ROMA, AFFITTOPOLI: PRIME CARTE A PROCURA E CORTE DEI CONTI

Redazione

Roma – Il commissario di Roma Francesco Paolo Tronca, a quanto si apprende, ha trasmesso la prima parte di carte sulla cosiddetta affittopoli romana in contemporanea alla Procura della Repubblica presso il Tribunale e alla Procura della Repubblica presso la Corte dei Conti.
Intanto non saranno coinvolti solo i vigili negli sgomberi legati alla nuova affittopoli della Capitale. A quanto si apprende, ci sono stati contatti tra il commissario di Roma Francesco Paolo Tronca e le altre forze dell'ordine per un coinvolgimento nelle squadre operative anche di polizia, carabinieri e guardia di finanza. Si punta ad allargare il 'contingente' dedicato fino a triplicarlo.

 

Uno scandalo dietro l'altro E gli scandali proseguono. Prima le case di proprietà del Comune di Roma affittate a prezzi stracciati nelle migliori zone della città. Poi lo scandalo dei mancati pagamenti riguardo il canone di affitto di alcune sedi di partiti tra cui quella del Pd a via dei Giubbonari, si parla di arretrati per circa 170 mila euro, oppure degli affitti talmente bassi da diventare quasi ridicoli che sborsano, per esempio, i militanti di Fratelli d’Italia ora riuniti nell’ex storica sezione dell’Msi di Colle Oppio, a due passi da Colosseo, per il quale si parla di 154,92 euro all’anno. Non solo abitazioni però sarebbero coinvolte, perché a pagare affitti irrisori sono anche bar, associazioni, ristoranti, alberghi, centri sociali e via dicendo. Una matassa talmente intricata da essere molto difficile da sbrigliare. I luoghi interessati sono tra i più centrali di tutta la città: Borgo Pio, Esquilino, via dei Bresciani e zone limitrofe a via dei Fori Imperiali. Tra gli edifici interessanti dallo scandalo affittopoli rientra anche l’associazione fondata dall’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, “Imagine Onlus”. Situata in zona San Lorenzo, per 100 metri quadrati di grandezza verrebbero sborsati meno di 300 euro al mese

 

Reazioni politiche Intanto Alemanno è furioso: "Le dichiarazioni di Morassut, che cercano di scaricare sulla nostra Giunta le responsabilità rispetto all'affittopoli romana, dimostrano invece con chiarezza che l'origine del problema fu proprio durante la giunta Veltroni di cui lui faceva parte". Lo scrive in una nota l'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Ma non finisce qui perché sarebbero circa 9.000 persone che vivono in abitazioni di proprietà del Comune senza avere un regolare contratto di affitto. Per avere la possibilità di continuare ad abitarci, si limitano a versare ogni mese nelle casse del Comune una sorta di indennizzo, evitando in questo modo di essere sfrattati. Sarà interessante capire, dunque, quali sono effettivamente i meccanismi di questa diffusa pratica e se può considerarsi in qualche modo regolare.

"Morassut, infatti, ammette che le dismissioni del patrimonio abitativo non Erp fatte da Veltroni hanno riguardato solo 700 unita abitative su 1400, lasciando quindi intoccate e coperte le 574 abitazioni che oggi sono oggetto dell'inchiesta del Prefetto Tronca. Perchè quelle abitazioni furono escluse da un'operazione di dismissione immobiliare così vasta? La realta – prosegue Alemanno – è che quando noi siamo arrivati nel 2008 il Dipartimento Patrimonio sosteneva di aver regolarizzato tutte quelle posizioni proprio attraverso la dismissioni decise dalla Giunta Veltroni, coprendo rispetto al decisore politico tutte le situazioni che oggi stanno venendo alla luce".

"La realtà è che, da dopo le dismissioni di Veltroni in poi, nè durante la mia Giunta nè durante quella di Marino, nè durante la gestione commissariale di Tronca gli uffici hanno comunicato la situazione immobiliare al sindaco agli assessori o al Commissario. La situazione è emersa solo attraverso inchieste giornalistiche che hanno scoperto ció che gli uffici tenevano nascosto", conclude.