Roma
Roma, i Solisti Aquilani aprono con Sibelius
Tempo di lettura 7 minutiGiovedì 16 febbraio al Teatro Argentina (ore 21) presentano, come loro tradizione, un programma aperto ai repertori più diversi
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8 anni agoon
di Gianfranco Nitti
ROMA – Ritorna alla Filarmonica Romana, in una veste rinnovata, uno degli ensemble italiani più celebri della seconda metà del Novecento, prossima a festeggiare nel 2018 i primi cinquant’anni di un notevole percorso artistico. Si tratta de I Solisti Aquilani, formazione nata nel 1968 sotto la guida di Vittorio Antonelli, che giovedì 16 febbraio al Teatro Argentina (ore 21) presentano, come loro tradizione, un programma aperto ai repertori più diversi, passando, in questo caso, dalla Serenata op. 48 per archi di Čajkovskij, fino alla prima esecuzione assoluta di La follia per viola d’amore e orchestra d’archi composta da Mauro Cardi, avvalendosi di tre validi solisti come il violista Luca Sanzò, il pianista Alessandro De Luca e Andrea Di Mario alla tromba.
Dalla musica barocca alla contemporanea, con particolare riguardo ai compositori italiani, senza trascurare interessanti incursioni nel teatro d’opera, I Solisti Aquilani hanno suonato in oltre mezzo secolo di attività nelle sale più famose al mondo, protagonisti di numerose tournée dall’Europa all’Estremo Oriente, a fianco di artisti di primo livello (passando da Renato Bruson fino a Dee Dee Bridgewater) con originali progetti che hanno coinvolto recentemente il giornalista e storico Paolo Mieli e il matematico Piergiorgio Odifreddi.
Per il loro ritorno alla Filarmonica, I Solisti hanno scelto un programma che si aprirà con l’Andante festivo di Jean Sibelius, pagina di grande intensità espressiva, dall’atmosfera di profonda spiritualità, alla scrittura venata di umorismo e invenzioni motiviche esilaranti del Concerto n. 1 per pianoforte, tromba e archi op. 35 di Šostakovič, fino alla Serenata in do maggiore per orchestra d’archi op. 48 di Čajkovskij, con il suo celebre Valse del terzo movimento, composizione che riflette la sconfinata venerazione dell’autore per lo stile del tardo XVIII secolo, con rimandi mozartiani e dal carattere sereno e disimpegnato. Ad impreziosire la serata la prima assoluta di “La Follia” per viola (con viola d’amore) e orchestra archi di Mauro Cardi, compositore presente nei principali festival e rassegne in Italia e all’estero, dedito in particolare all’informatica musicale e a lavori elettroacustici. E’ lui stesso a introdurci al suo nuovo pezzo: “La Follia è uno di quei temi la cui origine si perde nella notte dei tempi, spingendoci a ritroso, in Portogallo, almeno fino al XV secolo, per arrivare fino ai nostri giorni, dopo aver attraversato tutta la storia della musica, con centinaia di versioni e variazioni sul tema. Nel mio lavoro il riferimento è soprattutto alle versioni della Follia date da Marin Marais nelle Variazioni “Les Folies d’Espagne” e da Georg Friedrich Händel nella Sarabanda dalla Suite in re minore. Sul tema della Follia si reggono alcune campate che sostengono il pezzo, strutture di otto misure, o multipli, in cui spesso il frammento diviene un materiale che si dispone anche verticalmente, arrestando il flusso melodico-armonico, raggelandolo in cluster, diatonici, o creando scie sonore che prolungano la memoria tematica e che conducono lentamente l’ascolto altrove, pur evocando un’illusoria caleidoscopica staticità. Dalla Follia diventa poco alla volta impossibile liberarsi, questa è l’esperienza che ne ho fatto. C’è infatti una forma ossessiva nel tema che attraversa tutto il pezzo, una follia lucida, straniante, ipnotica nel suo ruotare sempre intorno a se stessa. Nomen omen. La viola d’amore è accordata in maniera tradizionale (la re la re fa la re), mentre le sette corde di simpatia contengono anche due note eccentriche, mi bemolle e si bemolle”.
L’apertura con un lavoro del grande compositore finlandese Sibelius si può considerare anche un omaggio alle celebrazioni previste anche in Italia per il centenario dell’indipendenza del paese nordico: Il 25° anniversario della fondazione di impianto metallurgico a Säynätsalo, Finlandia, offrì a Jean Sibelius lo spunto per la composizione di un breve lavoro che, inizialmente concepito per quartetto d’archi, fu pubblicato nel 1924 ed ebbe in seguito l’onore di rappresentare la Finlandia all’Esposizione Universale di New York nel 1939 e di inaugurare più tardi l’annuale Festival Sibelius a Helsinki. La sua registrazione rappresenta l'unico documento sonoro giunto a noi del Sibelius direttore ed è frutto di una sola prova. Il brano è costituito sull’alternanza di due temi contrastanti. Il primo, costituito da accordi omoritmici, fornisce al lavoro l’impronta di inno religioso, cui si contrappone il secondo tema, cantabile e lirico che stempera ogni magniloquenza e sfiora un’atmosfera intimistica. Quest’ultima in verità ci rivela un Sibelius che, pur in questi lavori celebrativi, non dimentica la sfera privata e soggettiva, dimostrando la sua concezione antiretorica del carattere festivo indicato nel titolo.
La Filarmionica Romana porta al Teatro Argentina la grande tradizione musicale europea, con l’idea di rinnovare il profondo legame che da sempre accomuna la musica e il teatro. Il concerto si inserisce nell’ambito della rassegna “La musica da camera dal barocco al contemporaneo” sostenuta dalla Regione Lazio – Assessorato alla Cultura e Politiche giovanili.
Info: www.filarmonicaromana.org
TEATRO ARGENTINA
giovedì 16 febbraio ore 21
I SOLISTI AQUILANI
Luca Sanzò viola e viola d’amore
Alessandro De Luca pianoforte
Andrea Di Mario tromba
I Solisti Aquilani
Jean Sibelius (1865-1957)
Andante festivo
Mauro Cardi (1955)
La Follia
per viola (con viola d’amore) e orchestra archi (2017)*
* prima esecuzione assoluta
Dmitrij Šostakovič (1906-1975)
Concerto n. 1 in do minore per pianoforte, tromba e archi op. 35
Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840-1893)
Serenata in do maggiore per orchestra d’archi op. 48
……………………………………………….
Luca Sanzò
Allievo di Bruno Giuranna, ha suonato nelle maggiori sale del mondo, come solista e con i migliori musicisti. Collabora stabilmente con importanti gruppi specializzati nella musica del Novecento come il Parco della Musica Contemporanea Ensemble e il gruppo FREON. È membro fondatore del Quartetto Michelangelo, con il quale effettua concerti in Europa e America. Ha collaborato, inoltre, in qualità di prima viola solista, con svariate orchestre liriche, sinfoniche e da camera, fra cui quella del Teatro dell’Opera di Roma, del Teatro Lirico di Cagliari e Concerto Italiano, gruppo con il quale ha approfondito la conoscenza per una esecuzione filologicamente consapevole della musica barocca, attraverso l’utilizzo di strumenti originali.
È molto attento alla produzione e alla diffusione della nuova musica, della quale è un apprezzato esecutore; molti compositori italiani lo hanno eletto dedicatario e interprete di riferimento dei propri lavori. Ha inciso, fra l’altro, Violasola di Goffredo Petrassi.
Nel 2004 ha debuttato alla Staatsoper di Stuttgart per il Forum Neues Musiktheater, in qualità di viola solista, per l’opera Last Desire di Lucia Ronchetti. Ha al suo attivo la partecipazione a importanti festival di musica elettroacustica come quello di Bourges (2006), Emufest di Roma (2008 e 2010), Musicacoustica di Pechino (2009), Monaco Electroacustique (2011).
Ha inciso per Nuova Era, Bottega Discantica, BMG Ricordi, Opus 111, Tactus, EDI-PAN, Stradivarius, Naïve, Chandos e Naxos. Per Ricordi ha pubblicato una revisione dei 41 Capricci di Campagnoli per viola sola.
È docente di viola presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma.
Suona una viola Igino Sderci del 1956 e la viola Pietro Gaggini 1977 appartenuta a Luciano Vicari.
Alessandro De Luca
Allievo di Lydia Assenza, Rodolfo Caporali e Alexis Weissenberg, è uno dei più rappresentativi pianisti italiani della sua generazione, ospite delle più prestigiose istituzioni musicali in Italia (Teatro La Fenice di Venezia, Teatro San Carlo di Napoli, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Piccola Scala di Milano, Festival dei Due Mondi di Spoleto, Accademia Filarmonica Romana, Sagra Musicale Umbra) e all’estero, dove ha effettuato tournée nelle principali città europee. Come solista ha suonato con orchestre quali la Pittsburgh Symphony, la Bayerischer Rundfunk, la Filarmonica di Kiev, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra della RAI di Roma, etc., sotto la guida di Maazel, Prêtre, Frühbeck de Burgos, Gavazzeni, Maag, Mannino, Hager, Roberto Abbado. Nel corso di una recente tournée in Spagna con l’Orchestra Nazionale della Russia, ha suonato il Secondo concerto di Rachmaninov per il re Juan Carlos e la regina Sofia, conseguendo un grande successo. È stato più volte ospite del Progetto Martha Argerich, nell’ambito del quale ha tenuto un recital al Lugano Festival nel 2011. Invitato a tenere concerti radiofonici e televisivi, ha suonato fra l’altro per la RAI, la Bayerischer Rundfunk, la Radio Nazionale di Spagna, la radio e tv di Lituania, etc. Ha inciso per Fonit-Cetra, EDI-PAN, Excelsior, Polyart.
È titolare della cattedra di pianoforte al Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila. È direttore artistico, insieme a Pietro Bria, della stagione “I Concerti del Mercoledì” all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma, ed è promotore di “Giovani artisti per l’Ospedale” che dal 2000 organizza concerti degli allievi dei Conservatori per i pazienti del Policlinico Gemelli, iniziativa che ha ricevuto il prestigioso “Premio Abbiati”.
Andrea Di Mario
Nato a Roma nel 1966, ha studiato la tromba con suo padre, prima di compiere gli studi al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, dove si è diplomato nel 1986 con Gastone Franchi. Si è poi perfezionato ai corsi liberi di specializzazione dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con Mark Bennett e Anthony Plog. Ha vinto concorsi e audizioni nazionali. Ha collaborato con le maggiori orchestre italiane, tra cui l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Teatro dell’Opera di Roma, la RAI, diretto da maestri di fama mondiale. Ha svolto intensa attività con ensemble di ottoni, tra cui il GIDO (Gruppo Italiano di Ottoni), di cui è stato socio fondatore, il Quintetto Ottoni di Roma, con cui ha tenuto concerti anche al Carnegie Hall di New York; attualmente è ospite del Roma Brass Quintet e collabora con il Parco della Musica Contemporanea Ensemble. Ha collaborato con Morricone, Bacalov, Mazzocchetti, Ortolani, Lucantoni, Siliotto, Piersanti, Buonvino e Piovani. Con il gruppo strumentale Musica d’oggi e l’Ensemble in Canto, ha eseguito numerose prime esecuzioni di Arcangeli, Barattello, Betta, D’Amico, Manzoni, Panni, Sinopoli, Vlad, Rendine, Bosco, Esposito, Moretti e altri. Suona in duo con Gabriele Catalucci (tastiere storiche), con cui ha fondato l’ensemble Girolamo Fantini (già Les Trompettes des Plaisirs).
È titolare dal 1990 della cattedra di Tromba moderna e barocca presso l’Istituto superiore di Studi Musicali “G. Briccialdi” di Terni.
I Solisti Aquilani
Si costituiscono nel 1968 sotto la guida di Vittorio Antonellini. Hanno un repertorio che abbraccia le più diverse epoche musicali, da quella pre-barocca alla musica contemporanea, con particolare riguardo ai compositori italiani, senza trascurare interessanti incursioni nel teatro d’opera. Per il livello delle esecuzioni, l’alto numero dei concerti effettuati, l’ampio repertorio, la vasta dislocazione dei centri raggiunti e l’unanime consenso di pubblico e di critica, I Solisti Aquilani hanno conquistato una precisa posizione nel quadro delle più prestigiose formazioni cameristiche internazionali.
Protagonisti di numerose tournée in Italia e all’estero, sono ospiti delle più prestigiose istituzioni musicali e sale da concerto di tutta Europa, Centro e Sud America, Stati Uniti, Canada, Egitto, Giappone, Kazakhstan, Libano, Tunisia e Turchia. Importanti le collaborazioni con i grandi musicisti, fra cui Paul Badura Skoda, Franco Mannino, Renato Bruson, Michele Campanella, Cecilia Gasdia, Severino Gazzelloni, David Geringas, Flavio Emilio Scogna, Stefan Milenkovic, Uto Ughi, etc. Negli ultimi tre anni hanno suonato, fra gli altri, con Roberto Prosseda, Gabriele Pieranunzi, Ramin Bahrami, Dee Dee Bridgewater, Danilo Rea, Fabrizio Bosso, Bruno Canino, Salvatore Accardo, Luis Bacalov, Giovanni Sollima, Evelyn Glennie, Nuova Compagnia di Canto Popolare e realizzato importanti progetti con Peter Eötvös, Lars Thoresen, Carla Fracci, Paolo Mieli, Piergiorgio Odifreddi, Walter Veltroni. Nel 2015 sono stati diretti dal compositore e direttore d’orchestra polacco Krzysztof Penderecki; nello stesso anno hanno collaborato come orchestra in residence dell’Emilia Romagna Festival e hanno eseguito l’integrale dei Concerti Brandeburghesi di Bach al Ravello Festival. Nell’aprile 2016 hanno tenuto un concerto, in diretta su Radio3 RAI nella Cappella Paolina del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica. Il 20 ottobre scorso hanno suonato alla Kammermusiksaal Philharmonie di Berlino. Numerose infine le incisioni discografiche e le registrazioni per radio e tv in Italia, America, Germania, Giappone, Spagna e Svizzera.
Dal 2013 la direzione artistica è affidata a Maurizio Cocciolito. Daniele Orlando è il violino di spalla.
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