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Roma-Giardinetti, Coordinamento Roma Giardinetti: “Ecco come si cancellano 10 milioni di euro (e non solo)”. Si valuta esposto alla Corte dei Conti

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ROMA – “Riaprire subito la tratta Centocelle-Giardinetti”. Dal palco del Comitato di Quartiere di Torre Maura arriva, perentorio, l’appello del Coordinamento Roma Giardinetti, condiviso con il comitato stesso, i comitati di Centocelle e Tor Pignattara nonché il Cesmot. “È possibile farlo in dieci giorni ci hanno garantito, seppure in via informale”, dichiarano, “è questione di volontà”.

Lunedì sera il punto con i cittadini del quartiere simbolo, che paga, sotto il profilo economico e sociale, la sospensione dell’esercizio avvenuta nell’agosto 2015. “Il disagio è enorme, lo sentiamo fin dall’inizio”, esordisce Alessandra Vasselli, “per i mancati collegamenti con la metro C e metro A. Quello di Torre Maura è un isolamento forzato, come per altri quartieri. Abbiamo partecipato ad incontri al Municipio VI che oltre le slide, per gli addetti ai lavori, non si capiva nulla. E attendiamo risposte da anni sul ripristino o meno”. “Rispetto a questo tema delicato”, rincara Alfredo Trebbi, presidente del comitato, “abbiamo sentito soltanto la voce della consigliera capitolina Svetlana Celli e quello delle associazioni. L’incontro è nato per questo”.

Sulla riapertura il Coordinamento – composto dall’Osservatorio Regionale sui Trasporti, Legambiente Lazio, Circolo Legambiente ‘Si può Fare’, UTP-Assoutenti e TrasportiAmo – evidenzia che “la tratta Centocelle-Giardinetti non rappresenta una sovrapposizione della Metro C per la sua capillarità, così come emerso durante la commissione trasporti del 27 gennaio scorso”. E aggiunge: “prima della chiusura quella tratta è stata oggetto di importanti lavori. Soldi pubblici. Bisogna cambiare paradigma di visione per la Roma-Giardinetti, il ritorno a Giardinetti, subito, senza se e senza ma, deve essere visto con un importante tassello per combattere i cambiamenti climatici, l’inquinamento, il traffico e l’intasamento nonché la gravità degli incidenti stradali, capace di superare l’attuale servizio integrativo bus (Linea 105 e 106). Solo così si va verso le richieste delle migliaia di persone che hanno animato e animano tutt’ora i ‘friday for future’ di Greta Thunberg”. “Troppi anni sono stati persi”, spiega Omar Cugini, presidente del Cesmot, “non possiamo perdere questo treno, tanto più in un’epoca in cui l’inquinamento atmosferico, causato in primis dal traffico gommato, è diventato un problema grave da non sottovalutare”.

Sul tavolo la mozione promossa dalla Celli stessa, che riprende i punti salienti del Coordinamento. Oltre alla riattivazione del servizio da Centocelle a Giardinetti – “e nell’attesa prolungare l’esercizio fino al Parco di Centocelle in modo da creare un efficiente nodo di scambio” -, il provvedimento, infatti, impegna l’Amministrazione di farsi carico della linea, perfezionando il passaggio con la Regione Lazio, e di avviare la revisione generale di 5 elettrotreni serie Et81, il cui bando di gara (1milione e 400mila euro) è stato assegnato da Atac nel 2015. “Chiediamo inoltre – spiega la consigliera – di istituire un Osservatorio per monitorare l’avanzamento dei lavori, che coinvolga Municipi, comitati, associazioni e sindacati, simile a quello avviato dalla Regione per la Roma-Viterbo, di interloquire col MIT per il mantenimento dello scartamento ridotto e di tutelare il personale attualmente in forza alla Giardinetti, in quanto la tramvia non prevede figure professionali quali macchinisti, capistazione, manovratori e agenti di stazione. La mozione rafforza – aggiunge – le battaglie delle associazioni e comitati”.

La conversione dello scartamento della linea, da ridotto (950mm) a ordinario o tramviario (1445mm), è l’argomento, in assoluto, a tenere banco. Enrico Stefàno, presidente della commissione capitolina alla mobilità, ribadisce, in un lungo video su facebook, pubblicato in risposta all’incontro a Torre Maura, ribadisce che il cambiamento della larghezza dei binari è una scelta improcrastinabile. “Il Ministero ci dice”, dichiara, “che è disposto a finanziare il progetto, però non vogliano più lo scartamento ridotto. E per questo sono disposti a dare più fondi. È il Ministero che decide. Piuttosto di fare un dibattito infinito, che avrebbe potuto portare alla chiusura definitiva di questa linea, abbiamo lavorato da subito per andare incontro alle esigenze del MIT. Sto vedendo, spiace dirlo, un interesse meramente elettorale di ributtare in ‘caciara’ su questo argomento”. E apriti cielo.

“La Regione ha fatto la sua scelta”, taglia corto il consigliere regionale Gianluca Quadrana, “investendo e reinvestendo sulla Roma-Lido e sulla Roma-Viterbo: il Comune e la sua maggioranza facciano lo stesso sulla Roma-Giardinetti”. “Non amiamo buttare le cose in caciara”, è la replica piccata del Comitato di Quartiere di Tor Pignattara, che comunque apprezza la disponibilità dell’esponente cinquestelle. “Noi facciamo originare il problema dalle prescrizioni del MIT. Ci saremmo aspettati una difesa più ‘feroce’, anche perché, ci permettiamo di contestare su questo punto Stefàno, se è vero che avremmo perso tempo ‘in entrata’ a convincere il MIT, è altrettanto vero che i cittadini (che sono l’unica cosa che conta per noi) ne perderanno molto ma molto di più in uscita ora, per via delle modifiche che impatteranno in modo severo sul cronoprogramma dei lavori. Se si fosse scelta la strada della discussione, siamo sicuri che decine di comitati, associazioni, cittadini ed esperti avremmo sostenuto anche ‘fisicamente’ questo progetto. Per questo siamo convinti che la strada maestra sia farci sentire direttamente con il MIT”.

“Assistiamo ad un incomprensibile dilatazione della firma di acquisizione della linea da parte del Comune”, riprende il Coordinamento Roma-Giardinetti. “Chiediamo alla Regione (proprietaria della linea) l’immediata convocazione del Comune per la firma di questo fondamentale passaggio che deve vedere subito dopo il riposizionamento del capolinea a Giardinetti. Dopo di questo si apra con Associazioni e le persone un confronto sul futuro della linea”. 

“Ribadiamo l’importanza di non perdere un importante collegamento su ferro, strategico per la mobilità del quadrante Casilino”, rincarca il Cesmot, “concordiamo in pieno con i colleghi delle associazioni, TrasportiAmo, Osservatorio Regionale Trasporti, Legambiente ed UTP, sulla necessità di intervenire con progetti mirati e di facile realizzazione, accantonando futuristiche trasformazioni a scartamento ordinario, che rischierebbero solo di causare una chiusura a tempo indeterminato con conseguenti  disagi e spreco di risorse. Come purtroppo sta accadendo in Lombardia con la linea Milano – Desio”.

“Convertire lo scartamento non ha senso”, sottolinea Massimo Montebello, ingegnere trasportistico di lungo corso. “Esiste un concetto noto agli ingegneri, il cosiddetto ‘valore di semina’. In funzione di questo, per evitare giustamente sprechi di carattere economico e ambientale, è meglio aggiornare l’esistente, nel caso lo scartamento ridotto. In Italia e all’estero è stato già fatto. Attivarsi subito per arrivare a Termini, entro sei mesi sarebbe possibile”. Il materiale rotabile? “Non rappresenta un problema: per il futuro si possono acquistare rotabili tramviari con un’unica commessa, prevendo per parte di essi carrelli a scartamento ridotto”. “Sono i viaggiatori che si muovono, che necessitano del nodo di interscambio modale”, conclude, “nel caso di specie, la massima integrazione, con i sistemi di trasporto esistenti, si realizza portando il capolinea a Termini, dove gli utenti del TPL si integrano con la metro A, B, le altre tramvie, bus, treni, aerei ecc”.

Il Segretario SLM Fast-Confsal Lazio, Renzo Coppini, tiene a evidenziare che “rispetto alla Giardinetti, e alle altre criticità derivate da una gestione opinabile, quali per esempio sicurezza e orario di lavoro, manutenzioni eccetera, stiamo portando avanti una dura vertenza con Atac SpA. Migliorare il servizio è doveroso, ma nel rispetto del personale e dell’utenza, con la quale è fondamentale creare un rapporto granitico per affrontare e risolvere insieme queste problematiche”.

A conti fatti, sono circa 10milioni di euro le risorse che sono state impegnate finora sulla Giardinetti. E a rendicontarlo è proprio il Coordinamento: “circa 3milioni di euro in tre anni per tratta attualmente sospesa, destinanti al rifacimento degli attraversamenti stradali, via del Grano, Obi ex-Siropa e via Pietro Belon, e per il rinnovo dei binari. In più ci sono circa 4 milioni di euro circa serviti per la costruzione della stazione Giardinetti. Sulla ferrotramviaria attiva, invece, sono stati spesi circa 3milioni di euro per il completo rifacimento del piazzale di Centocelle, binari e deviatoi compresi, e circa 1 milione di euro per il rifacimento dei binari tra Centocelle e Laziali. È stato messo in preventivo la riqualificazione dell’intersezione di Largo Alessi, altri 100mila euro. Questo è quello che siamo riusciti a sapere, intendiamoci. E ora, vogliono smantellare tutto. Pura follia. Noi diciamo di dare continuità al preesistente, fattibilissimo, come la logica vorrebbe”.  

Da qui l’idea di presentare un esposto dalla Corte dei Conti e di istituire una “commissione interna di esperti di Tecnica-Economia ed Esercizio dei Trasporti con valore legale”, capace di “predisporre una relazione, con le controdeduzioni al piano paventato dall’Amministrazione di Roma Capitale (smantellamento e adozione scartamento ordinario), da trasmettere e discutere con la Regione Lazio e il MIT. È altrettanto importante”, conclude il Coordinamento, “promuove incontri e manifestazioni per sensibilizzare la cittadinanza su questo tema”.  

Foto copertina: Giorgio Stagni