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Chiara Rai
Questa mattina sono caduti altri due frammenti del Colosseo, il più famoso anfiteatro romano del mondo che nel 2007 fu inserito fra le Nuove sette meraviglie del mondo, a seguito di un concorso organizzato da New Open World Corporation (NOWC). La situazione è allarmante perché quando succede qualcosa scatta l’allarme e invece quando tutto tace si lavora a ritmi lumaca per cercare di far partire i lavori di restauro. Già a fine dicembre caddero altri frammenti di tufo, proprio nella parte antistante l'Arco di Costantino. In queste ore è in corso un sopralluogo dei tecnici per stabilire l'entità del danno. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno è andato all'Anfiteatro Flavio e nel corso del sopralluogo ha detto: “'Questa situazione di crolli nell'area del Colosseo sta diventando quotidiana, ed e' insostenibile e inaccettabile che il monumento più famoso del mondo sia in una situazione di rischio e danneggiamento''. Il primo cittadino capitolino ha, inoltre aggiunto: ''Non si può più rinviare il restauro dell'Anfiteatro. Ci sono 25 milioni di cui già 10 consegnati al Mibac che sono fermi. Tutto e' fermo per colpa di un'associazione e di un sindacato che hanno cominciato a bombardare di esposti questo restauro, obbligando la magistratura a degli atti dovuti, ad aprire fascicoli e a causare i rinvii. Grazie al ministro Ornaghi abbiamo mantenuto la disponibilità di Della Valle per questo finanziamento. Come sindaco di Roma mi appello, nonostante non sia competenza nostra, a rompere gli indugi e a fare un'opera di 'moral suasion''. Già a dicembre la direttrice del Colosseo, Rossella Rea, rassicurò dicendo che a causare il distacco fu un piccione: "E' stata la caduta di un piccolo frammento di tufo dal prospetto esterno del monumento sul quale a marzo saranno posti i ponteggi per i restauri finanziati da Diego Della Valle". Intanto il sovrintendente dei Beni culturali di Roma, Umberto Broccoli interviene: "Per ora so soltanto che non è grave e che è in corso il sopralluogo. Ma anche se non è grave – aggiunge Broccoli – ciò dimostra che i lavori sono indifferibili, se vogliamo ancora continuare a parlare…". Replica in maniera critica la Uil Beni e attivtà culturali: ''E' scontato che rispetto a quanto avviene al Colosseo la prima reazione e' quella di dire andiamo subito al restauro – afferma in una nota il ccordinamento – Questo lo diciamo anche noi della Uil Beni e Attività Culturali, tuttavia ci sorge un dubbio viste le dichiarazioni che vengono rese in maniera contraddittoria dal direttore dell'Anfiteatro Rossella Rea nonché della totale mancanza del ruolo di un Soprintendente che ad oggi addirittura non c'e' visto che la dott.ssa Moretti e' in quiescenza dal giorno 9 gennaio. La Rea nei precedenti casi di crollo di frammenti ha minimizzato -afferma la Uilbac- ora invece lancia allarmi. Allora la domanda che la Segreteria Nazionale della UilBac rivolge al Ministro Ornaghi , al Sottosegretario, fino a qualche giorno fa Commissario per gli interventi sul Colosseo e': perché non si utilizzano le risorse di cui la stessa Soprintendenza archeologica dispone visto che ad oggi risulta avere il 76,72% di risorse non spese pari a 82.340.910,08 milioni di euro nelle proprie casse?''. 'Questi -prosegue la nota- non sono dati della UilBac ma sono dati del Mibac e per questo diciamo basta con i tentativi di criminalizzare chi come la Uilbac ha chiesto chiarezza rispetto ad operazioni che la Magistratura sta accertando. Piuttosto, visto che il restauro del Colosseo lo vogliamo tutti, iniziamo a dire che le risorse per iniziare ci sono ma accertiamo anche -conclude la Uilbac- le responsabilità di chi pur disponendo di ingenti risorse non le spende''. A catena scoppiano altre reazioni: Bisogna ''discutere rapidamente di una nuova norma per le sponsorizzazioni che chiarisca modalità, limiti e garanzie per il patrimonio, ma anche per imprenditori e privati che mostrano attenzione e sensibilità apprezzabili''. Lo scrive il responsabile cultura del Pd, Matteo Orfini, oggi sull''Unita'', rivolgendosi al ministro dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi e al sottosegretario Roberto Cecchi. ''Non possiamo accettare -aggiunge Orfini- che chi come Della Valle vuole dare una mano si ritrovi in questo tritacarne per mancanza di una normativa efficace''.
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