Connect with us

Roma

ROMA, COMPUTER NON PROTETTI IN UNA SCUOLA: I BIMBI FINISCONO SUI SITI PORNO

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 4 minuti Gli alunni, di 7-8 anni, vengono divisi per gruppi dalla maestra e a ognuno viene messo a disposizione un pc, poi ecco cosa succede

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

Redazione

Aula multimediale di una scuola elementare di Roma. Gli alunni, di 7-8 anni, vengono divisi per gruppi dalla maestra e a ognuno viene messo a disposizione un pc. Alcuni bambini digitano la parola 'sesso'. Ci fosse stato un filtro per la ricerca non sarebbero riusciti a vedere materiale pornografico e, addirittura, come riferito poi da alcuni di questi piccoli studenti immagini fetish.

L’insegnante dal canto suo gira tra i gruppi, pensando che sui computer scolastici sia attiva la funzione che blocca preventivamente la navigazione su siti inappropriati. E invece bastano 5 minuti e il gioco è fatto: i bambini possono vedere ciò che vogliono.

"E’ già successo in altre scuole. Lasciare i pc senza filtri è pericoloso e problematico – afferma all'Adnkronos il direttore generale del Moige, Antonio Affinita – è necessario che tutto il sistema informatico, ancor di più ora che si parla di scuola 2.0, sia messo in sicurezza da ogni punto di vista, non solo delle strutture". "In ogni caso – conclude – poiché questo fenomeno ci preoccupa molto, chiederemo al ministero un inventario sulle attrezzature informatiche nelle scuole per conoscere il grado di sicurezza".

"Per quanto riguarda la fornitura di postazioni informatiche nei laboratori delle scuole, il ruolo del Miur si limita al finanziamento di progetti inseriti nelle azioni del Piano Nazionale Scuola Digitale, che possono prevedere anche l’acquisto di tecnologie – spiegano all'Adnkronos dal ministero dell’Istruzione – Quanto alla scelta dei fornitori, alla successiva installazione e alla manutenzione (del software e dell’hardware) delle suddette postazioni, queste sono di competenza dei dirigenti scolastici".

“Il Miur – aggiungono – è inoltre impegnato in una vasta attività di sensibilizzazione di studenti, insegnanti e genitori sui temi della lotta al bullismo e cyber bullismo e della navigazione sicura e consapevole in internet attraverso il progetto Generazioni Connesse".

In ogni caso, come è normale che sia, i genitori si sono immediatamente mossi per capire bene cosa fosse successo e perché. E, a questo punto, come intervenire anche nei confronti dei bambini, in modo da gestire nel modo migliore emozioni e curiosità. Quello che è certo è che una falla nel sistema di controllo c’è stato e ci si chiede se esista un regolamento preciso da osservare nelle aule computer delle scuole.

"Non esistono delle norme precise – dice all’Adnkronos Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale presidi – e comunque la norma non è garanzia, è il senso di responsabilità individuale che garantisce. Insomma ogni dirigente scolastico deve occuparsi di controllare che i computer siano predisposti per un corretto uso. In tal senso la Polizia postale, dal punto di vista preventivo, può essere un valido aiuto".

"La scuola avrebbe dovuto mettere dei parental control facendo una ‘white list’, una lista cioè di siti sui quali i bambini possono andare – afferma all'Adnkronos Marco Valerio Cervellini, Progetti educativi della Polizia postale – Perché basta anche sbagliare una sola lettera per trovarsi su un sito pornografico. La white list, soprattutto per bambini così piccoli, è fondamentale: scegli tu i siti su cui possono navigare. Anche se è incuriosito non può andare altrove senza controllo".

"Noi facciamo formazione per gli insegnanti – ricorda Cervellini – un corso in 3 moduli: 1. Rischi e opportunità della rete; 2. Alfabetizzazione informatica; 3. Come riconoscere eventuali segnali di abusi su minori". "In ogni caso – conclude – mettere un filtro sul computer non è difficile e quando noi facciamo questo corso spieghiamo agli insegnanti come fare".

Ci sono comunque scuole della Capitale che, per ovviare al problema, hanno scelto la Lim (Lavagna interattiva multimediale). "I laboratori sono spesso difficili da gestire. Ovviamente i filtri sono necessari, visto che i ragazzi sono bravissimi a usare i pc. La Lim è un sistema – spiega all'Adnkronos Tilde Iadeluca, insegnante presso la scuola Pistelli – che prevede un solo computer con una grande lavagna interattiva. In questo modo ogni ricerca effettuata dal bambino può essere tenuta sotto controllo dagli insegnanti, in quanto unico. Anche nel caso in cui la scuola avesse a disposizione dei tablet, questi ultimi vengono collegati a un unico computer".

Ma una volta che i bambini sono venuti 'a contatto' con queste immagini, come bisogna comportarsi? "Non bisogna mettere la testa sotto la sabbia ed evitare di parlarne, facendo finta che non sia successo nulla perché magari siamo a disagio prima di tutto noi – sottolinea all’Adnkronos la psicoterapeuta Paola Vinciguerra – I genitori sono dei punti di riferimento per i più piccoli ed è meglio che siano loro a fornire informazioni e spiegazioni. Già a 6 anni si può parlare di sessualità ai bambini, magari a mo' di favola, in modo dolce e romantico, senza aggressività".

"E' importante rispondere in modo veritiero se fanno delle domande precise – sottolinea Vinciguerra – e non insistere, nel senso che i bambini ascoltano fino a quando diciamo cose che non gli mettono ansia. Quando cambiano discorso, dobbiamo imparare a stare zitti. Perché se sentiranno la necessità di tornare su quell’argomento e approfondirlo, lo faranno".

"Internet è una risorsa straordinaria per i bambini, ma ci sono anche molti pericoli, quindi per i genitori è importante non solo avere un certo controllo su quello che fanno i figli al computer, al cellulare o sul tablet, ma soprattutto impedire loro di visitare un certo tipo di siti sconvenienti", afferma all'Adnkronos Anna Oliverio Ferraris, psicologa dell'età evolutiva. "Queste scene rimangono impresse nella memoria dei più piccoli ed è difficile che se ne liberino. Può essere una esperienza dissestante – sottolinea l’esperta – Gli adulti devono fare in modo che i bambini non possano vagare ovunque e senza controllo su pc e tablet. Devono sempre sapere cosa stanno guardando".

"Nel caso in cui vedano video o immagini pornografiche – aggiunge – bisogna fargli capire che non sono la normalità e che danno un’idea sbagliata dei rapporti sentimentali e della sessualità. Che si tratta di perversioni di adulti malati". "Loro non sono pronti a questo tipo di immagini – aggiunge – e si riempiono l’immaginario di idee che non gli appartengono. Studi dimostrano che ragazzi che frequentano siti pornografici si convincono talvolta che lo stupro sia una cosa normale, che la sessualità venga vista come qualcosa di estremo che va al di là dei sentimenti fino a diventare un rapporto tra due corpi e non tra due persone".

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

Continua a leggere

Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

Continua a leggere

Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti