Connect with us

Roma

ROMA, ARRESTATO PER SPACCIO IL DIRETTORE DELLE POSTE DEL SENATO

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 2 minuti Orlando Ranaldi originario di Olevano Romano è ritenuto il braccio destro di un boss albanese che gestiva i pusher nella parte sud dell'hinterland di Roma.

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

L'operazione condotta dai Carabinieri della stazione di Valmontone e della compagnia di Colleferro

 

Redazione

Il direttore dell'ufficio delle Poste del Senato Orlando Ranaldi è stato arrestato dai carabinieri per spaccio di cocaina nel corso dell'operazione dei Carabinieri della stazione di Valmontone e della compagnia di Colleferro, che hanno scoperto un'alleanza italo-albanese per lo spaccio di droga. Ranaldi, originario di Olevano Romano è ritenuto il braccio destro di un boss albanese che gestiva i pusher nella parte sud dell'hinterland di Roma.

Stupore e incredulità. La notizia dell'arresto per spaccio di cocaina di Orlando Ranaldi, direttore dell'ufficio postale del Senato, piomba nei corridoi di Palazzo Madama subito dopo l'ora di pranzo e coglie di sorpresa i pochi senatori e dipendenti che si aggirano in Transatlantico. "E' drammatico, terribile ma chiarisco che non si tratta di un dipendente del Senato, ma delle Poste con cui abbiamo un appalto e mandano qui i loro dipendenti. Siamo esterrefatti". Questo il commento del senatore questore Paolo Franco (Lega Nord). Anche da ambienti vicino la presidenza del Senato si sottolinea come Ranaldi non sia un dipendente di Palazzo Madama, ma sono comunque "grandi lo sconcerto e l'amarezza" provati dal presidente Renato Schifani che offre "la massima disponibilità a collaborare con gli inquirenti, all'insegna della massima trasparenza". Appena informato dai cronisti dell'accaduto, il senatore Giuseppe Menardi (Cn) resta di stucco: "Ogni giorno peggio, datemi un'altra notizia così assurda e sicuro che domani si avvera". Esce dalla buvette Nicola Benedizione, vice segretario generale del Senato e si trincera dietro un "ho preso visione" allontanandosi con l'altro senatore questore Benedetto Adragna (Pd).

Il capogruppo Idv Felice Belisario dichiara: "Spero che non abbia spacciato anche all'interno del Senato, sarebbe un'aggravante. I controlli sulle azioni dei singoli hanno responsabilità penale, Altra cosa sono i controlli a cui devono sottoporsi i partiti che non devono candidare personaggi discutibili". Mauro Cutrufo, senatore Pdl, assicura sulla severità dei controlli a Palazzo Madama. "Tutto il personale, anche quello per ditte terze, viene controllato in modo pesante. In genere comandante di Polizia e Carabinieri danno una sorta di nulla osta. Vengono 'setacciati' tutti. I controlli ci sono anche per i facchini. Una volta un facchino e' 'durato' appena due giorni: in 48 ore si e' scoperto che aveva un precedente penale ed e' stato mandato via". Il leghista Roberto Calderoli definisce l'episodio "grave, incredibile e preoccupante" e aggiunge: "Se il presidente del Senato vuole escludere qualunque tipo di coinvolgimento dell’istituzione che presiede in un fatto di questa gravità, dovrebbe disporre un ordine, ai sensi dell’art 69 del regolamento, per consentire il pieno accesso agli operatori di polizia giudiziaria, se necessario, al fine di poter accertare l’assoluto non coinvolgimento in questa grave vicenda non solo dell’istituzione stessa ma anche dei locali di sua pertinenza che sono stati messi a disposizione delle Poste”.

Il senatore Pdl Raffaele Lauro lancia una proposta: "Indipendentemente da questo episodio sono dell'idea che tutti i parlamentari, chiunque faccia parte di organi elettivi o ricopra incarichi istituzionali, debba sottoporsi a controlli antidroga. Il controllo andrebbe fatto a inizio legislatura e poi ripetuto ogni anno per allontanare ogni tipo di sospetto sui politici". Anche all'ufficio postale del Senato il clima che si respira è di imbarazzo. "Cadiamo dalle nuvole" e "Non abbiamo nulla da dire" le frasi più gettonate tra gli impiegati appena messi al corrente della vicenda. Qualcuno tra i dipendenti dell'ufficio prova a dire qualcosa in più: "L'ultima volta che abbiamo visto il direttore Ranaldi è stato ieri, quando andato via al termine del proprio turno di lavoro".  (Fonte Il Velino/AGV)

 

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

Continua a leggere

Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

Continua a leggere

Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti