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Roma

ROCCA DI PAPA SCUOLA LEONIDA MONTANARI: PIOVE NELLE CLASSI

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Tempo di lettura 3 minuti Sicurezza compromessa in altre scuole. Emanuele Crestini visita i plessi: "La sicurezza degli studenti è in pericolo".

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Redazione

Rocca di Papa (RM) – “Le scuole di Rocca di Papa si trovano in uno stato di grave abbandono e la sicurezza degli alunni è messa in pericolo”. Questa la denuncia del consigliere comunale Emanuele Crestini dopo aver visionato di persona gli istituti scolastici del territorio e aver parlato con il personale docente, i dirigenti scolastici e con i genitori. “Una delle situazioni più gravi l’ho riscontrata nel plesso Leonida Montanari –afferma il consigliere – qui ci sono perdite d’acqua in quasi tutte le aule, la palestra ristrutturata due anni fa si può utilizzare solo se c’è bel tempo, l’ascensore non funziona e la piattaforma elettrica per gli alunni diversamente abili da mesi è fuori uso”. E stiamo parlando dell’unica scuola media presente su un Comune con più di sedicimila abitanti. “Nell’istituto ci sono perdite dal soffitto, dai termosifoni e ovunque si vedono bacinelle messe in punti strategici per raccogliere l’acqua, tanto che nei giorni di pioggia i ragazzi sono costretti a spostare i propri banchi nelle zone asciutte” afferma Crestini. In questi ultimi mesi i dirigenti scolastici hanno mandato decine di fax al comune di Rocca di Papa per richiedere interventi urgenti soprattutto per la piattaforma elettrica. “Ad oggi i ragazzi con un handicap sono costretti a farsi aiutare dai bidelli per arrivare in aula e spesso occorrono anche due persone perché devono essere letteralmente presi in braccio – dice Crestini – per non parlare della loro dignità che sicuramente viene lesa quando si vedono caricati per essere trasportati in classe di fronte allo sguardo attonito dei propri compagni”. I genitori, pur apprezzando il lavoro svolto dai professori e dal preside, sono disperati e non sanno più a che santo rivolgersi per garantire una scuola sicura ai propri figli. La situazione delle scuole di Rocca di Papa è sotto gli occhi di tutti. Un altro plesso con seri problemi è la scuola elementare ai Campi di Annibale. Qui la porta dell’uscita di sicurezza si apre su un balcone e la palestra non è a norma e i bambini possono fare attività fisica solo all’aperto sperando che ci sia il sole. “Sono stato accompagnato dal personale nelle aule – dichiara Crestini – ho visto con i miei occhi le infiltrazioni d’acqua dai muri dei bagni e le finestre che violano tutte le norme di sicurezza. Il locale adibito come palestra ma non utilizzabile – continua il consigliere – è uno spazio molto ridotto, non a norma e occupato in gran parte da banchi scolastici“.Lo stato di abbandono e la completa assenza dell’amministrazione comunale si registra un po’ in tutti gli istituti anche in quelli di recente costruzione. Nella scuola dell’infanzia “Campi di Annibale”, che è stata edificata circa tre anni fa, sono tante le cose che non vanno. “Si inizia con la mancanza di una vera entrata pedonale per cui – afferma Crestini – si può passare solo attraverso un cancello elettrico di grandi dimensioni privo di adeguata segnalazione lampeggiante. Poi ho riscontrato una serie di elementi che minano la sicurezza dei bambini e potrebbero causare loro dei danni– aggiunge il consigliere – come  i giardini in stato di abbandono, piante inadeguate, una recinzione da cantiere con fissaggi provvisori che spesso cade. Anche qui sono frequenti infiltrazioni di acqua dai muri e soppalchi inagibili”.

Una situazione poco confortante si è registrata anche nel  plesso scolastico su via dei Gelsomini dove la carenza di manutenzione da parte dell’amministrazione comunale ha causato danni che si sarebbero potuti evitare. “Lo spazio esterno non è stato mai curato del personale del comune e non può essere utilizzato dai bambini e come negli altri plessi anche qui l’ascensore è fuori uso”afferma Crestini. Chi governa anche un comune piccolo come Rocca di Papa ha delle priorità da rispettare che non devono essere mai disattese. “Non è ammissibile dare ai nostri figli delle aule scolastiche ridotte a un colabrodo né lesinare le opere di manutenzione né soprassedere sulla loro messa in sicurezza” tuona il consigliere comunale di minoranza – ho costatato con i miei occhi una situazione insostenibile per gli alunni che hanno sì il diritto all’istruzione ma anche il diritto ad una scuola sicura e confortevole”. A Rocca di Papa le scuole di fatto presentano gravi problemi e l’attuale amministrazione comunale al riguardo non ha mosso un dito. “Gli istituti scolastici cadono a pezzi, le strade sono distrutte, in comune arrivano ogni giorno le richieste di ditte che vogliono essere saldate per fatture vecchie di anni, i precetti sono all’ordine del giorno per mancato pagamento mentre il debito comunale è arrivato alle stelle – denuncia Crestini – per non parlare del fatto che in paese il commercio è morto e ci sono opere pubbliche lasciate a metà da tempo. Tutto questo è lo specchio di una politica fallimentare che ha portato il comune allo sbando più completo. A questo punto io chiedo – conclude il consigliere – le immediate dimissioni di quest’amministrazione targata Boccia”. 

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Roma

Roma, terrore in casa: arrestato 54enne per maltrattamenti e armi illegali. Una famiglia in ostaggio per anni

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Giustizia in ritardo? Dopo anni di violenza, solo ora il coraggio della vittima spezza il ciclo di paura

ROMA – Nella notte del 16 ottobre, in via Stefano delle Chiaje, a Saxa Rubra, i Carabinieri della Stazione di Roma Tomba di Nerone, coadiuvati dal Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Trionfale e dal Nucleo Radiomobile di Roma, hanno arrestato un 54enne italiano, già noto alle forze dell’ordine. L’uomo è gravemente indiziato dei reati di maltrattamenti nei confronti della moglie e porto abusivo di armi, un caso che rivela il lato oscuro della violenza domestica, un dramma che ancora troppo spesso si consuma in silenzio.

La vittima, stremata da anni di soprusi, ha trovato la forza di chiamare il 112, spingendo così le autorità a intervenire rapidamente. Quando i Carabinieri sono arrivati sul posto, hanno trovato la donna, terrorizzata, nascosta in una stanza insieme al figlio minore. La richiesta di aiuto è giunta dopo l’ennesimo episodio di violenza, scatenato da una banale discussione che ha portato l’uomo a picchiare brutalmente la moglie, minacciandola e creando un ambiente insostenibile di paura e terrore.

La vicenda getta luce su un problema di rilevanza sociale: la violenza tra le mura domestiche, spesso invisibile ma devastante, che non colpisce solo fisicamente ma anche psicologicamente le vittime, generando uno stato di costante ansia, paura e senso di impotenza. La donna, nella sua denuncia, ha raccontato di anni di maltrattamenti subiti, una spirale di violenza che si era ormai radicata nella quotidianità, coinvolgendo anche i figli.

Le armi in casa: una minaccia silente

Nel corso dell’intervento, i Carabinieri hanno deciso di perquisire l’abitazione, scoprendo un inquietante arsenale domestico: tre pistole, una delle quali detenuta illegalmente, e 240 munizioni. Questo dettaglio aggrava ulteriormente la gravità della situazione. La presenza di armi in un contesto già caratterizzato da violenza psicologica e fisica evidenzia il pericolo costante a cui la vittima e i figli erano esposti, potenzialmente trasformando l’ennesima aggressione in una tragedia irreversibile.

Il 54enne è stato immediatamente portato al carcere di “Regina Coeli”, dove l’Autorità Giudiziaria ha convalidato l’arresto e disposto per lui l’obbligo di firma e l’applicazione del braccialetto elettronico, con divieto di avvicinamento alla moglie. Una misura restrittiva che, purtroppo, troppo spesso non basta a garantire la sicurezza delle vittime, come dimostrano vari casi di cronaca.

Un problema di sistema: protezione insufficiente per le vittime di violenza domestica

Questo caso è emblematico di un sistema che, sebbene efficace nell’intervento, lascia ancora troppo spazio a situazioni di grave pericolo per le vittime di maltrattamenti. Nonostante l’arresto e le misure cautelari, la storia insegna che molte donne vivono nella paura che le misure di protezione possano rivelarsi insufficienti. Il braccialetto elettronico e il divieto di avvicinamento sono strumenti importanti, ma non sempre riescono a prevenire nuovi atti di violenza.

La violenza domestica continua a essere una piaga sociale che affonda le radici in una cultura patriarcale che normalizza certi comportamenti. È necessario un cambiamento radicale nelle politiche di protezione e prevenzione, partendo dall’ascolto e dal sostegno psicologico delle vittime, fino all’applicazione di pene più severe per i colpevoli di maltrattamenti e abusi. Solo così si potrà realmente mettere fine a una lunga scia di sangue e sofferenza che troppe famiglie italiane hanno conosciuto.

La denuncia, un gesto di coraggio

In tutto questo, va riconosciuto il coraggio della vittima, che ha trovato la forza di denunciare e mettere fine a una situazione di abuso che durava da anni. Purtroppo, molte donne ancora oggi non riescono a rompere il muro di silenzio che circonda la violenza domestica, sia per paura di ritorsioni, sia per la mancanza di fiducia in un sistema giudiziario che, a volte, non offre loro una reale protezione. Il caso di Saxa Rubra deve servire da monito, affinché si intensifichino gli sforzi per tutelare le vittime e punire con decisione i responsabili di tali crimini.

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Cronaca

Roma verso il Giubileo 2025: trasporti pubblici in affanno a due mesi dall’evento mondiale

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Tra infiltrazioni sugli autobus e macchine obliteratrici guaste, i romani e i turisti affrontano disagi quotidiani. Riuscirà la Capitale a prepararsi in tempo?

Tra poco meno di due mesi, Roma si vivacizzerà in vista del Giubileo 2025, un evento di portata mondiale che attirerà milioni di pellegrini e visitatori nella Capitale.
Tuttavia, in questi giorni, il nostro “tour” per verificare l’efficienza delle infrastrutture e dei servizi romani ha messo in luce alcune criticità preoccupanti, soprattutto nel settore dei trasporti.

Come prima tappa oggi abbiamo preso l’autobus ATAC linea 87, una di quelle linee vitali che attraversano la città da largo dei Colli Albani ai Fori Imperiali, fino a giungere a viale Giulio Cesare, a due passi dalla Basilica di San Pietro. Questo percorso rappresenta una vera e propria arteria vitale per molti romani e turisti, ma il viaggio si è rivelato tutt’altro che soddisfacente.
Sin dal principio, l’autobus era affollato, una situazione nota per questa tratta, ma ciò che ci ha colpiti di più è stata la presenza di macchine obliteratrici guaste che complicavano ulteriormente la vita agli utenti.
Per non parlare del problema dei borseggi, che, come ci hanno confermato molti cittadini, sono una costante su questa linea.

Ma, come avrebbe detto il grande Corrado Mantoni, “… e non finisce qui …”.

VIDEO GIRATO ALL’INTERNO DEL BUS LINEA 87

In una giornata di pioggia, all’interno dell’autobus… “piove”!
E si, infiltrazioni ben evidenziate dalle foto e dai video mostrano una infiltrazione di acqua piovana dentro la vettura.
Una signora distinta, visibilmente arrabbiata, non ha potuto fare a meno di lamentarsi: “Non è la prima volta. È inconcepibile per la capitale d’Italia. Un trasporto “merci” non degno di noi esseri umani”.
Il suo sfogo ha trovato eco tra i turisti, che, increduli per la situazione, sorridevano e sghignazzavano, quasi in segno di scherno verso la difficoltà della donna.
Questa scena rappresenta un’illustrazione lampante di una realtà con la quale i romani si confrontano quotidianamente.

foto scattata all’interno della vettura ATAC

In un periodo in cui la città si prepara a ospitare uno degli eventi storici più significativi, ci si aspetterebbe una maggiore attenzione verso l’efficienza dei trasporti pubblici eppure, a poco più di due mesi dall’inizio del Giubileo, come è possibile che i romani e i turisti debbano affrontare tale disagio?
Molti si chiedono se le strutture portanti della città, già messe a dura prova dall’inefficienza del trasporto pubblico e dalla carenza di parcheggi, siano davvero pronte ad affrontare l’afflusso massiccio di persone previsto per l’evento.

ULTERIORE VIDEO CHE MOSTRA I SEDILI “INZUPPATI” DI ACQUA PIOVANA

È fondamentale che la Capitale non solo si prepari sul piano infrastrutturale, ma che garantisca anche la sicurezza e la qualità dei servizi offerti ai cittadini e ai visitatori.
La riflessione è d’obbligo: se un evento di tale portata non può spingere le istituzioni a garantire un servizio adeguato, cosa può farlo?
È tempo di agire affinché Roma non si presenti al mondo come una città che non riesce a gestire la propria anima, fatta di storia e di accoglienza, ma allo stesso tempo di inefficienze che ben poco hanno a che fare con l’orgoglio di essere la Capitale d’Italia.
La responsabilità di un buon Giubileo è in mano a tutti noi, e prima di tutto all’amministrazione della città.

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Castelli Romani

Monte Compatri, un Consiglio Comunale tra unità e scontri

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Congratulazioni per l’elezione di Agnese Mastrofrancesco, ma il dibattito si infiamma su compostiera di comunità e inquadramento contrattuale degli operatori ecologici

Il Consiglio Comunale di Monte Compatri ha inaugurato la sua ultima seduta con un momento di unità, esprimendo le congratulazioni di tutti i membri all’indirizzo di Agnese Mastrofrancesco, recentemente eletta consigliere della Città Metropolitana di Roma Capitale. Un chiaro segnale di riconoscimento per un’importante figura del panorama politico locale.

la consigliere Agnese Mastrofrancesco, dal 27 settembre neo consigliere di città metropolitana di Roma Capitale

Subito dopo, l’attenzione si è concentrata sull’approvazione del Bilancio Consolidato 2023, un momento cruciale che ha però preceduto un acceso dibattito su due mozioni presentate dalle opposizioni: la messa in esercizio della compostiera di comunità e l’inquadramento contrattuale degli operatori ecologici secondo il contratto FISE.

Entrambe le proposte sono state respinte dall’attuale maggioranza, scatenando confronti animati tra i consiglieri.

La mozione sulla compostiera di comunità

La compostiera di comunità, un progetto avviato grazie alla partecipazione a un bando pubblico nel 2017, è stata consegnata al comune di Monte Compatri il 22 ottobre 2021. L’assessore Igiene, Sanità ed Ambiente, Nicoletta Felici, ha illustrato il percorso intrapreso dal comune, evidenziando che “tutte le procedure per la messa in esercizio” sono in fase di attuazione.

il vice sindaco Nicoletta Felici, assessore Igiene, Sanità ed Ambiente

Tuttavia, l’assessore ha anche sottolineato la necessità di valutare l’economicità dell’operazione, presentando dati che indicano una potenziale “non economicità” nell’avvio del servizio, sebbene l’aspetto ambientale rimanga fondamentale.
La compostiera, che potrà contenere esclusivamente “materiale organico puro”, avrà, sempre a quanto affermato dall’assessore, una capacità operativa massima di 80 tonnellate.
Il dibattito si è infiammato soprattutto quando le opposizioni hanno contestato i numeri presentati dall’assessore e messo in discussione le affermazioni sullo stato di avanzamento del progetto nonché sul fatto che all’atto della consegna avvenuta 22 ottobre 2021, stante le affermazioni del consigliere Marco de Carolis, la stessa poteva già essere avviata “in illo tempore” .

Ancor più acceso è stato il confronto quando si è ricordato che, sulla rivista comunale del dicembre scorso, come da noi riportato nel precedente articolo su questo argomento (https://www.osservatoreitalia.eu/monte-compatri-consiglio-comunale-immobili-in-zona-167-e-compostiera-di-comunita/), era stata “promessa” dall’assessore Felici la messa a regime della compostiera entro la fine di questo anno.
Il capogruppo della maggioranza, Serena Gara, ha difeso la posizione della sua coalizione, affermando che “l’iter per la messa in funzione si sta svolgendo” e ha “accusato” le opposizioni di voler imporsi su di un processo che, secondo lei, sta già avvenendo nella giusta direzione. “Questa mozione la riteniamo rigettata – ha detto Gara – poiché intendiamo attivare la compostiera e lo faremo con uno studio maggiore rispetto a chi ci ha preceduto”.

La mozione sull’inquadramento FISE Assoambiente

Anche il punto successivo ha visto manifestarsi un acceso dibattito sull’inquadramento contrattuale degli operatori ecologici della società Tekneko, incaricata della raccolta rifiuti nel comune.

il consigliere Marco de Carolis, già sindaco di Monte Compatri

La questione è stata sollevata dal consigliere comunale Marco de Carolis, che ha presentato una mozione per richiedere l’inquadramento, per tutti i dipendenti Tekneko del cantiere di Monte Compatri, del contratto FISE Assoambiente.
Secondo de Carolis, l’articolo 6 del contratto di appalto stipulato con Tekneko prevede esplicitamente tale inquadramento per tutti i suoi dipendenti. Tuttavia, l’assessore Felici ha risposto sostenendo che nel capitolato d’appalto non esiste alcun obbligo vincolante in questo senso. Felici ha dichiarato che, sebbene il Comune sia tenuto a verificare il rispetto delle tutele previste dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), la ditta aggiudicatrice ha la libertà di scegliere quale tipologia contrattuale applicare, tra FISE Assoambiente e Multiservizi.
A supporto delle sue affermazioni, l’assessore ha citato un parere della Gazzetta Amministrativa risalente a maggio 2021, che confermerebbe la regolarità del contratto speciale di appalto in relazione alle indicazioni dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione.

Felici ha quindi esemplificato che eventuali difformità tra i CCNL applicati non giustificherebbero una richiesta di adeguamento, dato che la priorità deve essere il rispetto delle tutele lavorative da un punto di vista sia normativo che economico.

Ha ribadito, inoltre, che non vi sarebbero motivi per dubitare della legalità della situazione, poiché i controlli sono stati eseguiti in fase di aggiudicazione della gara.
D’altro canto, il consigliere Fabio d’Acuti, già sindaco di Monte Compatri, ha messo in luce un aspetto critico della vicenda, facendo notare che alcuni dipendenti Tekneko, pur essendo contrattualizzati con il contratto FISE Assoambiente, stanno svolgendo mansioni non previste dal loro CCNL.

D’Acuti ha quindi invocato un maggior controllo da parte dell’amministrazione su questa problematica, che solleva interrogativi sul corretto adempimento delle responsabilità da parte della società appaltatrice.
Nonostante le argomentazioni presentate dall’opposizione, la maggioranza ha nuovamente respinto la mozione, lasciando irrisolti i dubbi sollevati.

Il dibattito intorno a questa vicenda riflette le tensioni politiche in atto e la complessità delle questioni legate ai diritti dei lavoratori nel settore dei servizi pubblici.


Nonostante le tensioni, il Consiglio Comunale continua il suo percorso, affrontando tematiche di fondamentale importanza per il futuro ambientale ed economico di Monte Compatri.

La questione della compostiera di comunità, in particolare, resta un punto centrale di discussione, testimoniando la volontà della maggioranza di portare avanti progetti di sostenibilità, ma al tempo stesso anche la determinazione dell’opposizione nel chiedere maggiore chiarezza e responsabilità così come la situazione degli operatori ecologici di Tekneko continua a essere un tema caldo all’interno del Consiglio Comunale, e molte saranno le aspettative rispetto a come l’amministrazione gestirà le questioni di inquadramento e tutela dei diritti dei lavoratori in futuro.

La strada è segnata, ma le divergenze di opinione promettono di tenere alta l’attenzione sui lavori del Consiglio Comunale di Monte Compatri nei prossimi mesi.

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