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ROMA: DOPO L'ARTICOLO DE L'OSSERVATORE D'ITALIA E L'INTERVENTO DI ASSOTUTELA LUCREZIA VIENE RICOVERATA AL GEMELLI

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Tempo di lettura 3 minuti Lucrezia si era vista negare il suo diritto di malata al Policlinico Gemelli di Roma e veniva dimessa e rimandata immediatamente a casa senza controlli effettuati e senza alcuna diagnosi.

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LEGGI ANCHE: ROMA, OSPEDALE GEMELLI: DISABILE CON MENINGITE SOSPETTA RISPEDITO A CASA

 

di Cinzia Marchegiani

Roma – L’osservatore d’Italia aveva dato voce alla signora Lucrezia, nome di fantasia, donna disabile e costretta su un letto a causa di una malattia neurodegenerativa molto grave e rara. Nonostante Lucrezia avesse presentato al pronto soccorso la richiesta del medico curante in cui si chiedeva il ricovero urgente per effettuare accertamenti per sospetta meningite, si era vista negare il suo diritto di malata al Policlinico Gemelli di Roma e veniva dimessa e rimandata immediatamente a casa senza controlli effettuati e senza alcuna diagnosi. Nella cartella di pronto soccorso rilasciata alla sventurata Lucrezia, veniva però consigliato di tornare in ospedale se lei o i suoi familiari avessero ravvisato dei particolari sintomi, quali cefalea severa o ingravescente, confusione, sonnolenza o difficoltà a rimanere svegli, convulsioni, vomito ripetuto, instabilità della marcia, mancanza di equilibrio, disturbi visivi o visione doppia, riduzione della forza di un braccio o di una gamba. Il Pronto soccorso invitava tra l’altro ad effettuare una visita infettivologica e una serie lunghissima di accertamenti a pagamento per poter accertare l’infezione, tra cui :

1) RM Cervello e Tronco Encefalico Angolo ponto cerebellare;

2) RM Rachide Cervicale;

3) RM Rachide Lombosacrale;

4) RM Rachide Dorsale;

5) Eco color doppler Tronchi Epioaortici;

6) Ecodoppler Cardiaca.

7) Eco Reni e Surreni;

8) V. Urologica.


Lucrezia era disperata, aveva convulsioni continue, dolori e cefalea, impossibilitata a muoversi non poteva più usufruire dell'assistenza domiciliare, poiché le assistenti, senza un certificato di diagnosi che scongiurasse il contagio da meningite, si rifiutavano di entrarvi in contatto. Così oltre a non sapere la causa del suo forte malessere, si è vista privata delle cure quotidiane che le sono necessarie per la sopravvivenza.

La nuova richiesta del medico curante per ricovero urgente.
Il medico curante di famiglia che si era recato di nuovo dalla signora Lucrezia per un peggioramento del suo quadro clinico aveva formulato una richiesta stavolta di ricovero per sospetta meningite, specificando che “il paziente è affetto da Meningocele laterale affetta Sindrome di Lehman, che presenta da 10 giorni febbricola, cefalea pulsante ingravescente, edema della mucosa e episodi convulsivi, trattata con antibiotico gentalin 80 mg fin qui senza alcun beneficio, spiegando tra l’altro che la paziente ha un pregresso infarto del miocardio”, ma dall'ospedale, la signora Lucrezia riferiva, le rispondevano che comunque avrebbe dovuto fare l'accesso tramite il Pronto soccorso e sarebbero passati anche altri sette giorni.

Decisivo il supporto legale di AssoTutela. Una storia incredibile stava divorando Lucrezia e la sua famiglia.
L’osservatore d’Italia in questo caso è riuscito a fare da tramite tra la signora Lucrezia e l’associazione AssoTutela, che subito è intervenuta difendendo i diritti di un malato, tra l’altro in una condizione di disabilità grave, a cui venivano a mancare anche l’assistenza basilare giornaliera per la sua sopravvivenza, poiché non aveva la diagnosi e la certezza che non fosse contagiosa.
Il legale dell'associazione l'avvocato Antonio Petrongolo ha inviato immediatamente una pec indirizzata al ministro Beatrice Lorenzin per via del Consiglio Sanitario Nazionale, oltre alle varie competenze e uffici dello stesso Policlinico Gemelli, inviando anche la documentazione in possesso del nostro giornale, e segnalava urgentemente il caso della signora Lucrezia che si era vista rifiutare il ricovero in maniera ingiustificata da parte del Policlinico Gemelli in Roma dichiarando: “Atteso che le risposte rese non hanno spessore esaustivo, attesa la ingravescenza della patologia citata, mi determino ad adire le stesse Autorità internazionali allo scopo preposte (CEDU) avvisando che, qualora la situazione della signorara dovessero peggiorare, sarete solidalmente ritenuti responsabili delle dannose conseguenze alla stessa arrecate”.

Vittoria, quindi, per Lucrezia, grazie soprattutto all'intervento determinante di Assotutela.
La signora Lucrezia, il giorno dopo l'articolo di denuncia del nostro giornale e dell’azione legale di Assotutela, è stata contattata immediatamente dalla direzione sanitaria del Policlinico Gemelli che le ha dato appuntamento per le ore 16:00 dello stesso giorno al fine del ricovero senza passare per il pronto Soccorso. Insomma, la fortuna di Lucrezia è l’aver gridato la sua grave disavventura e aver trovato chi è riuscito a dare voce ma soprattutto a difendere i suoi diritti.
Il presidente AssoTutela Michel Maritato intervistato da l’Osservatore d’Italia spiega: “Eravamo sicuri della professionalità di uno dei più importanti nosocomi d'Italia e non abbiamo perso la fiducia nonostante siamo dovuti intervenire per questo ricovero, ora vigiliremo che non sia soltanto un paliativo per la stampa”.
Un grazie anche all’Avvocato Petrongolo che prontamente ha letto la documentazione a lui inviata e deciso un azione di diffida nei confronti del Policlinico e del Ministero della Salute, il quale ammonisce: “Questi sono purtroppo i difetti della spending review di Zingaretti la quale ha effetti deleteri anche su chi versa in condizioni di effettivo bisogno di avere una prestazione necessaria per la patologia delle quali è affetta”.

L’Osservatore d’Italia ha contattato telefonicamente Lucrezia che ha spiegato di essere stata ricoverata al reparto neurologia e ringrazia del provvido intervento. Dal Gemelli le hanno comunicato che servirà una settimana per fare tutti gli accertamenti, consapevoli che ha una malattia talmente grave che deve essere anche maneggiata con cura. Lei stessa spiega che nella sua casa ha tutte le sue comodità e conforto, ma la sua permanenza necessaria all’ospedale le permetterà di avere finalmente una diagnosi che possa dare una terapia e risolvere le sue sofferenze insorte ultimamente, che vanno a sommarsi al suo quadro clinico davvero serio.
 

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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