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ROMA, ADESCAVANO BAMBINI ONLINE, 3 DENUNCE

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Tempo di lettura 2 minutiIl secondo adescatore, su Skype, cercava di convincere una bambina di soli 9 anni ad inviare alcuni selfie in atteggiamenti erotici e di parti intime

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Redazione

Roma – Si è da poco conclusa l'ultima indagine del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma su un caso di adescamento on line di minori. L’indagato, un giovane di 21 anni, con precedenti specifici, della provincia di Venezia, utilizzando diversi profili Facebook, proponeva alle giovani vittime di partecipare a un concorso fotografico basato sui selfie che, in particolare, ritraevano parti specifiche del corpo. La vincitrice si sarebbe aggiudicata uno smart – phone od un tablet di ultima generazione.
Nel momento in cui le bambine accettavano di concorrere, le richieste di foto diventavano sempre più "spinte". In caso di rifiuto delle minori, l'interlocutore minacciava di denunciarle alla polizia, asserendo che, avendo accettato di partecipare al concorso, non avrebbero più potuto tirarsi indietro.
L'adescatore però ha avuto la sorpresa di trovarsi davanti gli investigatori della Polizia Postale, che si erano sostituiti alle minori nell'attività di sottocopertura.
Purtroppo, questa non è l’unica vicenda di “grooming” trattata in questi ultimi mesi dal Compartimento di Roma.
In particolare, sono stati identificati e denunciati anche un uomo di 32 anni della provincia di Prato e un 30enne residente nel casertano, entrambi “pizzicati” dopo alcuni servizi undercover.
Il primo è stato individuato a seguito di indagini scaturite dalla denuncia di una mamma che, tra i contatti Facebook della figlia 14enne, aveva notato la presenza di dialoghi a sfondo sessuale intrattenuti con un utente, che si spacciava per coetaneo e che aveva tentato di adescarla chiedendole di incontrarla e di inviare immagini "intime".
Il secondo adescatore, su Skype, cercava di convincere una bambina di soli 9 anni ad inviare alcuni selfie in atteggiamenti erotici e di parti intime, chiedendole di coinvolgere la sorellina, ugualmente minore.
A fronte di un fenomeno così diffuso e sgradevole, gli agenti della Polizia Postale suggeriscono ai genitori di sensibilizzare i propri figli ad essere molti prudenti nel pubblicare on line immagini e informazioni private; evitare di chattare con utenti che non conoscono personalmente; attivare sempre le impostazioni sulla privacy dei vari profili utilizzati sui social network; segnalare subito ai genitori eventuali contenuti inappropriati.
E' importante far comprendere ai minori che tutto ciò che avviene nella realtà virtuale si ripercuote sempre nella vita reale.