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ROMA: CARABINIERI E GUARDIA CIVIL SPAGNOLA ARRESTANO 14 PERSONE PER TRAFFICO INTERNAZIONALE DI SOSTANZE STUPEFACENTI

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Tempo di lettura 3 minuti Il gruppo criminale riforniva anche il mercato di Roma

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Redazione

Roma – Nel corso della notte, con un’operazione congiunta condotta in Italia e Spagna, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma e i militari della Guardia Civil spagnola hanno dato esecuzione a provvedimenti di arresto emessi dalle Autorità Giudiziarie nazionali, nei confronti dei componenti di un gruppo criminale di narcotrafficanti operanti in Spagna, Francia e Italia, accusati di traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

In Italia i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia [PM dott.ssa Delia Cardia] a carico di 2 soggetti, un ventiduenne romano ed un quarantaquattrenne venezuelano, entrambi operanti su Roma, mentre in Spagna i militari dell’Unità Antidroga e Criminalità Organizzata [EDOA] della Guardia Civil hanno arrestato 12 persone operanti tra Murcia e Madrid [E], su ordine del Giudice Istruttore di Cartagena.

Le misure cautelari sono state emesse a conclusione dell’indagine convenzionalmente denominata “Teodosio”, sviluppata dai Carabinieri di via in Selci da maggio a settembre 2014, in cooperazione internazionale con gli investigatori spagnoli e grazie al raccordo e coordinamento tra le Autorità Giudiziarie italiana e spagnola, attuato tramite Eurojust, l’organismo internazionale per il coordinamento delle azioni penali tra le magistrature degli stati membri dell’Unione Europea.
Le indagini hanno rivelato come l’organizzazione criminale spagnola era in grado di approvvigionare ingenti quantitativi di hashish dal Marocco che venivano poi stoccati in Francia, grazie ad un’efficiente struttura logistica gestita da due marocchini e, di qui, smistati in vari paesi europei, seguendo quindi una delle tradizionali rotte di importazione in Europa dell’hashish.

Proprio dalla Spagna era stata avviata, nei primi mesi del 2014, una trattativa tra il gruppo spagnolo operante a Murcia con dei compratori italiani operanti sulla Capitale e interessati all’acquisto di un ingente quantitativo di hashish da distribuire sul mercato romano al dettaglio. Su Roma infatti il gruppo criminale spagnolo poteva contare sull’opera di intermediazione di un broker venezuelano soprannominato “El Mechas” (il tinto), il quale aveva il compito di individuare i potenziali clienti dell’attività di narcotraffico e organizzare le importazione di narcotico in Italia.
La trattativa per la compravendita del narcotico è stata quindi monitorata, in cooperazione, dai Carabinieri e dalla Guardia Civil, e ciò ha consentito di individuare i potenziali compratori italiani dello stupefacente. Dopo alcune settimane di appostamenti, il 26 maggio scorso, i militari di via in Selci sono riusciti a monitorare l’arrivo dall’estero del carico di droga, intervenendo al momento in cui i due acquirenti romani stavano scaricando da un furgone lo stupefacente per occultarlo in una casa di campagna in attesa di provvedere alla successiva ulteriore distribuzione al dettaglio. L’intervento, eseguito in un’area rurale del comune di Palestrina, ha consentito ai Carabinieri di rinvenire e sequestrare circa 300 kg di hashish [oltre 2900 tavolette del peso di 100 grammi ciascuna] e di arrestare in flagranza di reato due persone, M.M. classe 1964 e L.C. classe 1966.
Dalla vendita al dettaglio della sostanza sequestrata che, secondo le analisi esperite, era di buona qualità per il principio attivo contenuto (tale che si sarebbero potute ottenere oltre 650.000 dosi), si sarebbero potuti ricavare oltre 6 milioni di euro. I due soggetti arrestati per traffico di stupefacenti sono tutt’oggi detenuti in carcere in regime di custodia cautelare.


La misura cautelare odierna, emessa dall’A.G. romana, ha colpito il broker venezuelano che operava in Italia per conto dell’organizzazione criminale [N.R.J., classe 1970] e un soggetto romano [B.M., classe 1992] coinvolto nell’illecita importazione del maggio scorso. Il venezuelano – che, secondo le indagini, stava già organizzando una nuova importazione – è stato ristretto al carcere di Roma Regina Coeli, mentre il romano è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

L’operazione, svolta congiuntamente in Spagna, ha visto operare Carabinieri e Guardia Civil in stretta sinergia, anche nella fase dell’esecuzione delle perquisizioni a carico dei sodali. Nel corso delle stesse, in Spagna, sono state sequestrate tre autovetture e rinvenute 2 pistole, 1 mitraglietta, 1 fucile e numeroso munizionamento illegalmente detenuto, oltre a denaro in contante ritenuto provento dell’attività di narcotraffico. Tale ritrovamento è ulteriore conferma della pericolosità e capacità criminale del sodalizio disarticolato con l’operazione odierna e costituisce ulteriore riscontro alle attività condotte dagli investigatori italiani e spagnoli.
 

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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