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Redazione
Roma – Era convinto che la moglie lo tradisse e non riusciva a togliersi questa immagine dalla testa. Così decide di uccidere brutalmente lei e il suo presunto amante. Tragedia in una sede Inps di Roma, in zona Cinecittà. Un dipendente ha ucciso la moglie e il suo presunto amante nell'ascensore del palazzo di via Quintavalle. Accecato dalla gelosia, l'uomo si è accanito con violenza contro le sue vittime, colpendole più volte con un coltello. Una decina i colpi che gli avrebbe inferto. Quando ha realizzato cosa aveva fatto, ha chiamato il 112 e ha confessato di essere stato lui l'autore del delitto. A quanto si è saputo, i due avevano cinque figli.
"Mia moglie e quell'uomo erano amanti", avrebbe detto all'operatore che gli ha risposto. L'uomo non sopportava il tradimento e quando li ha scoperti insieme in ascensore – avrebbe detto – li ha uccisi. Quando i carabinieri sono entrati nello stabile, Mauro Micucci era immobile davanti ai due cadaveri, sporco di sangue e ancora con il coltello in mano. Inutili i soccorsi per le due vittime: Daniela Nenni, 49enne impiegata in quella sede e Alessandro Santoni, tecnico 38enne che lavorava per una ditta esterna, erano già morti.
Micucci, un informatico 57enne che lavorava in quel palazzo dell'Inps, è stato fermato e portato nella caserma dei carabinieri della compagnia Casilina dove è stato sottoposto a interrogatorio. Sotto choc, avrebbe raccontato di essere ossessionato dalla relazione della moglie con quell'uomo, ma le sue dichiarazioni sono oggetto di indagini. Sul luogo del delitto sono stati effettuati anche i rilievi del Nucleo investigativo di via In Selci. Non ci sarebbero testimoni del duplice omicidio, avvenuto all'interno dell'ascensore, forse al termine di una lite.
I militari passeranno al vaglio le immagini delle telecamere di sorveglianza del palazzo per chiarire la dinamica del delitto. In corso anche accertamenti sulla vita delle vittime e dell'arrestato
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