Connect with us

Roma

ROMA: IL 3 NOVEMBRE A MONTECITORIO SCIOPERO NAZIONALE PROCLAMATO DA NURSIND, IL PERSONALE DEL COMPARTO SANITARIO DICE BASTA

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

Il NurSind, il Sindacato delle Professioni Infermieristiche, ha preso atto del fallito tentativo di conciliazione esperito in data 29 settembre 2014 presso il Ministero del Lavoro, e si augura che i cittadini comincino ad capire che presto non troveranno i servizi all’altezza delle aspettative e si troveranno a pagare di tasca propria l’assistenza infermieristica che lo Stato non è in grado di garantire

di Cinzia Marchegiani

Roma- Venti di sciopero si stanno alzando dopo le trattative con un governo sordo ai diritti vilipesi che continua a marciare a testa china. L’inizio della settimana di Novembre vede scendere in piazza Montecitorio davanti al parlamento, il personale del comparto del Servizio Nazionale, guidati dal sindacato NurSInd, che lancia l’allarme sul mancato finanziamento della contrattazione nazionale e aziendale che sta mettendo in ginocchio il personale:” Chiederemo agli infermieri di non inginocchiarsi e scendere a manifestare il loro disagio nelle piazze”.

Il Dr Andrea Bottega, Segretario nazionale Nursind, con una nota trasmessa a tutte le istituzioni e autorità del governo informa che, in seguito al fallimentare tentativo di conciliazione esperito in data 29 settembre 2014 presso il Ministero del Lavoro, lo Sciopero Nazionale di tutto il personale del Comparto Sanità dipendente del Servizio Sanitario Nazionale di 24 ore per il giorno lunedì 3 novembre 2014. Le motivazioni alla base della proclamazione, sono essenzialmente correlate al perdurare del blocco della contrattazione nazionale e del trattamento economico individuale, e in particolare viene messo in evidenza cinque punti cardine: 
1. il perdurare del blocco del trattamento economico del personale del SSN previsto dal DL 78/2010 convertito nella legge122/2010, con il conseguente blocco contrattuale e il taglio dei fondi della contrattazione integrativa;
2. il mancato rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il comparto
sanità;
3. il permanere della crisi occupazionale infermieristica che vede circa 30.000 infermieri non occupati e il sovraccarico di lavoro che la categoria sopporta per il perdurare del blocco del turn over, il mancato ricambio generazionale per la riforma pensionistica, l’invecchiamento e l’usura del personale;
4. lo stato di demansionamento in cui versa il personale infermieristico chiamato a coprire nel sistema le carenze di altre figure e del personale di supporto;
5. l’impossibilità di valorizzare qualsiasi percorso di carriera per la professione
infermieristica a livello nazionale e aziendale.

Lo spirito delle rivendicazioni, viene spiegato nella nota, è quello del superamento di tali criticità nell’interesse comune degli infermieri italiani e dello Stato che deve assicurare la risposta ai bisogni di salute dei cittadini:”La nostra azione di sensibilizzazione delle forze politiche, istituzionali e sociali ha lo scopo di far riconoscere adeguatamente il ruolo centrale dei professionisti che lavorano nella sanità e degli infermieri del Sistema Sanitario Nazionale, senza i quali non è pensabile qualsiasi organizzazione sanitaria o piano assistenziale. Il fine ultimo è quello di poter dare un sempre migliore servizio ai cittadini garantendo la sicurezza di un bene tutelato costituzionalmente sia all’utente che al professionista.”

Il mondo della sanità, come ogni settore pubblico, sembra essere diventato una cassa a riscossione diretta dove gli attuali punti critici del sistema che condizionano il diritto del cittadino alla ricezione di prestazioni sanitarie adeguate in termini di qualità (assistenziale) e non solo in quantità (economica) fanno leva sulla svalorizzazione anche economica e di carriera delle risorse umane, dotazioni organiche (sblocco del turn over) e organizzazione del lavoro.
Venti di sciopero importanti e seri sono in programmazione dalla prima settimana di questo mese che investiranno tutto lo stivale, e che fotografano purtroppo quell’involuzione dei diritti non solo dei lavoratori, ma degli stessi utenti che diventano l’anello di una catena surreale e anacronistica che stringe e soffoca gli stessi italiani. Una società in crisi, che evidentemente nessuno è in grado di gestire perché parti ormai di un Nuovo Ordine Mondiale. In fondo José Manuel Durão Barroso, ex Presidente della Commissione Europea il 21 settembre 2014 in un lunghissimo discorso rivolto agli studenti della Yale School of Management, lo ha detto senza veli, l’ Europa…parte integrante nel Nuovo Ordine Mondiale necessario per il miglioramento rispetto alle evoluzioni che si sono affrontate di recente:” Noi, gli europei, siamo in grado di affrontare queste sfide solo se è veramente unita, in Europa e verso il resto del mondo. Ci può essere solo un blocco di costruzione del nuovo ordine mondiale se siamo, in un certo numero di aspetti vitali, veramente un blocco – coordinato, costruttivo e coerente. Non vi è alcun dubbio su di esso. La nostra coerenza interna e rilevanza internazionale sono indissolubilmente legate. La nostra attrazione economica e la trazione geopolitico sono anche fondamentalmente legate.” Il nuovo ordine mondiale, un acclarato un meccanismo finanziario in atto, sta cambiando e tessendo cambiamenti gravi, e il fatto che tutti, nessuno escluso, si senta preso ostaggio da queste imposizioni dettate da concordati è solo la punta dell’icerberg di questo cambiamento.

Domani scenderanno in piazza Montecitorio il comparto del Servizio Sanitario Nazionale, il Segretario Nazionale NurSind, il dr Andrea Bottega lo spiegava pubblicamente: “Sappiamo che il governo se ne farà una ragione della nostra manifestazione, speriamo che i cittadini se ne facciano altrettanta quando non troveranno i servizi all’altezza delle aspettative e quando si troveranno a pagare di tasca propria l’assistenza infermieristica che lo Stato non è in grado di garantire. Gli infermieri da anni provati dal blocco del turn over e delle retribuzioni (che non recupereranno più per tutta la loro vita!) hanno buone ragioni per limitarsi a quanto si sentono di garantire dando priorità alle attività di maggiore responsabilità.”

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

Continua a leggere

Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

Continua a leggere

Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti