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di Angelo Barraco
Roma – Non si arrestano i flussi migratori che dalla Libia partono in direzione Europa; in 21 operazioni di soccorso coordinate dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera a Roma del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sono stati salvati circa 2900 migranti. Durante le operazioni di salvataggio sono intervenuti mezzi del dispositivo Triton: CP906 Nave Corsi e ben 2 motovedette classe 300 della Guardia Costiera e vi è stato anche l’intervento di una nave militare spagnola. Nelle operazioni di soccorso sono sopraggiunte anche Nave Euro della Marina Militare Italiana e la Nave Phoenix del MOAS.
I nuovi arrivi. L’arrivo di nuovi immigrati fa storcere il naso a molti italiani per via delle strutture di contenimento. Lo stereotipo tipico che si ha degli immigrati è quello associato al barcone come mezzo di trasporto utilizzato da essi per giungere in Italia, ma per la quarta volta nell’arco di qualche settimana viene adoperato dagli immigrati un nuovo modo per entrare in Italia, le montagne. I profughi che fuggono dall’Est vanno in Friuli Venezia Giulia e non passano soltanto dalla bassa quota ma anche dalle vette prossime all’ex valico di Polava nei pressi di Cepletischis. Tale circostanza si è verificata ieri, dove ben 25 clandestini di nazionalità Afghana e Pakistana, tutti uomini di cui 5 si sono dichiarati minorenni, sono apparsi all’improvviso sulla strada che dal rifugio Pelizzo conduce a Montemaggiore. La segnalazione della loro presenza è arrivata dai cittadini li aveva visti, il gruppo di persone intorno alle 7.30 aveva raggiunto Masseris. Sopraggiunti i Carabinieri i profughi sono stati portati in caserma per essere segnalati. Il Sindaco di Savogna dice che “È il quarto caso in un ristretto lasso di tempo. Diversamente da quanto successo alcuni giorni addietro, però, i clandestini sono arrivati nei nostri paesi dall’arteria che conduce al rifugio. Un percorso ben strano, che stiamo cercando di ricostruire”. Il primo cittadino continua dicendo che ”Solo in un’occasione è stato notato il mezzo da cui sono sbarcati i profughi: si trattava di un pulmino con targa ungherese, di cui purtroppo non si è stati in grado di annotare la targa. Su una pista nel bosco, inoltre, sono stati ritrovati documenti rilasciati ai migranti proprio da autorità ungheresi”.
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