queste promesse non hanno avuto riscontro, gli incontri previsti per definire in maniera netta e conclusiva la vicenda permettendo a queste persone di tornare a lavorare ad oggi sono stati tutti rimandati compreso quello odierno. Non e' possibile tollerare una situazione del genere. Noi come comunita' ci stiamo facendo carico di queste famiglie in senso sociale attraverso i nostri organi assistenziali ma questo non e' quello che possiamo continuare a fare. Da cittadini e da rappresentanti della comunita' storica dobbiamo rivendicare il diritto di tutti a poter lavorare e soprattutto l'esigenza di una fiducia concreta nei confronti delle istituzioni, fiducia che oggi mi sento di non poter dichiarare ancora di avere".
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