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ROMA – Resta in carcere Raffaele Marra, l’ex capo del personale del Campidoglio finito al centro di un’inchiesta per corruzione insieme con l’imprenditore edile Sergio Scarpellini. Lo ha deciso il tribunale per il Riesame che ha dunque rigettato la richiesta di scarcerazione avanzata dal legale di Marra, avvocato Francesco Scacchi, alla quale si era opposta la procura. Il 16 dicembre scorso su richiesta della procura di Roma è stato arrestato l’attuale capo del Personale, braccio destro del sindaco Virginia Raggi, Raffaele Marra. Il reato contestato a Raffaele Marra, ex vicecapo di Gabinetto, sarebbe quello di corruzione e l’arresto è stato eseguito dai carabinieri del nucleo investigativo di via in Selci. I fatti che vedono coinvolto Marra non sono riferiti al periodo della Giunta Raggi ma a quello nel quale Marra ricopriva l’incarico di direttore del Comune di Roma, quando era sindaco Gianni Alemanno. In particolare si tratta dell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Barbara Zuin, relativa alla compravendita di un appartamento Enasarco. Nell’ambito della stessa inchiesta, firmata dal gip Tomaselli, è stato arrestato anche il costruttore e immobiliarista Sergio Scarpellini. Marra, all’epoca dei fatti – nel 2013 – era direttore del Dipartimento partecipazioni e controllo Gruppo Roma Capitale. In corso perquisizioni dei carabinieri in Campidoglio nell’ufficio di Marra. Appena due giorni fa la polizia giudiziaria aveva effettuato un blitz in Campidoglio per acquisire una serie di atti e documenti su alcune nomine effettuate dalla Raggi.
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