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Roma, fontana nei giardini di viale Tiziano: ricostruita grazie ai mecenati olandesi

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Tempo di lettura 4 minuti Terminato il restauro, articolato e complesso, condotto per la prima volta da una equipe transnazionale Italia-Olanda

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di Gianfranco Nitti

ROMA – A circa un mese dalla presentazione del restauro della Fontana delle Api (9 giugno), è stata restituita (14 luglio) alla pubblica fruizione la fontana nei giardini di Viale Tiziano dopo il complesso intervento di ricostruzione e restauro condotto, per la prima volta, da una equipe “transnazionale”, composta da tecnici italiani e olandesi. Anche il restauro presentato oggi è stato possibile grazie all’atto di mecenatismo della comunità olandese (nello specifico: le Società Koninkjike Woudenberg – Meesters In – Janssen de Jong Groep, oltre a fondi ricevuti da un gruppo di imprenditori di Rotterdam, l’Associazione Salviamo la Barcaccia, che ha raccolto dei fondi da parte di persone private e giuridiche ivi inclusi la città di Rotterdam, il blog/piattaforma crowd funding “Scusa Roma” e il Celeanum Gymnasium) che si è adoperata  per finanziare i lavori di ripristino delle due fontane, per un importo complessivo pari a circa 100.000 euro, come generoso gesto simbolico verso la città di Roma dopo gli atti vandalici compiuti il 19 febbraio 2015 da alcuni hooligans olandesi, in città per la partita di calcio tra A.S. Roma e Feyenoord, alla fontana della Barcaccia.


I lavori alla Fontana di Viale Tiziano, avviati il 13 marzo scorso, con la progettazione e la vigilanza della Sovrintendenza Capitolina, sono stati eseguiti dalla Meesters In (Ameide, Olanda), controllata dalla Società Reale Olandese Koninklijke Woundenberg. Tali società sono specializzate in restauro architettonico e sono altresì note per famosi lavori di restauro nei Paesi Bassi, come quelli del Rijksmuseum ad Amstrerdam ed il Mauritshuis al’Aja.  La collaborazione della CBC Conservazione Beni Culturali coop (Roma) ha costituito l’occasione per un proficuo ed innovativo scambio di competenze tecnico-scientifiche tra Italia e Olanda.
Durante l’inaugurazione la comunità Olandese ha regalato dei fiori nei colori di Roma e delle rose rosse a Roma e il suo popolo come segno di amicizia e riconciliazione.
Erano presenti alla cerimonia di riconsegna del manufatto ai cittadini, allietata dalla banda della Polizia di Stato, il vice sindaco ed assessore alla Cultura, Luca Bergamo, il Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali, Claudio Parisi Presicce, il Ministro dell’Ambasciata olandese in Italia, Joost Klarenbeek, L’ Amministratore Delegato di Koninklijke Woudenberg, Louis Camps, Il Presidente dell’Associazione Salviamo La Barcaccia, Angela Mannaerts.

Il restauro

L’intervento di ripristino della fontana realizzata attorno al 1930-1933, si è articolato in più fasi. Dopo una attenta progettazione preliminare in cui sono stati valutati i danni, prodotti dalla caduta di un pino nel marzo 2015,  e si è studiato come recuperare le parti della fontana non completamente distrutte, i lavori sono stati avviati il 13 marzo 2017. Il cantiere è stato subito messo in sicurezza con la rimozione delle parti pericolanti e dei detriti in malta cementizia, il fusto è stato smontato attraverso l’esecuzione di cinque tagli orizzontali e le parti restaurabili sono state portate in laboratorio per l’avvio del restauro.
Dopo questa delicatissima fase di separazione dei frammenti, le due équipe hanno lavorato ciascuna nella propria sede: a Utrecht la ditta Meesters In ha ricostruito le nuove parti (catino intermedio e fusto centrale) sulla base del  rilievo 3D con materiali analoghi all’originale; a Roma la Cooperativa CBC ha restaurato i pezzi originali, (catino sommitale con fiore), liberandoli da oltre 50 kg di calcare. È stato possibile ricostruire i nuovi pezzi identici per forma e dimensioni agli originali grazie a un complesso lavoro che di nuovo ha visto la collaborazione dei tecnici italiani e olandesi. Durante la fase preliminare erano infatti state eseguite le delicatissime operazioni di misurazione dei frammenti e degli elementi integri, era stato fatto un attento confronto con la fontana seicentesca di Villa Borghese (che è stata il modello di De Vico per questa di Viale Tiziano), e infine si era ottenuta la restituzione grafica tridimensionale del manufatto. Su questa base, attraverso tecnologie a controllo numerico, sono state ricostruite le nuove parti, non prima però di avere inviato alla Sovrintendenza Capitolina i campioni di calcestruzzo preparati perché ne fosse valutata la compatibilità – cromatica, granulometrica e strutturale – con i frammenti originali.
La programmazione delle attività è stata molto complessa e ha richiesto il concorso di diverse competenze: restauratori, storici dell’arte, ingegneri, geometri, esperti di idraulica, giardinieri si sono avvicendati in cantiere per preparare l’area al rientro dei pezzi dai laboratori. Si è quindi provveduto anche al ripristino dell’area di rispetto della fontana: la pavimentazione, le sedute circolari e i bordi della grande vasca sono stati puliti dal calcare, dalle patine biologiche e dalle scritte vandaliche, nonché reintegrate dove necessario. Inoltre è stato rimosso quel che rimaneva del tronco del pino caduto ed è stata riempita la buca lasciata dalle radici.
Particolarmente delicata è stata la realizzazione del progetto della nuova struttura portante della fontana e del nuovo impianto di adduzione dell’acqua, che, per problemi tecnici, non alimentava la fontana già da prima della caduta del pino.
La progettazione strutturale è stata necessariamente perfezionata a seguito dei tagli eseguiti sul fusto, con lo studio del sistema di assemblaggio tra le parti restaurate e quelle nuove e con l’elaborazione del nuovo impianto idrico.
Si sono inoltre eseguiti carotaggi preliminari alla realizzazione dell’armatura di fondazione e alla realizzazione della nuova struttura metallica di sostegno della fontana, nonché all’alloggiamento del nuovo impianto idrico realizzato a cura del Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e manutenzione urbana, grazie al quale è stato possibile con ACEA ripristinare l’adduzione idrica, interrotta da anni.


Le operazioni si sono concluse con la delicatissima fase di assemblaggio delle nuove parti e di quelle restaurate che tramite un braccio meccanico sono tutte state infilate sul tubo in acciaio che è sia struttura portante della fontana che alloggiamento delle condutture idriche.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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