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di Matteo La Stella
Roma – Gli ospiti del campo nomadi di Via Sebastiano Vinci hanno attivato un vero e proprio piano di marketing per il loro “mercatino dell’usato”. Dopo l’enorme scritta apparsa sullo spartitraffico in cemento visibile impegnando la rotatoria che porta poi all' insediamento dei nomadi ed alla quale si accede da Via Sebastiano Vinci , adesso è la volta dei volantini pubblicitari per incrementare il bacino di utenza all’attività abusiva. Diverse le pattuglie della Polizia Municipale di Roma che transitano nella zona, ma nessuna sembra interessarsi ai movimenti che iniziano di prima mattina quando è ancora buio.
La legge italiana infatti prevede , con il decreto legislativo n° 114 del 31 marzo 1998 all’articolo 28 comma 2 che il commercio sulle aree pubbliche sia soggetto a regolare licenza rilasciata dal comune. La licenza può essere di due tipi differenti , A e B, con connesse restrizioni e diritti , ma soprattutto con costi e tasse a carico del commerciante anche in materia pubblicitaria . Nulla dunque sarebbe lasciato al caso dal comune di Roma che dispensa multe pretendendo legalità dai propri cittadini, condannati a trafile burocratiche e costi che pesano sulle attività lecite , accordando invece, come sembrerebbe , il proprio benestare all’abusivismo degli abusivi . Abusive sono anche le discariche che si trovano nel grande parcheggio del Santa Maria Della Pietà , ex manicomio che oggi ospita la ASL RME , ai quali si accede proprio da Via Vinci. Buste , calcinacci , vetri e indumenti in grandi quantità risultano abbandonati nell'area riservata alla sosta dei veicolo , situata proprio davanti ad uno dei due depositi Ama presenti su Via Sebastiano Vinci.
L’Ama si dice impossibilitata ad intervenire se non dopo reclamo dei cittadini. Nel quartiere ci confermano in molti di aver denunciato la situazione, aggravata anche dalla grande discarica sorta dietro all’insediamento dei nomadi, che confina proprio con il secondo dei depositi AMA, che si trova al termine della Via in questione. Qui c’è ogni sorta di rifiuto, resto , rottame e a terra sono evidenti i segni dei roghi appiccati dai nomadi che condannano i residenti a respirare involontariamente i fumi tossici dell’insediamento . Grande sorpresa per i molti che non abitano qui e che invece amplifica l’ira del quartiere che non ci sta più a vedere violati spazi pubblici , ad assistere tutti i giorni al rovistaggio nei cassonetti della zona , svuotati del proprio contenuto che nella maggior parte dei casi resta a terra, a respirare aria nociva. Le istituzioni hanno il dovere di togliersi la benda dagli occhi , garantire pulizia e sicurezza ai cittadini e a tutti gli onesti che fanno i salti mortali per rispettare la legge .
Dunque , “ Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” , celebre giallo di Carlo Emilio Gadda e la “fotografia” odierna del quartiere di Monte Mario, sito nel XIV Municipio (ex XIX ) non hanno quasi nulla che li accomuna, fatta eccezione per la soluzione , che nell’opera di Gadda resta nell’immaginario del lettore e che a Monte Mario sembra invece molto lontana , dove il quartiere è nelle mani di istituzioni senza polso.
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