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ROMA CASO CERRONI: UNITA' D'INTENTI TRA IL RE DELLA MONNEZZA E MARRAZZO?

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Tempo di lettura 3 minutiNel Piano, però, dice la Procura, tra le macroaree che potenzialmente avrebbero potuto ospitare l’inceneritore «nessuna comprendeva Albano».

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Redazione

Roma – Il re dei rifiuti è ancora sulla cronaca e stupisce per tutti gli intrecci e le conoscenze che ha mobilitato. «Era sottinteso che vi era un’unità d’intenti tra la parte politica e quella imprenditoriale», in pratica un’alleanza tra Manlio Cerroni e Piero Marrazzo. Lo scrive il gip Massimo Battistini nell’ordinanza che ha portato agli arresti domiciliare il re di Malagrotta e altre sei persone nell’inchiesta sui rifiuti, mentre l’ex governatore del Lazio è indagato per abuso d’ufficio e falso. Dunque, nonostante i poteri da commissario per l’emergenza rifiuti fossero cessati il 30 giugno 2008, Marrazzo ha firmato una ordinanza il 22 ottobre dello stesso anno che autorizzava la costruzione di un termovalorizzatore ad Albano Laziale. Il progetto lo aveva presentato il Coema (un Consorzio composto da Acea, Ama e Pontina Ambiente, azienda del gruppo dell’avvocato). Lo stesso presidente della giunta aveva firmato il Piano rifiuti, approvato dal Consiglio regionale nell’estate del 2008, che prevedeva 4 inceneritori (oltre a quelli di Colleferro e San Vittore, il gassificatore di Malagrotta e un altro impianto). Nel Piano, però, dice la Procura, tra le macroaree che potenzialmente avrebbero potuto ospitare l’inceneritore «nessuna comprendeva Albano». Ma non è tutto perché Cerroni pare avesse in qualche modo coinvolto altri politici. "E' bene che vengano chiariti tutti gli aspetti riguardanti il coinvolgimento dell'ex presidente del Municipio XVI Fabio Bellini e dell'ex assessore Carmine Contrasto nell'inchiesta Cerroni. Era ovvio che il Pd del Municipio XII avesse avuto rapporti particolarmente stretti con Cerroni. Era anche evidente il doppiogiochismo degli esponenti del Pd, guelfi in piazza e ghibellini nelle segrete stanze. Ma ora ci spieghino in cosa consistevano i doni natalizi e se hanno ricevuto altri regali in altre occasioni". Lo dichiara in una nota Marco Giudici, consigliere e presidente della commissione trasparenza del Municipio XII (ex XVI). "Dalle intercettazioni riguardanti alcuni personaggi dell'ex XVI Gruppo di Polizia Locale – prosegue la nota – emergono elementi inquietanti. Voglio sperare che quanto pubblicato sulla stampa non sia la punta di un iceberg di un sistema di controllo trasversale dell'edilizia, dell'urbanistica e del commercio, compresa la gestione del mercato di Porta Portese, posto in essere con il coinvolgimento della politica locale. Auguro buon lavoro alla magistratura".

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