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di Angelo Barraco
Roma – La vicenda giudiziaria che ha coinvolto il noto pugile dei pesi medio-massimi Mirco Ricci, noto con il nome di The Predator, la madre, la sorella e la vicina di casa, accusati del sequestro di un bambino di 9 anni, che abita nello stesso residence in Via di Val Cannuta ha trovato riscontri oggettivi che dimostrano la loro innocenza. Infatti tutto l’impianto accusatorio è crollato come un castello di carta dopo un interrogatorio fiume che il gip Amoroso ha fatto al bambino. Quest’ultimo ha confessato “Non sono stato rapito da Mirco Ricci, il pugile, il mio idolo. Sono rimasto a casa di alcuni vicini e di una zia. E mi hanno portato pure nel parco. E' stata mia madre a suggerirmi quello che dovevo dire. E' stata lei a farmi parlare di rapimento. Mamma mi ha detto quello dovevo riferire”. Ha proseguito dicendo “Me lo ha detto appena sono rimasto solo con lei e prima di essere sentito dai giudici. All'inizio ho detto delle bugie. Non sono mai stato prigioniero. In quei due giorni, lontano da mia madre, ho giocato con i bambini del palazzo, sono stato in cortile e pure in palestra”. Ha concluso “Non è stato Mirco Ricci a picchiare la mamma”. Una vicenda torbida che inizia nel mese di aprile, quando la madre del piccolo si presenta presso la Squadra Mobile fa denuncia il sequestro del figlio che sarebbe avvenuto a scopo di estorsione. La donna fa il nome di The Predator. Secondo una prima ricostruzione, il piccolo sarebbe stato sequestrato perché la donna avrebbe sottratto sostanze stupefacenti al Ricci per un valore di 5.150,00 euro. Le indagini appurano che il piccolo si trovava contro la sua volontà in Via di Val Cannuta all’Aurelio. Il piccolo è stato trovato in un appartamento a seguito di tre perquisizioni e gli inquirenti provvedono immediatamente all’arresto dei soggetti sopracitati.
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