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Roma, Cassia: sventato grosso giro di droga: 7 arresti

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Tempo di lettura 2 minuti Le indagini, durate 6 mesi, con 15 indagati, hanno permesso di colpire lo spaccio a Roma Nord

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ROMA – Alle prime ore del mattino, i Carabinieri della Compagnia Roma Cassia, coadiuvati dalla Compagnia Carabinieri di Meldola (FC), a conclusione di una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e stupefacenti – presso il Tribunale di Roma, diretto dal Procuratore Aggiunto Dott.ssa Lucia Lotti, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dall’Ufficio del G.I.P. del Tribunale Ordinario di Roma, nei confronti di 8 soggetti, dei quali 3 tradotti in carcere, 4 agli arresti domiciliari mentre ad uno è stato notificato il provvedimento dell’obbligo di presentazione presso gli uffici della Polizia Giudiziaria. Gli otto soggetti destinatari del provvedimento cautelare sono ritenuti responsabili, in concorso, a vario titolo, di detenzione ai fini di spaccio e spaccio di marijuana.

L’attività investigativa, durata 6 mesi, che ha visto l’iscrizione nel registro degli indagati di 15 persone, ha permesso di infliggere un ulteriore colpo al fenomeno illecito dello spaccio di stupefacenti a nord della Capitale e nelle zone limitrofe, ricostruendo uno spaccato quotidiano dell’attività criminosa posta in essere da un gruppo di giovani ragazzi, perlopiù di nazionalità italiana. Il sodalizio, con base nel quartiere di Roma “Prima Porta”, era capace di gestire un importante volume d’affari, nell’ordine di migliaia di euro, attraverso la vendita di diversi chilogrammi di marijuana al mese. L’indagine ha permesso di individuare un giovane romano quale referente principale del gruppo, che si avvaleva, da un lato, di persone fidate con il compito di "corrieri" per l'acquisto delle partite dal canale ostiense e la successiva distribuzione, dall'altro, di altri piccoli gruppi di spaccio che gestivano il traffico locale e la vendita al dettaglio.

È stato un sequestro operato nel mese di marzo del 2016, nel comprensorio di Prima Porta, a far scattare l’attività investigativa, nella cui circostanza venne rinvenuto ben 1 chilogrammo di marijuana lanciato da un’auto in corsa, che faceva perdere le proprie tracce alla vista delle forze dell’ordine. Nel corso dell’indagine è stato possibile riscontrare come gli indagati, per evitare che le forze dell’ordine potessero seguire i loro movimenti ed individuare sia il loro canale di approvvigionamento che la loro rete di spaccio, adottassero numerosi stratagemmi, come l’utilizzo un linguaggio criptato nel corso delle conversazioni, di schede telefoniche intestate ad utenti fittizi ovvero cambi di tragitti o dei mezzi di trasporto per impedire pedinamenti, che comunque non gli sono valsi l’impunità.

Numerosi giovani provenienti da diversi quartieri a nord di Roma sono risultati i principali acquirenti dello smercio di marijuana, per lo più appartenenti alla rete di amicizie e conoscenze dei giovani pusher, di età compresa tra i 20 ed i 35 anni.
La fiorente ed intensa attività illecita del gruppo disarticolato questa mattina non era posta in essere solo nei quartieri di Roma Nord, anzi cospicui affari derivavano dalla vendita della droga ad uno degli arrestati residente nella zona di Forlì, il quale ne ordinava ingenti quantitativi per rifornire i locali della movida notturna forlivese ove lo stesso prestava la sua attività lavorativa.

Durante le indagini i Carabinieri della Compagnia Roma Cassia hanno arrestato in flagranza di reato altre 7 persone, segnalato alla Prefettura per uso personale di sostanze stupefacenti 10 assuntori abituali e sequestrato complessivamente circa 1900 gr. di marijuana ed una serra composta da una ventina di piante di marijuana.

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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