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di Matteo La Stella
Roma – Serve una regolamentazione per i luoghi di culto islamici presenti sul territorio dell'urbe, una lista dettagliata di tutte le associazioni culturali in cui i fedeli si riuniscono per pregare, in modo tale da garantire la libertà di professare la propria religione, oltre al territorio e alla cittadinanza. Questa è la dottrina dell'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, ora consigliere comunale, che ieri mattina all'assemblea capitolina ha presentato una proposta di delibera per un'iniziativa consiliare come primo firmatario. Intitolata “Istituzione di un Albo obbligatorio delle associazioni o organizzazioni religiose che non hanno sottoscritto intese con lo Stato Italiano, che svolgono attività di culto nel territorio di Roma Capitale”, la proposta di Alemanno arriva sulla scorta della fumosa situazione delle moschee romane, portata a galla dalla mappatura dei luoghi di culto fatta dal movimento Prima l'Italia.
Questa denunciava come, a fronte delle 100 sedi religiose islamiche stimate da una ricostruzione giornalistica, quelle riscontrabili sul territorio dell'Urbe fossero solo 46. Alemanno spiega che insisterà affinchè la proposta venga discussa prima dell'estate, minacciando di scendere in piazza per una raccolta firme tra i cittadini nel caso in cui al Campidoglio la mozione venisse ignorata. In vista del Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco a partire dall'8 dicembre prossimo, e in relazione alla minaccia jhiadista targata Isis, l'ex Sindaco crede sia doveroso ”dare risposte ad un vuoto normativo nazionale”. La proposta, illustrata da Giorgio Ciardi, presenta tra i suoi punti "una serie di prescrizioni a cui le associazioni dovranno attenersi per avere il via libera: la presentazione di uno statuto, l’atto costitutivo e l’adesione alla Carta dei valori. In questo modo puntiamo anche a garantire la trasparenza di bilanci che dovranno contenere l’elenco di eventuali lasciati o donazioni”. L'iscrizione post censimento all'Albo, prevede controlli preventivi sull'idoneità dei locali, sull'accesso pubblico al luogo di culto e la traduzione dei sermoni in Italiano. Inoltre, lo studio presentato in conferenza stampa al fianco di Giorgio Ciardi e Gloria Pasquali, del direttivo romano di Prima l'Italia, dimostra, secondo i firmatari, come -” la maggior parte dei luoghi di culto islamici sia localizzata in siti irregolari, la cui attività sfugge a qualsiasi controllo delle autorità preposte".
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