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ROMA E DINTORNI, LA RIVOLTA DEI TASSISTI

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Tempo di lettura 3 minuti Sciopero dei Taxi non autorizzato

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Chiara Rai

In tilt il traffico romano a causa dell'assenza di taxi. I tassisti di Roma e dell’hinterland hanno indetto un blocco totale non autorizzato contro la bozza di decreto sulle liberalizzazioni che sarà varato il prossimo 19 gennaio. E’ il terzo tentativo del Governo di affrontare il tema liberalizzazione delle licenze dei taxi, nel 2006 ci provò Bersani. La bozza prevede che l’aumento del numero delle licenze dei taxi sia accompagnato anche da "adeguate compensazioni da corrispondere una tantum" per chi già detiene una licenza, e una "maggiore liberta' nella fissazione delle tariffe". Ma i tassisti, che promettono il blocco fino a che il Governo non si decida a riceverli,  non ci stanno e respingono al mittente i tentativi di mediazione. E’ da considerare anche che le licenze adesso hanno un valore, ci sono tassisti che hanno pagato la licenza ai colleghi uscenti – la cosiddetta “buonuscita” anche 200 mila euro e liberalizzando le licenze anche “la vendita” delle autorizzazioni tra un tassista e l’altro verrebbe meno. Il sistema delle licenze esiste da oltre trent’anni e adesso rischia l’estinzione.  L’Authority che sta valutando la precettazione, definisce il blocco indetto dalla categoria come un’azione “illegale”. Dalle 19 di ieri sera sia a stazione Termini che agli aeroporti di Fiumicino e Ciampino è impossibile trovare un taxi. Cresce davanti a Palazzo Chigi il presidio dei taxisti. Si presumeva che avesse dovuto riguardare solo le auto bianche libere dal servizio. Ma invece si è verificata una adesione in massa anche da parte di coloro che oggi avrebbero dovuto essere in turno. Circa centocinquanta tassisti  si sono raccolti a Largo Chigi diretti al palazzo della presidenza del Consiglio. Al passaggio delle auto bianche in servizio, i manifestanti hanno lanciato oggetti, urlando "Vergogna!" e bloccando il traffico. Intanto dal sindacato Unica-Cgil taxi arriva un appello: «E’ opportuno riprendere il servizio perché il blocco ci danneggia e non fa che inasprire i toni».

All’aeroporto “Pastine” di Ciampino non c’è neppure un taxi disponibile al contrario delle macchine a noleggio – Ncc – che vanno e vengono di continuo e degli autobus di linea e privati che procedono a ritmo serrato con corse a cadenza regolare.  A stazionare di fronte ai parcheggi dedicati ai taxi, tutti vuoti a causa dello sciopero, ci sono tre tassisti cosiddetti “di piazza”, cioè non appartenenti alla rete del Radio Taxi che supervisionano il presidio già dalle sei del mattino. “Non prendiamo corse – dice Fabrizio – tranne che i disabili ai quali stiamo riservando corse gratuite. Siamo ottomila tassisti con famiglia a carico a Roma, tutti in ginocchio dopo l’ennesima notizia che lede la nostra dignità”. Fabrizio, Paolo e l’altro Fabrizio, raccontano che nel giro di tre anni a Roma, la categoria è cresciuta da 5 mila e 8 mila e che in media sono arrivati alla misera soglia di cinque corse giornaliere perché sono sempre più messi da parte a causa del continuo aumento dei autobus che con sei euro portano a stazione Termini, senza contare il prolificare delle auto a noleggio, che corrono a tariffe pattuite col cliente e che “spesso e volentieri – racconta Fabrizio 2 – sforano le loro competenze territoriali ricorrendo ad ogni sorta di escamotage. Da qualche anno siamo sotto l’Atac ma non possiamo usufruire delle agevolazioni sulla benzina. Perché non si pongono il problema di abbassarci i costi di gestione anziché metterci al tappeto?”. I tre raccontano che in media la spesa del carburante impiegato per le corse si aggira sui 600 euro mensili, mentre i rimborsi sono all’incirca di 600 euro l’anno.  La categoria vive un malessere accumulato negli anni, “se siamo un mezzo pubblico – aggiunge Paolo –  perché non ci contemplano nel settore pubblico? Perché non siamo definiti degli autotrasportatori? Siamo forse artigiani noi?”. Quello che chiedono a gran voce è di far lavorare le macchine che ci sono h24, sono gli sgravi fiscali, è – in diversi casi –  la municipalizzazione del Taxi. In quest’ultimo caso le tariffe, grazie ai sussidi pubblici  – cioè pagano i contribuenti –  possono facilmente avvicinarsi a quelle di tram e torpedoni e con circa un euro la corsa sarebbe garantita. Di fatto, tutti i costi dell'attività taxi, a partire dal tassametro e insegna, non gravano sui cittadini che al contrario usufruiscono di un servizio privato seppur di pubblica utilità, a carico dei tassisti. Questi ultimi, in soldoni, non sono equiparabili a Atac. Gli effetti della liberalizzazione potrebbero essere devastanti se si prende in considerazione il tema della sicurezza. Con i prezzi che scendono si debbono per forza operare dei tagli e per i tassisti che vogliono sopravvire i tagli concretizzerebbero in automobili usurate, riparazioni alla buona e in un aumento considerevole delle ore lavorative a discapito della qualità e la sicurezza del servizio offerto.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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