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ROMA, ASSOCIAZIONE SANT'AGNESE NUOVO TENNIS: LAVORATORI A RISCHIO NEL SILENZIO DELLA EX IPAB, REGIONE LAZIO E VICARIATO

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Tempo di lettura 3 minutiL’Associazione Sportiva è stata costretta, con l’ufficiale giudiziario alla porta, a siglare un rinnovo di locazione aumentato di più del doppio.

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di Chiara Rai

Roma – L'Associazione Sportiva Nuovo Tennis Sant’Agnese si trova in grandi difficoltà  perché la Fondazione Protettorato di San Giuseppe, – ex Ipab sotto il controllo della Regione Lazio – proprietaria del terreno,  ha più che raddoppiato il canone di locazione degli otto campi da tennis.

Parliamo della storica Associazione Sportiva Sant’Agnese che opera dal lontano ’64, a due passi da Corso Trieste.

Infatti, dopo una prima richiesta, da parte della Fondazione che prevedeva un rinnovo di locazione con un aumento del 500% rispetto al vecchio canone, l’Associazione Sportiva è stata costretta, con l’ufficiale giudiziario alla porta, a siglare un rinnovo di locazione aumentato di più del doppio.

Per far fronte ad un aumento così considerevole, l’Associazione si è vista costretta a licenziare ed a ridurre l’orario di lavoro del personale. Da quattro anni i maestri di tennis e i collaboratori della struttura che hanno sempre contato su questa attività,  circa venti in tutto, vivono in un continuo stato di tensione e di paura di poter perdere il proprio posto di lavoro definitivamente.  

Le istituzioni, fino ad oggi non hanno mosso un dito. Le richieste di aiuto dell’Associazione avanzate prima all’ex presidente della Regione Lazio Renata Polverini e poi  all’attuale governatore Nicola Zingaretti sono rimaste  inascoltate nonostante i numerosi tentativi.

Un silenzio istituzionale rispetto ad una vicenda che ha come attori personaggi che hanno ricoperto o  ancora svolgono cariche in Regione Lazio.

La Dottoressa Elda Melaragno Presidente della Fondazione Protettorato di San Giuseppe, dopo 20 anni di dirigenza alla sanità in Regione Lazio, ricopre ancora cariche pubbliche come la presidenza di una così importante fondazione, da oltre 20 anni, la vicepresidenza nazionale della Lilt – Lega italiana per la lotta ai tumori – e la presidenza dell’Organismo Indipendente di Valutazione dell’Istituto Nazionale dei Tumori Regina Elena.

Tra gli altri nomi che compongono il consiglio di amministrazione della Fondazione Protettorato di San Giuseppe ex Ipab c’è anche il consigliere d'amministrazione Agnese D'Alessio, già indagata per lo scandalo del San Raffaele di Velletri, accusata di associazione a delinquere e con tre mesi di arresti domiciliari sulle spalle.

La D’Alessio è stata accusata anche di corruzione per aver cercato di ottenere la direzione generale della Lilt, lega della quale la Melaragno è vicepresidente. 

Gli altri consiglieri della Fondazione Protettorato di San Giuseppe sono: Filomena Caruccio (Regione Lazio Direzione Regionale Programmazione Economica, Bilancio, Demanio e Patrimonio), Giuliana Nulli (Vicariato) e Stefano Zoani (Vicariato).

Una curiosità: Il figlio della Melaragno, Fabrizio D’Alba, nominato direttore amministrativo del Forlanini – San Camillo a soli 37 anni mentre nel contempo prestava servizio nell'amministrazione del Policlinico Tor Vergata,  da qualche tempo è stato eletto dalla Regione Lazio ai vertici della Asl Roma H, che copre l’area dei Castelli Romani, area dove proprio la maadre è finita al centro di diverse vicende.

Dunque la Regione Lazio rimane in silenzio e anche i religiosi prendono le distanze, nonostante il Vicariato della Chiesa di Roma sia autorevolmente rappresentato all’interno del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Protettorato di San Giuseppe, riconosciuto come Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza (I.P.A.B.) ed, a partire dal 2003, Fondazione di diritto privato ad ispirazione religiosa cattolica, che persegue finalità assistenziali di pubblica utilità, ed è  sottoposto alla vigilanza e al controllo della Regione Lazio.

Riepilogando:

L’Associazione Sportiva è in brutte acque e pur avendo come interlocutore una Fondazione votata a perseguire finalità di pubblica utilità con all’interno consiglieri espressione della Regione Lazio e del Vicariato non vede la possibilità di una apertura di un tavolo di concertazione in Regione al fine di arrivare ad una soluzione che salvaguardi dei posti di lavoro e mantenga in piedi un’attività storica di Roma che tutt’ora funziona, malgrado la morsa della crisi.

Chi controlla l’operato di queste Fondazioni a partecipazione pubblica? Perché la Regione Lazio, nella persona del presidente Nicola Zingaretti non interviene per concludere questa difficile e critica situazione? E’ il momento di dare un segnale di interesse, soprattutto nel rispetto dei lavoratori che rischiano di perdere il proprio posto.

Torneremo sull'argomento.