ROMA BANCHINE METROPOLITANA A: LO SCANDALO DELLA MANCANZA DI SICUREZZA

di Chiara Rai

Roma – Idranti a muro divelti o mozzi di manichette antincendio e nel peggiore dei casi armadietti completamenti vuoti perché si son rubati tutto il kit dell’estintore, persino la copertina termica in dotazione. Un quadro degno di una metropoli del terzo mondo quello della sicurezza antincendio nelle stazioni delle metropolitane di Roma, dove la linea A è praticamente la “cenerentola” della Capitale, mentre la B risulta essere straordinariamente a posto tranne una sola stazione, quella del Policlinico, dove il vetro è rotto e l’estintore non funzionante a causa del furto della manichetta. E siamo a due passi dalla prima Università di Roma. Nella metro A è stato difficile trovare impianti funzionanti, qui la sicurezza antincendi in banchina è del tutto latitante: in 18 stazioni su 27, gli impianti idrici e di sicurezza sono compromessi.

Succede a Repubblica, Termini, Vittorio, Manzoni, San Giovanni, Re di Roma, Ponte Lungo, Furio Camillo, Porta Furba, Numidio Quadrato, Lucio Sestio, Cinecitta’, Barberini, Spagna, Flaminio, Lepanto, Ottaviano, Valle Aurelia. Sul sito Roma Metropolitane è chiaramente scritto “per quanto riguarda le attrezzature legate alla sicurezza antincendio, sia nella stazione della Linea A che in quella della Linea B sono stati installati impianti idrici”. E’ vero, peccato che sono quasi tutti danneggiati e nonostante i controlli avvengano regolarmente ogni sei mesi, certi armadietti sembrano essere orfani degli estintori da tempo immemore. A Cinecittà l’armadietto rosso è spalancato senza più l’idrante all’interno: c’è rimasto soltanto il tubo in nylon senza manici ne pistola del getto in ottone. L’ottone è scomparso anche dalla stazione Lucio Sestio dove il vetro è in frantumi. Stessa storia a Numidio Quadrato, Porta Furba e Furio Camillo. A Ponte lungo è tutto un disastro, qui imperano gli adesivi della ditta di impianti antincendio che dovrebbe controllare che tutto sia in ordine: l’armadietto è distrutto, non c’è più neppure l’estintore e il quadrante classico dove c’è scritto “rompere il vetro, premere il pulsante” ha il vetro totalmente infranto. Quel quadrante è molto importante in quanto si tratta dell’interruttore per la esclusione della tensione alla linea di contatto.

A Re di Roma si sono limitati a rubare la copertina antifiamma e l’idrante. Dulcis in fundo a San Giovanni non c’è più nulla: hanno portato via tutto. E sempre a San Giovanni, un altro idrante a muro è tempestato di bollini della ditta manutentrice anche ad uso sigillo degli sportelli dell’armadietto che però ha il vetro totalmente in frantumi. A Manzoni è rimasto solo il tubo in nylon, difficile che possa servire a qualcosa. Stessa storia a Termini cruciale nodo di scambio tra le due linee metropolitane e capolinea ferroviario e di autobus che non dovrebbe essere privo di un semplice estintore . A Repubblica c’è solo l’armadietto, una sorta di dispensa vuota. A Spagna copertina, manichetta e ottone sono scomparsi, una razzia di lusso insomma per una delle fermate più turistiche della Capitale.

LA DENUNCIA:

La mancanza di sicurezza antincendio (riguardo gli impianti idrici) nelle stazioni sotterranee delle metro nasce dalla denuncia di Giampiero Tofani, ex vigile del fuoco in pensione, attuale segretario generale federazione nazionale vigili del fuoco del Sindacato Italiano, il quale ci ha accompagnati nel tour delle banchine metropolitane.

Diciotto stazioni su 27 non a norma nella Capitale. Una svista?
Non è concepibile. Gli impianti di spegnimento incendi nei sotterranei delle metropolitane non solo sono di vitale importanza ma sono previsti per legge e la loro compromissione dovrebbe essere un valido motivo di chiusura delle metro stesse.

Di chi sono le responsabilità?
In primis di chi si occupa dei controlli periodici ogni sei mesi. Il paradosso è che passano timbrano i cartellini degli estintori e se ne fregano di tutto il resto lasciando vetri rotti, armadietti vuoti, insomma il degrado è sotto gli occhi di tutti.

E la stazione appaltante che fa?
Il sindaco di Roma Ignazio Marino predica sempre “l’obiettivo sicurezza per Roma Capitale” quando per assurdo nelle banchine della metropolitana potrebbe scoppiare un incendio con conseguenze catastrofiche per mancanza di un estintore a portata di mano. E se succedesse nei momenti clou come la domenica quando c’è la messa del Papa a San Pietro e la metro è assalita dai turisti? Il biglietto da visita sono gli estintori estinti.

Quanto costa questo appalto? Quanto paghiamo noi cittadini per la non sicurezza? Quale potrebbe essere la soluzione?
Perseguire i vandali degli estintori, tanto più che la metro è piena di telecamere ed è possibile identificare facilmente i trasgressori della legge. Infliggere severe sanzioni a chi danneggia o ruba estintori potrebbe funzionare.

Sono frequenti gli incendi in metropolitana?
Sono costanti nel tempo, gli ultimi a novembre 2013 nella metropolitana di piazza Repubblica ci fu il panico a causa di una nube di vapore provocata dalla rottura del tubo dell'olio di un vagone. Ad Aprile 2014 un incendio in una galleria di servizio porta alla chiusura della metro Cavour per circa due ore mentre un'alta colonna di fumo si alza sul rione Monti e sempre in via Cavour si verifica una fuga di gas.

Come sindacalista cosa chiede?
Che vengano individuate le responsabilità di coloro che non vigilano in barba all’articolo 6 decreto del Presidente della Repubblica del 1° agosto 2011, n. 151 che impone l’obbligo di mantenere in stato di efficienza i sistemi, i dispositivi, le attrezzature e le altre misure di sicurezza antincendio adottate effettuando verifiche di controllo ed interventi di manutenzione secondo le cadenze temporali che sono indicate dal Comando del corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

di Maurizio Costa

La seconda linea metropolitana della capitale – metro B – risulta essere molto efficiente sotto il profilo della sicurezza. Ogni stazione presenta tre piattaforme antincendio, una all'inizio, una al centro e una alla fine.  Le condizioni degli estintori sono buone: ogni banchina ne è fornita e non abbiamo riscontrato casi di furto o di mancanza degli schiumogeni. Ogni postazione antincendio è dotata di un idrante: anche in questo caso tutte le stazioni ne sono provviste e le manichette antincendio sono ben arrotolate e senza segni evidenti di usura. Anche le protezioni in plastica, da rompere solo in caso di incendio, sono tutte in buone condizioni. Alcune sono state cambiate recentemente, mentre altre sono più usurate ma comunque in buono stato. In un solo caso, alla stazione Policlinico, la plastica che ricopre la postazione è stata distrutta e non ancora sostituita.

Rispetto alla metro A, quindi, la seconda linea metropolitana è in buone condizioni per quel che riguarda la sicurezza contro eventuali incendi, al contrario di quello che si potrebbe pensare. Tra l'altro, gli ultimi controlli sugli estintori sono stati eseguiti tutti a dicembre del 2014 da una ditta specializzata: questo non fa che avvalorare la stabilità della metro B in caso d'incendio.