Connect with us

Roma

Roma, borseggiatori alla stazione Termini: la bolgia degli impuniti

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Ennesima aggressione nella metro “A”

Non è solo il caldo ad aumentare la temperatura a Roma ma la miriade di borseggiatori e borseggiatrici che riempiono sia i treni della metropolitana che i corridoi delle varie stazioni.
Una situazione che è ormai quasi al collasso.
Oggi (ieri per chi legge nds) tornavamo a casa ed abbiamo assistito in diretta all’ennesima aggressione: una violenza inaudita nei riguardi di una signora che già altre volte è stata oggetto di aggressioni.
La dinamica è sempre la stessa: un soggetto aizza il branco che poi si scaglia verso vittime ignare.
Siamo soli, dicono a microfono spento, i vigilanti e le vigilanti che pattugliano questa terra ormai non più di nessuno.
Addirittura ci filmano se agiamo contro di loro minacciandoci di denuncia, aggiunge una donna della vigilanza della Metro.

Due delle ragazze protagoniste dell’aggressione

Oggi la signora Maria (della quale omettiamo per ovvi motivi di sicurezza il cognome) torna a casa, ancora un volta, colpita con rabbia e spaventata, perché si è “permessa” di cercare di allontanare un gruppo di borseggiatrici attorno ad un turista.
Siamo all’apoteosi di uno squadrismo di violenza che ha come unico interesse depredare i malcapitati e vivere nell’impunità.
Polizia e Carabinieri provano a “parare” il colpo ma è una sfida impari perché a decine di fermi rispondono centinaia di “non luogo a procedere verso tali soggetti”.
Il clima, non solo quello meteorologico, ha raggiunto picchi massimi.
Quo usque tandem abutere patientia nostra” sembra gridare la città di Roma.
Ma nessuno, fino ad ora, ascolta questo grido disperato di cittadini e turisti.

Cronaca

Roma, boom di atti vandalici alle automobili in sosta alla stazione Anagnina

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Negli ultimi mesi, il parcheggio del Terminal Anagnina a Roma è stato teatro di un preoccupante aumento degli atti vandalici e dei furti alle automobili in sosta. Il fenomeno, che sta creando allarme tra i cittadini e i pendolari che utilizzano questo snodo di trasporto, ha visto un nuovo episodio ieri pomeriggio, quando i Carabinieri della Stazione Roma Cinecittà hanno arrestato tre uomini colti in flagrante mentre rovistavano all’interno di un’auto parcheggiata.

L’ultimo fatto di cronaca ha avuto luogo nel pomeriggio di ieri, quando una pattuglia dei Carabinieri, durante un controllo di routine, ha notato movimenti sospetti vicino a un veicolo in sosta. Avvicinandosi, gli agenti hanno sorpreso tre uomini, di 20, 45 e 60 anni, tutti di origine nomade, intenti a rovistare nell’auto dopo averne infranto il finestrino. I tre sono stati immediatamente arrestati con l’accusa di tentato furto e portati in caserma per ulteriori accertamenti.

Questo episodio non è isolato. Negli ultimi mesi, numerosi automobilisti hanno denunciato atti vandalici e furti ai danni delle loro vetture parcheggiate al Terminal Anagnina. Secondo le testimonianze raccolte, i malintenzionati agiscono spesso in pieno giorno, approfittando dell’alta affluenza di persone per confondersi e passare inosservati.

L’aumento di questi episodi sta creando un clima di insicurezza tra i cittadini che ogni giorno utilizzano il parcheggio del Terminal Anagnina. Molti automobilisti ora temono di lasciare le proprie vetture incustodite, consapevoli del rischio di ritrovarle danneggiate o saccheggiate. Questo ha portato alcuni a cercare alternative più sicure, nonostante la comodità del parcheggio vicino al terminal.

In risposta a questa crescente ondata di vandalismi, le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli nella zona, aumentando la presenza di pattuglie e avviando operazioni mirate per prevenire ulteriori atti criminosi. L’arresto dei tre uomini di ieri rappresenta un passo significativo nella lotta contro questo fenomeno, dimostrando l’impegno dei Carabinieri nel garantire la sicurezza dei cittadini.

Per contribuire a contrastare questo problema, i cittadini sono invitati a segnalare immediatamente alle autorità qualsiasi attività sospetta osservata nei parcheggi. Inoltre, è consigliabile non lasciare oggetti di valore all’interno delle vetture e, se possibile, utilizzare parcheggi custoditi.

L’episodio di ieri pomeriggio è solo l’ultimo di una serie di atti vandalici che stanno affliggendo il parcheggio del Terminal Anagnina e delle altre stazioni di Roma, soprattutto quelle periferiche. La collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine sarà fondamentale per arginare questo fenomeno e ristabilire un senso di sicurezza in una delle principali aree di transito della capitale.

Continua a leggere

Roma

Roma, metro Spagna: aggredito da borseggiatori lo “youtuber vigilantes” Simone Cicalone

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Le violenze e i borseggi nella metropolitana di Roma non cessano.
Dopo l’arresto effettuato pochi giorni fa di una delle ragazze coinvolte nell’aggressione alla quale abbiamo assistito in diretta (leggi https://www.osservatoreitalia.eu/roma-borseggiatori-alla-stazione-termini-la-bolgia-degli-impuniti/) ci troviamo a commentare un’ennesimo atto di violenza ai danni di vigilanti posti a sicurezza delle stazioni della Metropolitana di Roma.
Stasera, intorno alle 18,00, la notizia dell’aggressione alla stazione metropolitana di piazza di Spagna, da parte di alcuni borseggiatori sudamericani, ai danni di Simone Cicalone, noto youtuber, nel quale è rimasta coinvolta e ferita una sua collega.

Simone Cicalone, youtuber

Il tutto si è fortunatamente concluso con l’intervento della Polizia di Stato chiamata sul posto assieme ai sanitari del Pronto Soccorso intervenuti in quanto anche lo youtuber ha riportato delle lesioni.
La situazione, come già avevamo scritto precedentemente, rischia di sfuggire di mano dal controllo delle Forze dell’Ordine e dell’ Amministrazione di Roma Capitale che sembra sottovalutare il problema.
Nelle segnalazioni che riceviamo ogni giorno bisogna a malincuore menzionare il fatto che una donna impegnata nella Vigilanza delle Stazioni Metro è stata oggetto ripetutamente di aggressioni e di minacce da parte di borseggiatori ai quali “non consentiva di lavorare”.
Ci teniamo a sottolineare che lo youtuber da qualche tempo effettua dei controlli assieme a dei suoi amici nelle stazioni della metropolitana più affollate della linea A e dopo questi “raid” per “tutelare i passeggeri della metropolitana di Roma”, stante le sue parole, vi è stato un intervento estremamente duro da parte della CGIL che sembrerebbe aver accusato lo “youtuber vigilantes” di “giustizia privata”, “violenza e razzismo”.

il deputato di Fratelli d’Italia, l’onorevole Riccardo de Corato

Sul caso, il deputato di Fratelli d’Italia, Riccardo de Corato, già vicesindaco di Milano ed assessore alla sicurezza della Regione Lombardia, ha presentato un’ interrogazione parlamentare nei riguardi della CGIL.
Il clima di questa estate romana si riscalda ancora di più.

Continua a leggere

Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: Angelo Polimeno Bottai presenta il libro “Mussolini io ti fermo”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 6 minuti
image_pdfimage_print

“O lo battezzate o ve lo riprendete. Io una bestia non l’allatto!”
Sono queste le parole che la balia frascatana Teresa rivolge ai genitori del piccolo Giuseppe Bottai contenute nel libro “Mussolini io ti fermo” che il nipote, Angelo Polimeno Bottai, presenta oggi nel salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria.
Sono l’incipit a questa serata che racconta, attraverso le pagine del libro, la storia e la vita di una delle figure che hanno rappresentato il ventennio fascista.

Emanuela Bruni ed Angelo Polimeno Bottai

C’è un profondo legame tra Frascati e l’autore del libro in quanto la città tuscolana, dice, “è parte stessa della nostra vita, infatti mio nonno venne battezzato nella Cattedrale di San Pietro ed io, molti anni dopo, ricevetti nella stessa Chiesa la Prima Comunione”.
Figura molto controversa, Giuseppe Bottai, viene “raccontato” attraverso una attenta analisi storica proprio per evitare, come dice lo stesso Angelo Polimeno Bottai, che “gli affetti prendessero il sopravvento sulla verità storica … è stata davvero una grossa responsabilità”.
Il quadro che emerge dalle pagine del libro narra un giovane Bottai lontano, nei primi anni della giovinezza, dalla politica ma che poi, vivendo, con la sua famiglia, nello storico quartiere romano Macao, resta colpito dalla presenza e dalla prestanza dei militari.
Siamo a ridosso della Grande Guerra alla quale Giuseppe Bottai prende parte come volontario negli Arditi riuscendo a mettersi in luce per il suo ardimento che lo porterà a ricevere una medaglia d’argento ed una di bronzo al valor militare.
Alla fine della guerra conosce e frequenta Benito Mussolini “rimandone folgorato” – dice l’autore – legandosi a quello che diverrà il “duce” attraverso un “rapporto travagliato con quest’uomo non altissimo di statura ma imponente nel carattere e nel modo di essere”
Un legame che può essere racchiuso nel titolo della rivista che Giuseppe Bottai fonda nel 1922, Critica Fascista, (da ricordare che tra gli abbonati di tale rivista figura Antonio Gramsci) proprio a sancire un atteggiamento molte volte contrario dello stesso Bottai ad alcune scelte che condurranno quella che originariamente vuole essere una rivoluzione che vuole riportare ordine e legalità in un paese, l’Italia, attraversato da molteplici attività anarchico socialiste che portano a terre occupate e centinaia di scioperi, ad una vera e propria dittatura.
“Ci sono due anime nel fascismo: quella che incarna mio nonno, i revisionisti, e quella che fa capo a Roberto Farinacci, gli irriducibili” spiega con estrema chiarezza Angelo Polimeno Bottai precisando che l’intento della “fazione” a cui fa capo il nonno cerca di convincere il Duce a mettere le mani nelle riforme necessarie allo sviluppo del paese per farlo risorgere da quella vittoria dimezzata che è stata la fine del Primo Conflitto Mondiale.
Ed una profonda frattura, spiega ancora, avviene immediatamente dopo la notizia del rapimento del deputato socialista, Giacomo Matteotti, definito da Giuseppe Bottai il “più efferato, inumano e stupido delitto che si potesse commettere verso un uomo di parte avversa e contro l’idea che anima la nostra parte”; una vera e propria condanna che culmina nella frase “bisogna trovare i responsabile anche se fossero nelle alte sfere”.
Questo, ovviamente, come riportano le pagine del libro, pone lo stesso Giuseppe Bottai ai margini del regime che sta nascendo che non è “inviso alle grandi potenze”, spiega Angelo Polimeno Bottai, ma che non pensa minimamente ad una alleanza con la Germania che sta divenendo hitleriana.
Addirittura, spiega, “ci sono liti profonde tra la stampa italiana e quella tedesca” fino al punto che alla cacciata degli ebrei dalla Germania molti di questi addirittura arrivano nel nostro Paese ed è la guerra d’Etiopia, nella quale Giuseppe Bottai si arruola, diventa il “punto di non ritorno” che segna in modo inesorabile l’alleanza italo/tedesca.
Le sanzioni permettono ad Hitler di legare con un patto economico e sodale l’Italia di Mussolini determinando il fatto che, spiega l’autore, “l’innamoramento di Giuseppe Bottai verso il duce si incrina ma rimane una lealtà critica che non determina affatto la rottura del rapporto”.
Ed è in questo momento che la frattura con l’area degli irriducibili di Farinacci raggiunge punti davvero enormi arrivando all’approvazione delle Leggi Razziali.
Lo stesso Roberto Farinacci fa girare la voce che Bottai sia d’origine ebraica per estrometterlo ed il risalto che questa notizia ha a livello internazionale diventa sempre più grande (addirittura si trova in molti giornali francesi e tedeschi).
La scelta di Giuseppe Bottai, divenuto Ministro dell’Educazione, di applicarla in maniera dura diventa, al tempo stesso, “un’angoscia” ed una “responsabilità” necessaria.
La prova di questo suo momento difficile si ritrova nella corrispondenza riportata tra le pagine del libro ove un carteggio con l’allora vicepresidente dell’Unione delle Comunità Israelitiche d’Italia, l’avvocato Aldo R. Ascoli mostra l’apertura di Bottai verso gli ebrei italiani valuta la possibilità concreta di “concedere particolari benemerenze a famiglie di ebrei in cui qualcuno abbia acquisito meriti particolari, militari o civili”.
“Due parti in commedia” spiega Angelo Polimeno Bottai dimostrando, ancora una volta, il forte attaccamento di Giuseppe Bottai all’origine rivoluzionaria del fascismo di cui resta innamorato.
Le contrapposizioni con Farinacci aumentano esponenzialmente: Bottai redige, durante il mandato che lo vedo governatore della Capitale, i piani per la creazione di EUR 42, l’Esposizione Universale di Roma che si sarebbe tenuta nel 1942 (a ragione si crede che nessuno nei primi anni del ’30 pensasse ad una Guerra Mondiale), ed in antitesi al premio Cremona, Bottai da vita dapprima al premio Bergamo e successivamente manda in stampa la rivista Primato che diviene uno dei capisaldi della cultura italiana del momento.
Sulle pagine del “Primato. Lettere e arti d’Italia” scrivono le firme italiane più eccellenti, da Nicola Abbagnano a Galvano della Volpe, da Walter Binni a Mario Praz, da Dino Buzzati a Vasco Pratolini, passando per Quasimodo, Montale, Ungaretti, Guttuso ed un giovanissimo Eugenio Scalfari ebbe a dire “su il Primato potevo scrivere liberamente mettendo alle corde Farinacci”.
Un’oasi culturale che dimostra la libertà di pensiero di Giuseppe Bottai ed il suo vano tentativo di riportare il fascismo a quegli albori che erano rimasti nel suo animo rivoluzionario.
Oasi che, attraverso poi l’emanazione di quella che divenne la legislazione per la difesa delle opere d’arte italiane fino alla creazione dell’Istituto Centrale del Restauro, porta alla salvezza di un enorme patrimonio artistico del nostro paese grazie anche alla collaborazione di personalità del calibro di Giulio Caio Argan, in chiave e funzione antinazista concretizzandosi anche sul piano prettamente pratico.

Il libro si conclude con i tragici momenti che portarono al famoso 25 luglio 1943 dove una “dittatura” decreta una successione, una piena antitesi al concetto stesso di dittatura.
Giuseppe Bottai è uno di quelli che votarono a favore dell’Ordine del giorno Grandi e per questo, condannato in contumacia, dai tribunali della Repubblica Sociale, dapprima si rifugia in Vaticano fino a giungere poi sotto il falso nome di Andrea Battaglia a combattere vestendo la divisa della Legione Straniera per la liberazione della Provenza dalle truppe naziste.

Due momenti importanti da sottolineare orchestrati da due ex sindaci della città di Frascati: Roberto Eroli e Stefano Di Tommaso.
Quest’ultimo, attento ricercatore, legge una lettera scritta dal Ministro della Cultura Popolare, Alessandro Paolini, ed indirizzato al ministro dell’Educazione Giuseppe Bottai.

Stefano Di Tommaso con in mano la lettera indirizzata da Alessandro Paolini a Giuseppe Bottai

Roberto Eroli invece esorta Angelo Polimeno Bottai a ricercare, tra i diari del nonno Giuseppe, informazioni che possano fare ulteriore luce sul tragico bombardamento effettuato dagli alleati l’8 settembre 1943 della città di Frascati.

nella foto, da sx, Angelo Polimeno Bottai, Roberto Eroli ed Emanuela Bruni

Una serata che ha riportato i tantissimi presenti nei giorni ancora vivi di quel Ventennio Fascista.

Colpisce, e non poco, la frase dell’ultima di copertina del libro nella quale, Angelo Polimeno Bottai, scrive “Nato pochi mesi dopo la sua morte, Giuseppe Bottai purtroppo non l’ho mai incontrato. Un doppio dispetto del destino: come nipote e come giornalista. In questa seconda veste, tuttavia, posso raccontare chi è stato l’uomo che più di tutti ha rappresentato ragione e coscienza del 25 luglio 1943”.

il direttore de “Il Tuscolo” ed amico Fabio Polli con Angelo Polimeno Bottai

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti