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ROMA CRIMINALE, "MAGLIANA": GROSSO TRAFFICO DI STUPEFACENTI PER 50 MILA EURO AL MESE

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Tempo di lettura 3 minuti Dodici arresti e 10 denuncie per l'operazione antidroga dei Carabinieri del gruppo di Roma

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Redazione
 
Roma – Dalle prime luci dell'alba, i Carabinieri del Gruppo di Roma hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Roma, nei confronti di 12 persone (8 in carcere, 2 agli arresti domiciliari e 2 da sottoporre all'obbligo di dimora), di età compresa tra i 21 e i 49 anni, ritenute responsabili di gestire un traffico di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina, nella nota zona della "Magliana", per un giro d'affari di 50mila euro al mese. I Carabinieri della Stazione Roma Villa Bonelli, nel corso dell'indagine, che convenzionalmente è stata denominata "Angelus", coordinata dalla DDA di Roma, hanno accertato che la banda, multietnica, aveva una struttura gerarchica con a capo un 21enne di origini greche e vi facevano parte altri di origini italiane, egiziane, brasiliane, somale. Circa venti le perquisizioni, presso le abitazioni degli arrestati e degli altri indagati, dove sono già state rinvenute 2 pistole, una calibro 7,65 predisposta per applicare il silenziatore con matricola abrasa e una calibro 38 modificata. Migliaia le dosi di cocaina sequestrate.
Quattro dei destinatari di OCC sono accusati di associazione armata finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e i restanti 8 di detenzione e spaccio di stupefacenti nel quartiere romano della Magliana. Nella medesima operazione di polizia giudiziaria sono state altresì denunciate a piede libero altre 10 persone, tra cui una donna, coinvolte a vario titolo nell'attività di spaccio.
L'inizio dell'attività investigativa che ha portato all'emissione dei provvedimenti cautelari risale al gennaio 2012, quando i Carabinieri della Stazione di Roma Villa Bonelli, dipendenti dalla Compagnia di Roma Eur, nello svolgimento dei quotidiani servizi di pattugliamento del territorio, hanno effettuato una serie di sequestri ravvicinati di singole dosi di cocaina a carico di giovani consumatori della Magliana.
Ne scaturiva dunque una più approfondita attività investigativa che, condotta anche con l'ausilio di intercettazioni, riscontrate da numerosi servizi di osservazione, controllo e pedinamento nelle principali aree di aggregazione del quartiere (in particolare i porticati di via dell'Impruneta), ha consentito di individuare una fitta rete di soggetti che, pressoché giornalmente, soprattutto in ore tardo serali e notturne, incontravano, anche per pochi secondi, un garagista di origini egiziane, detto Billy-Bibo,. Dalle conversazioni telefoniche intercorse sull'utenza del garagista, utilizzando dei termini in codice ben conosciuti dagli acquirenti ("benzina", "biglietti", "cane" per indicare la sostanza stupefacente richiesta e "gatto" per indicare in generale le armi) giornalmente riforniva una vasta clientela, e che solitamente fissava gli incontri con gli acquirenti nella piazzetta di Via Lari, nel quartiere Magliana, sotto i porticati di via dell'Impruneta, ovvero presso il garage in cui lavorava come dipendente, al Portuense. Le indagini evidenziavano che il garagista, nell'attività di spaccio, operava in posizione di "subordinazione" rispetto a tale Angelo, successivamente identificato in un 21 enne di origini greche, ricevendo da questo ordini e disposizioni relative alla vendita della cocaina e al modo in cui approvvigionarsi. La sostanza stupefacente era solitamente custodita presso l'abitazione di un 23enne che lavora come addetto in un'impresa di pompe funebri, detto Crepino. Le successive investigazioni consentivano ben presto di individuare una vera e propria associazione per delinquere finalizzata al traffico di cocaina i cui membri si identificavano proprio negli arrestati: Angelo, procacciatore dello stupefacente e coordinatore delle diverse fasi dell'attività di spaccio, Billy-Bibo, con il ruolo di partecipe, coadiuvando il capo e provvedendo alla vendita a terzi dello stupefacente e alla raccolta dei proventi dell'attività di spaccio, Crepino, con il ruolo di partecipe provvedendo alla custodia dello stupefacente e, in qualche caso, alla cessione dello stupefacente, un altro romano 24 enne, con il ruolo di partecipe provvedendo alla custodia dello stupefacente, alla preparazione e, in qualche caso, alla cessione dello stupefacente, e gli altri con il ruolo di partecipi provvedendo alla vendita a terzi dello stupefacente. Ad aggravare ulteriormente la condotta criminale dei participi all'organizzazione concorre il fatto che la stessa avesse la disponibilità di armi; in particolare, nel corso delle indagini sono state sequestrate una pistola cal. 7,65 con caricatore, priva di marca e con matricola abrasa, predisposta per l'applicazione di un silenziatore, rinvenuta presso l'abitazione di uno di loro, nonché un'altra pistola modificata cal. 38, rinvenuta nella disponibilità del garagista.
Svincolati da tale associazione ma accomunati dal fatto di approvvigionare di cocaina i medesimi acquirenti, i restanti soggetti arrestati, appartenenti al medesimo contesto criminale.
L'indagine "Angelus" ha complessivamente permesso di rinvenire e porre sotto sequestro 250 g di cocaina e 2.500 euro in contanti provento attività illecita.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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