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ROMA COTRAL ANAGNINA: SALTANO TRE CORSE IN MEZZ'ORA, PENDOLARI STREMATI

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Tempo di lettura 4 minuti Un pomeriggio tra i pendolari: il nostro giornalista Maurizio Costa alle prese con le corse soppresse della Cotral…l'inchiesta continua

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di Maurizio Costa

Roma – L'osservatore d'Italia ha voluto trascorrere un "ordinario pomeriggio di follia" all'Anagnina per capire qual'è il grado di stress dei pendolari costretti a subire "disservizi" improvvisi da parte dell'azienda regionale di trasporto Cotral rispetto alla quale abbiamo iniziato una inchiesta denominata "Cotral: apriamo il vaso di pandora" e che, finora, ha evidenziato problematiche di inopinabile rilevanza.

E' bastato, quindi, un pomeriggio passato all'autostazione Anagnina per capire la situazione indecente del trasporto pubblico regionale. Tra la rassegnazione generale e le interminabili ore passate in piedi in attesa della "corsa perfetta", i cittadini hanno palesato il loro più totale stremo di forze e pazienza. I mezzi Cotral sono veicoli usati per andare a lavorare, a studiare o a svolgere mansioni quotidiane e i passeggeri hanno capito che oramai la situazione non è recuperabile.

Le ore passate sulle banchine dell'autostazione dell'Anagnina sembrano interminabili e i viaggiatori non riavranno indietro tutto il loro tempo perduto, nessuno risarcirà il loro "calvario".

In poco meno di mezz'ora sono saltate ben 3 corse; Nettuno, Rocca di Papa e Velletri non sono mai state così lontane. Il lato tragicomico è che non saltano corse che  passano ogni 15 minuti ma autobus che transitano una volta ogni ora.

Questo non fa che accentuare il disagio dei passeggeri, costretti a cambiare itinerario e ad andare ad intasare quelle poche corse che arrivano in orario. I passeggeri in attesa dell'autobus per Nettuno (successivamente saltato) si sono lamentati del fatto che il mezzo Cotral con su scritto "Nettuno" era, in realtà, fermo immobile e senza autista nel parcheggio, mentre loro leggevano "corsa sospesa" sui monitor senza poter fare nulla.

Circa 40 mezzi Cotral, infatti, erano fermi mentre e le corse, si leggeva sul monitor, saltavano. Inoltre, come documentano le nostre foto, circa 10 persone, tra autisti e lavoratori Cotral, stavano sostando fuori dal gabbiotto in attesa di salire sui bestioni blu. Una situazione  che molti tra i pendolari hanno giudicato poco riguardosa nei confronti di chi invece aspettava da ore la corsa ripristinata.

Questa situazione ha, di fatto, rispecchiato un dato che fa rabbrividire: facendo un raffrontro tra la terza settimana di febbraio del 2013 con quella del 2014 vediamo che ad Anagnina su 115 corse Cotral programmate ne sono state soppresse  9,2 nella terza settimana del 2013 e addirittura 19,6 nel 2014. Il disservizio delle corse soppresse è quindi in vertiginoso aumento. 

I commenti dei "clienti abituali" Cotral si possono intuire: "Tutti i giorni è così" – ci ha raccontato un ragazzo – "Salta sempre la stessa corsa e noi che aspettiamo sempre che da un momento all'altro arrivi e rimaniamo puntualmente delusi." Con una turista si è sfiorato persino il comico: "Ma perché saltano tutte queste corse? C'è uno sciopero?" Purtroppo no, è la routine.

La cosa che fa più arrabbiare è la costante rassegnazione dei passeggeri, che a testa bassa aspettano ore per poi imbarcarsi (spesso in condizioni da terzo mondo) sugli autobus blu. Non si può, poi, dare la colpa ai viaggiatori che non pagano il biglietto; il ticket andrebbe sempre pagato ma il pensiero comune è: "Se questo è il servizio che mi offrono, cosa devo pagare io? Le ore passate ad osservare i monitor Cotral?"

I premi di pazienza, non dico di produzione, potranno essere contemplati per noi fruitori del servizio di trasporto pubblico regionale, costretti a pagare disservizi e scialacqui dalla notte dei tempi?

Intanto le immagini parlano da sole: la siesta degli autisti, i pendolari in attesa e i mezzi Cotral vuoti nel piazzale. 

LEGGI ANCHE: 

 05/04/2014 COTRAL APRIAMO IL VASO DI PANDORA: PROVINCIA DI FROSINONE TRA SOPPRESSIONI, ACQUE NERE E MANUTENZIONE ALLE STELLE

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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