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ROMA, FORLANINI: MORRONE LASCIA LA PATATA BOLLENTE ALLA REGIONE LAZIO

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Tempo di lettura < 1 minutoMaritato (Assotutela): “Non ci piace questa indeterminatezza del direttore generale Aldo Morrone"

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Redazione

Roma – “Rendere produttivo un complesso vasto e imponente che attualmente genera solo deficit, a meno che la Regione Lazio non intenda destinarlo ad usi diversi da quello socio-sanitario”. Questa è l’indicazione che il direttore generale dell’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini fornisce nell’introduzione al nuovo atto aziendale, che il presidente Michel Emi Maritato così commenta: “Non ci piace questa indeterminatezza del direttore generale Aldo Morrone, questo lasciare la patata bollente alla Regione Lazio quando Morrone sa benissimo che 45 mila cittadini hanno firmato per destinare la struttura a presidio socio-sanitario. La petizione – continua Maritato – oltre ad avere un valore simbolico è ormai un atto ufficiale, essendo stata consegnata il 29 gennaio 2008 all’allora sindaco del Comune di Roma Walter Veltroni, quale massima autorità sanitaria cittadina, con tanto di protocollo, da parte del ‘Comitato Salviamo il Forlanini’ promosso dal chirurgo toracico dell’ospedale Massimo Martelli. Riteniamo pertanto più che valide le proposte formulate, nero su bianco, nel documento di organizzazione aziendale dal professor Aldo Morrone, tendente a utilizzare il presidio quale centro per i ricoveri post-acuzie, residenza sanitaria assistenziale, Hospice, con investimento iniziale che avrebbe ricadute positive nel senso di una riduzione della spesa sui ricoveri degli acuti”. Il presidente condivide inoltre la scelta di reinserire i servizi della Asl territoriale Roma D nel complesso, pur mantenendo separata la gestione, con notevole risparmio sui canoni di affitto ora pagati ai privati. “Il professor Morrone – sostiene Maritato – non deve interpretale alcuna volontà regionale ma quella dei cittadini, che attraverso il loro voto hanno fatto sì che i vertici regionali occupassero quelle poltrone”.     

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