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ROMA BANCHINE METROPOLITANA A: LO SCANDALO DELLA MANCANZA DI SICUREZZA

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Tempo di lettura 4 minuti La mancanza di sicurezza antincendio (riguardo gli impianti idrici) nelle stazioni sotterranee delle metro nasce dalla denuncia di Giampiero Tofani

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di Chiara Rai

Roma – Idranti a muro divelti o mozzi di manichette antincendio e nel peggiore dei casi armadietti completamenti vuoti perché si son rubati tutto il kit dell’estintore, persino la copertina termica in dotazione. Un quadro degno di una metropoli del terzo mondo quello della sicurezza antincendio nelle stazioni delle metropolitane di Roma, dove la linea A è praticamente la “cenerentola” della Capitale, mentre la B risulta essere straordinariamente a posto tranne una sola stazione, quella del Policlinico, dove il vetro è rotto e l’estintore non funzionante a causa del furto della manichetta. E siamo a due passi dalla prima Università di Roma. Nella metro A è stato difficile trovare impianti funzionanti, qui la sicurezza antincendi in banchina è del tutto latitante: in 18 stazioni su 27, gli impianti idrici e di sicurezza sono compromessi.

Succede a Repubblica, Termini, Vittorio, Manzoni, San Giovanni, Re di Roma, Ponte Lungo, Furio Camillo, Porta Furba, Numidio Quadrato, Lucio Sestio, Cinecitta’, Barberini, Spagna, Flaminio, Lepanto, Ottaviano, Valle Aurelia. Sul sito Roma Metropolitane è chiaramente scritto “per quanto riguarda le attrezzature legate alla sicurezza antincendio, sia nella stazione della Linea A che in quella della Linea B sono stati installati impianti idrici”. E’ vero, peccato che sono quasi tutti danneggiati e nonostante i controlli avvengano regolarmente ogni sei mesi, certi armadietti sembrano essere orfani degli estintori da tempo immemore. A Cinecittà l’armadietto rosso è spalancato senza più l’idrante all’interno: c’è rimasto soltanto il tubo in nylon senza manici ne pistola del getto in ottone. L’ottone è scomparso anche dalla stazione Lucio Sestio dove il vetro è in frantumi. Stessa storia a Numidio Quadrato, Porta Furba e Furio Camillo. A Ponte lungo è tutto un disastro, qui imperano gli adesivi della ditta di impianti antincendio che dovrebbe controllare che tutto sia in ordine: l’armadietto è distrutto, non c’è più neppure l’estintore e il quadrante classico dove c’è scritto “rompere il vetro, premere il pulsante” ha il vetro totalmente infranto. Quel quadrante è molto importante in quanto si tratta dell’interruttore per la esclusione della tensione alla linea di contatto.

A Re di Roma si sono limitati a rubare la copertina antifiamma e l’idrante. Dulcis in fundo a San Giovanni non c’è più nulla: hanno portato via tutto. E sempre a San Giovanni, un altro idrante a muro è tempestato di bollini della ditta manutentrice anche ad uso sigillo degli sportelli dell’armadietto che però ha il vetro totalmente in frantumi. A Manzoni è rimasto solo il tubo in nylon, difficile che possa servire a qualcosa. Stessa storia a Termini cruciale nodo di scambio tra le due linee metropolitane e capolinea ferroviario e di autobus che non dovrebbe essere privo di un semplice estintore . A Repubblica c’è solo l’armadietto, una sorta di dispensa vuota. A Spagna copertina, manichetta e ottone sono scomparsi, una razzia di lusso insomma per una delle fermate più turistiche della Capitale.

LA DENUNCIA:

La mancanza di sicurezza antincendio (riguardo gli impianti idrici) nelle stazioni sotterranee delle metro nasce dalla denuncia di Giampiero Tofani, ex vigile del fuoco in pensione, attuale segretario generale federazione nazionale vigili del fuoco del Sindacato Italiano, il quale ci ha accompagnati nel tour delle banchine metropolitane.

Diciotto stazioni su 27 non a norma nella Capitale. Una svista?
Non è concepibile. Gli impianti di spegnimento incendi nei sotterranei delle metropolitane non solo sono di vitale importanza ma sono previsti per legge e la loro compromissione dovrebbe essere un valido motivo di chiusura delle metro stesse.

Di chi sono le responsabilità?
In primis di chi si occupa dei controlli periodici ogni sei mesi. Il paradosso è che passano timbrano i cartellini degli estintori e se ne fregano di tutto il resto lasciando vetri rotti, armadietti vuoti, insomma il degrado è sotto gli occhi di tutti.

E la stazione appaltante che fa?
Il sindaco di Roma Ignazio Marino predica sempre “l’obiettivo sicurezza per Roma Capitale” quando per assurdo nelle banchine della metropolitana potrebbe scoppiare un incendio con conseguenze catastrofiche per mancanza di un estintore a portata di mano. E se succedesse nei momenti clou come la domenica quando c’è la messa del Papa a San Pietro e la metro è assalita dai turisti? Il biglietto da visita sono gli estintori estinti.

Quanto costa questo appalto? Quanto paghiamo noi cittadini per la non sicurezza? Quale potrebbe essere la soluzione?
Perseguire i vandali degli estintori, tanto più che la metro è piena di telecamere ed è possibile identificare facilmente i trasgressori della legge. Infliggere severe sanzioni a chi danneggia o ruba estintori potrebbe funzionare.

Sono frequenti gli incendi in metropolitana?
Sono costanti nel tempo, gli ultimi a novembre 2013 nella metropolitana di piazza Repubblica ci fu il panico a causa di una nube di vapore provocata dalla rottura del tubo dell'olio di un vagone. Ad Aprile 2014 un incendio in una galleria di servizio porta alla chiusura della metro Cavour per circa due ore mentre un'alta colonna di fumo si alza sul rione Monti e sempre in via Cavour si verifica una fuga di gas.

Come sindacalista cosa chiede?
Che vengano individuate le responsabilità di coloro che non vigilano in barba all’articolo 6 decreto del Presidente della Repubblica del 1° agosto 2011, n. 151 che impone l’obbligo di mantenere in stato di efficienza i sistemi, i dispositivi, le attrezzature e le altre misure di sicurezza antincendio adottate effettuando verifiche di controllo ed interventi di manutenzione secondo le cadenze temporali che sono indicate dal Comando del corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

di Maurizio Costa

La seconda linea metropolitana della capitale – metro B – risulta essere molto efficiente sotto il profilo della sicurezza. Ogni stazione presenta tre piattaforme antincendio, una all'inizio, una al centro e una alla fine.  Le condizioni degli estintori sono buone: ogni banchina ne è fornita e non abbiamo riscontrato casi di furto o di mancanza degli schiumogeni. Ogni postazione antincendio è dotata di un idrante: anche in questo caso tutte le stazioni ne sono provviste e le manichette antincendio sono ben arrotolate e senza segni evidenti di usura. Anche le protezioni in plastica, da rompere solo in caso di incendio, sono tutte in buone condizioni. Alcune sono state cambiate recentemente, mentre altre sono più usurate ma comunque in buono stato. In un solo caso, alla stazione Policlinico, la plastica che ricopre la postazione è stata distrutta e non ancora sostituita.

Rispetto alla metro A, quindi, la seconda linea metropolitana è in buone condizioni per quel che riguarda la sicurezza contro eventuali incendi, al contrario di quello che si potrebbe pensare. Tra l'altro, gli ultimi controlli sugli estintori sono stati eseguiti tutti a dicembre del 2014 da una ditta specializzata: questo non fa che avvalorare la stabilità della metro B in caso d'incendio.
 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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