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di Silvio Rossi
Roma – L’occupazione di suolo pubblico, per un’attività di vendita di tipologia “ambulante”, è in genere intesa limitatamente al periodo di utilizzazione dello stesso. Un banco di mercato, un furgone, un gazebo, che vendono i loro prodotti, non possono occupare stabilmente il suolo, se non per il tempo necessario per lo svolgimento dell’attività.
Accade invece che, nei pressi dell’ingresso dell’Auditorium Parco della Musica, la struttura costruita a cavallo del millennio dall’architetto Renzo Piano, un furgone destinato alla vendita di panini e bevande sia sempre e costantemente parcheggiato sul marciapiede dove, in occasione di manifestazioni che garantiscono un notevole afflusso di pubblico (e quindi potenzialmente un buon introito), svolge la propria attività.
Un mezzo “mobile” che, invece di tornare nel proprio deposito, viene lasciato a mostrare il lato peggiore di sé a fianco di uno dei siti costruiti per aumentare la bellezza. Lasciato a occupare spazio sul marciapiede, nell’indifferenza di tutti, in un luogo dove, quando viene ospitato qualche politico di primo piano, vengono multate tutte le auto parcheggiate nello spiazzale antistante la struttura, dove la tolleranza è praticamente zero per tutto ciò che si trova sulla strada con delle ruote, tranne che per questo mezzo ormai ex mobile.
Perché nessuno obbliga i proprietari del furgone a togliere il disturbo quando non svolge attività di vendita? Perché a Roma si ha sempre l’impressione che qualcuno ha la possibilità di fare ciò che a molti è vietato?
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