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Redazione
È durata appena tre giorni la latitanza dell’uomo di 31 anni che il 23 ottobre scorso, a Roma, è entrato all’interno di un bar nella zona del Casilino, armato di pistola, aprendo il fuoco contro la titolare dell’esercizio e il suo compagno.
Le immediate indagini avviate dagli agenti del Commissariato di zona, diretto dal dr, Antonio Roberti, avevano consentito di identificare quasi subito l’autore del tentato duplice omicidio, ma le ricerche presso il suo domicilio prima, e a casa di amici e parenti poi, anche nella città di origine, non avevano dato esito.
Durante le ricerche, gli investigatori del reparto Volanti, entrati in un parco non distante dal luogo dove si era consumato il fatto, erano riusciti a recuperare e sequestrare anche l’arma usata dal malvivente. Una pistola semiautomatica color oro con guanciole in madreperla.
Dagli accertamenti è emerso, che con molta probabilità, il 31enne L.I., originario della città di Taranto, mosso da risentimento verso la coppia, causa un processo che li vede tutti protagonisti nell’ambito di un procedimento penale per truffa, in danno di una Associazione di volontariato e solidarietà, abbia tentato di vendicarsi.
Ormai alle corde, messo alle strette dalla morsa degli agenti che lo braccavano, nel pomeriggio di ieri l’uomo ha deciso di consegnarsi agli investigatori, e dopo aver fatto telefonare da un parente, ai poliziotti del Casilino, si è consegnato.
Prelevato dal luogo dove aveva trovato rifugio è stato accompagnato in ufficio.
Ultimati gli accertamenti sull’identità, per l’uomo è scattato il Fermo di indiziato di delitto per duplice tentato omicidio.
Messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è ora rinchiuso nel carcere di Regina Coeli.
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