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Red. Cronache
Roma – Il Coordinamento dei Piani di Zona si rivolge al Prefetto Franco Gabrielli per chiedere una moratoria con blocco immediato degli sfratti previsti per gli abitanti delle case coop di Piansaccoccia, in vista dell'elezione del nuovo Sindaco di Roma che avverrà nel mese di Giugno 2016 e fino a 6 mesi a partire dal suo insediamento. Il quartiere si trova sulla via Braccianese Claudia ed è quasi interamente abitato anche se i costruttori non hanno mai completato quelle che sono le opere di urbanizzazione.
È possibile aderire alla petizione online al seguente indirizzo https://www.change.org/p/prefetto-di-roma-stop-sfratti-nei-piani-di-zona-il-prefetto-gabrielli-intervenga
Intere famiglie, quindi, che si trovano senza illuminazione pubblica, strade e allacci fognari e che ora devono convivere con l'incubo di veder arrivare l'ufficiale giudiziario pur stando dalla parte della ragione. "Nella vicenda dei piani di zona ci sono chiarissime responsabilità omissive della amministrazione comunale". Questo quanto affermato dal prefetto Franco Gabrielli e riportato qualche mese fa dal Corriere della Sera. Da allora poco o nulla è cambiato nei Piani di Zona di Roma dove sfratti e sgomberi continuano senza tregua.
Alloggi realizzati su terreni pubblici con finanziamenti pubblici messi in vendita o locati a valore commerciale quando per queste tipologie di costruzioni è previsto un prezzo imposto calmierato. Quartieri che sono, in alcuni casi privi di opere primarie di urbanizzazione (senza gli allacci di acqua, corrente elettrica, gas, senza fogne e asfalto sulle strade) e quasi sempre con le opere secondarie (parchi, scuole, etc.) incomplete malgrado i costruttori avrebbero dovuto realizzarle perchè previsto dalle convenzioni da loro stipulate con il Comune di Roma. Convenzioni che prevedono alcuni obblighi da parte dei costruttori come la presentazione dei piani finanziari i quali nella quasi totalità dei casi sono risultati essere assenti. A fronte di tutto ciò sono previste dalle stesse convenzioni forti sanzioni di carattere economico che potrebbero, nei casi più gravi far decadere addirittura il patto stipulato tra i costruttori e il Comune con l'acquisizione del patrimonio da parte di quest'ultimo, sanzioni che non sono mai state applicate con gravi responsabilità da parte del Comune di Roma proprietario della superficie e della Regione Lazio che ha elargito i finanziamenti pubblici.
Come può essere accaduto tutto ciò? Semplicemente grazie all'inadeguatezza di una politica connivente con un sistema distorto che coinvolge a vari livelli costruttori, notai, funzionari pubblici e che continua ad imperversare nella Capitale da quasi 20 anni.
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