ROMA – “Il Polo Museale dei Trasporti all’Ostiense deve riaprire”. Questo è l’appello, lapidario, del Comitato formato dalle realtà associative che, cooperando con Atac, hanno promosso negli ultimi anni eventi e manifestazioni, capaci di aumentare l’interesse e trasformare la struttura in una piattaforma socio-culturale-didattica. A marzo la sospensione delle attività, causa Covid-19, poi il silenzio, tombale.
“Quando le disposizioni governative lo permettevano, il Polo è rimasto ugualmente chiuso”, rileva Sandra Pranzo Giuliani dell’Associazione Donne di Carta, capofila del Comitato. Un presagio? Difficile dare una risposta, però, scavando, si ha il sospetto che Atac abbia voluto mollare lentamente la presa. E che abbia, inoltre, utilizzato la pandemia come pretesto per mettere la parola fine all’esperienza del Polo.
Siamo nell’ambito delle supposizioni, sia chiaro, ma facciamo due conti: nel periodo giugno 2015-settembre 2018 il sito era sotto la struttura Marketing, guidata da Anita Valentini. La dirigente intuisce le potenzialità del sito, quindi intensificare i rapporti con le associazioni e gli istituti scolastici, dando vita a una serie di eventi e manifestazioni, coinvolge il centro anziani dell’Ostiense e con loro realizza gli orti urbani. Le visite sono all’incirca 95mila, tra giovani, studenti e turisti. Nell’ottobre 2018 Atac, nel modificare la macrostruttura, sposta il sito sotto la direzione Comunicazione. Le presenze registrate, fino al febbraio 2020, sono deludenti, soltanto 12mila presenze. Cos’è successo? E perché l’Azienda toglie alla Valentini il Polo Museale, nonostante i successi ottenuti? Mistero.
Ora il Polo è fermo, immobile, sospeso nel limbo, malgrado sia uno spazio all’aperto. Il personale aziendale è stato spostato ad altre sedi, nessuno sembra curarsi del materiale rotabile ferrotramviario e dei preziosi archivi, testimonianza del glorioso passato del trasporto pubblico su ferro di Roma e del Lazio. Alcune vetture, infatti, sarebbero essere state ritrovate colme d’acqua a causa delle infiltrazioni. Una bestemmia. “Rischiamo di perdere tutto”, riprende Sandra, “senza la dovuta manutenzione quel materiale andrà distrutto e con esso la biodiversità presente”.
Martedì scorso il sit-in davanti ai cancelli, un gesto simbolico e pacifico per dare un nuovo scossone. Presente tra gli altri il presidente della commissione cultura dell’VIII Municipio Flavio Conia, suo il provvedimento che chiede la riapertura del sito, votata all’unanimità del Consiglio. C’era pure Svetlana Celli, consigliera civica di Roma Capitale, depositaria di una specifica mozione: “Con il Comitato abbiamo incontrato l’assessore regionale ai trasporti Mauro Alessandri e la consigliera Michela Di Biase, i quali hanno espresso la propria disponibilità. Ma il Polo Museale è bene del territorio capitolino, e come tale, al di là delle competenze, vogliamo che l’Amministrazione Comunale faccia la sua parte e apra, in sinergia con Atac, un tavolo di confronto con le associazioni del Comitato per trovare subito una soluzione adeguata in questo momento di transizione. È questo il senso della mozione, condivisa con il Pd romano”.
Il provvedimento dovrebbe essere discusso e votato dall’Assemblea Capitolina nella giornata di oggi o al massimo dopo Natale. Tutto dipenderà dalla maggioranza. Che, si augura, non si tiri in dietro e non faccia mancare il suo appoggio.