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Roma

ROMA: CAMPIDOGLIO ACCELERA PER RISOLVERE EMERGENZA ROM

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Tempo di lettura 2 minutiLa bozza del piano nomadi dell'assessore alle politiche Sociali e alla Casa, Francesca Danese, verrà presto trasformata in una delibera di giunta per "superare definitivamente i campi rom"

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di Matteo La Stella

Roma – A distanza di due giorni dall'inseguimento che ha seminato il panico per le strade di Primavalle, provocando la morte di una persona e il ferimento di altre 8, il Campidoglio punta ad accorciare i tempi per superare l'emergenza rom, schiacciando a tavoletta l'acceleratore verso la potenziale soluzione.

Presto, dunque, la bozza del Piano nomadi dell'assessore alle politiche Sociali e alla Casa, Francesca Danese, verrà trasformata in una delibera di giunta. L'obiettivo da perseguire, secondo il vicesindaco Luigi Neri, è quello di: “Superare definitivamente i campi rom”, garantendo un'abitazione a chi ne ha diritto, costringendo invece chi non lo ha a risolvere per conto suo il cruccio dell'alloggio. “Noi siamo l'unica amministrazione che si è posta il problema di superare i campi rom e riportare la legalità mandando via le famiglie che hanno un reddito elevato o una proprietà”, ha concluso il vicesindaco, spiegando come questo progetto continua di pari passo al percorso di integrazione, che lo stesso reputa “asse portante”.

Il pacchetto, che viaggia sulla scia di quello approntato da Pisapia nel 2011 a Milano, prevede una serie di norme che puntino ad azzerare la presenza di insediamenti rom e sinti nella capitale, con l'intento di integrare una popolazione ormai sedentaria e non più nomade.

All'interno del “vademecum anti campi rom”, sono tre i punti salienti su cui si basa l'impostazione del Campidoglio: concludere il censimento degli oltre 7mila rom presenti negli insediamenti regolari, che ha già consentito di portare a galla alcuni degli impostori che occupavano dei moduli abitativi all'interno degli insediamenti, a fronte di un reddito alto e magari anche di una casa di proprietà. Il secondo punto, invece, confermerebbe l'accesso ad un alloggio popolare come previsto già nel 2013 con l'innaugurazione da parte della giunta Alemanno, mentre, il terzo punto, prevede l'assegnazione su richiesta dei nomadi di lotti di terreno, probabilmente quelli dove tutt'ora sorgono gli insediamenti, da affidare agli stessi insieme a del materiale per costruirsi autonomamente dei prefabricati dove abitare.