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Redazione
Il giovane vicepresidente del consiglio, Samuele Piccolo, classe 1981, è finito agli arresti domiciliari con le accuse di associazione a delinquere e finanziamento illecito ai partiti. Arrestati anche il padre Raffaele e il fratello Massimiliano, quest’ultimo considerato dalla Procura il “capo” dell’associazione a delinquere. Ruolo apicale è attribuito anche al capostipite Raffaele.
Al fratello Massimiliano sono stati sequestrati due milioni di euro. Per i pm il denaro sarebbe il frutto dei reati fiscali. Gli inquirenti hanno anche sequestrato il 50% delle quote di una società immobiliare. Secondo quanto accertato i crediti fittizi dell’Iva venivano investiti dai Piccolo anche per l’acquisto di case. I soldi, attraverso una serie di società legate alla famiglia Piccolo, secondo l’accusa, creati attraverso finti crediti Iva e drenati al fisco, erano dirottati all’attività politica del vicepresidente del consiglio comunale.
Sono tre gli episodi di finanziamento illecito di cui deve rispondere il consigliere. Tutti episodi legati all’ultima campagna elettorale. Secondo quanto accertato da Procura e dalla Guardia di Finanza, Piccolo avrebbe finanziato illecitamente cene promozionali e fondi garantiti per l’avvio di un call center, usato per la campagna elettorale. Per quest’ultimo sarebbero stati distratti 122 mila euro. Il Pdl del Lazio ha intanto sospeso Samuele Piccolo in via cautelativa ”fino a che non sarà concluso l’iter giudiziario che lo riguarda”.
Ai domiciliari sono finiti anche altri soggetti riconducibili alle 60 società cooperative che avrebbero frodato l’Iva. In totale sono indagate 13 persone, tra cui anche la madre di Piccolo, Elena Ciaravolo. In totale sono sette i provvedimenti di custodia cautelari firmati dal gip Filippo Steidl. I pm avevano chiesto l’arresto anche di Ezio D’Angelo, assessore all’VIII municipio della Capitale ma la richiesta è stata respinta. A tutti, a seconda delle singole posizione, sono contestati i reati di associazione a delinquere, appropriazione indebita, illecito finanziamento ai partiti e frodi fiscali.
Nell’ufficio del consigliere sono state effettuate perquisizioni, con l’acquisizione di carte e documenti. Le verifiche sono partite anche sulla base di accertamenti delle Agenzia delle entrate. “Ho fiducia nel lavoro della magistratura. Speriamo in un rapido chiarimento di una vicenda sicuramente molto, molto brutta”, ha detto il sindaco Alemanno.
Nella tornata del 2008, quella che ha portato ad Alemanno sindaco, il giovanissimo consigliere (allora di An), Samuele Piccolo, classe 1981, fu quello più votato: entrò in Campidoglio con 12 mila voti. La sua fu una campagna elettorale sul territorio, imponente ma anche porta a porta: fatta di maxicartelloni e iniziative nei centri anziani, manifesti ovunque e incontri con i cittadini. Ma soprattutto coordinata da un call center efficentissimo che portò Piccolo a trionfare con un vero e proprio boom di preferenze elettorali. L’inchiesta è coordinata dai pm Paolo Ielo e Barbara Sargenti (Fonte: ANSA)
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