Published
7 anni faon
C’è da scommettere che, mentre la prospettiva di diventare l’uomo chiamato a guidare la Camera nella XVIII legislatura diventava sempre più concreta, la memoria di Roberto Fico sia andata a quello stesso giorno di 5 anni fa, quando, alla sua prima apparizione a Montecitorio, il deputato napoletano era stato candidato dai 5 Stelle e poi sconfitto da Laura Boldrini..
Laureato in Scienze della Comunicazione, è uno dei fondatori dei primi meet up di Beppe Grillo, a Napoli, nel 2005. All’epoca, ricorda il Corriere, si arrabatta tra i lavori di tour operator, operatore di call center, responsabile della comunicazione per un ristorante, importatore di tessuti dal Marocco.
Dopo la laurea all’Università di Trieste con una tesi dal titolo ‘Identità sociale e linguistica della musica neomelodica napoletana’, riporta neXt Quotidiano, Fico racconta nella biografia del sito ufficiale e nel curriculum pubblicato su Rousseau, la piattaforma del M5s, di aver conseguito successivamente un Master in ‘Knowledge management’ organizzato “dai politecnici di Palermo, Napoli e Milano”.
Durante questo ‘master’ Fico scrive di aver avuto la possibilità “di approfondire gli studi sulla gestione e sulla distribuzione del capitale umano e della conoscenza all’interno delle aziende private, delle organizzazioni no-profit e del settore pubblico”. Secondo neXt Quotidiano “non esistono né un Politecnico di Napoli né un Politecnico di Palermo. A notare l’incongruenza è stato su Twitter Alfonso Fuggetta, che è docente proprio al PoliMi. L’ufficio stampa del Politecnico di Milano ha confermato a neXt Quotidiano che il Politecnico di Milano non ha mai erogato un master in ‘Knowledge Management’ ma di aver partecipato a un progetto finanziato dal Ministero del Lavoro che prevedeva interventi formativi per 150 giovani disoccupati laureati in discipline umanistiche e comprendeva cinque percorsi formativi tra cui appunto “knowledge management”. Ma non si trattava di un master.
La passione politica non è nata con Grillo: prima ci sono stati, a sinistra, il voto per Bassolino e per Rifondazione.
Un post condiviso da Roberto Fico (@robertofico) in data:
Nel 2005, ricostruisce La Stampa, è tra i fondatori del Meetup Amici di Beppe Grillo a Napoli. Nel 2010 si candida presidente della Regione Campania e nel 2011 tenta la corsa a sindaco di Napoli. A dicembre dell’anno successivo è primo alle Parlamentarie del M5S nella Circoscrizione Campania 1 e grazie a 228 preferenze ottenute sul web viene candidato in prima posizione nella lista bloccata del M5s della circoscrizione. Alle elezioni politiche del 2013 è eletto nella XVII legislatura alla Camera dei Deputati, poi riconfermato il 4 marzo 2018.
⭐ Presidenza #Camera, niente da fare per Roberto #Fico : il M5S ha votato contro. Così, per abitudine.
— BufalaNews (@Labbufala) 22 marzo 2018
Con i 5 Stelle è stato membro della Commissione di Vigilanza Rai, ma soprattutto è il punto di riferimento degli ortodossi e di chi vuole mantenere un presidio contro eventuali derive a destra. Che si verificano puntualmente, sia sui temi dell’immigrazione, sia su quelli delle alleanze. Anche nella gestione interna del Movimento, Fico prova a ritagliarsi un ruolo, appunto, da ortodosso, cercando di fare in modo che M5S resti fedele alle intenzioni delle origini, con una gestione collegiale e democratica.
Vi garantisco che mai noi saremo alleati con la Lega anche dopo il voto: siamo geneticamente diversi (Roberto Fico, gennaio 2018)
All’epoca della nomina a capo politico di Luigi Di Maio è protagonista dello strapoo alla festa di Rimini, dove si rifiuta di salire sul palco, salvo tornare nei ranghi dopo un duro confronto con Grillo. Secondo il Corriere è un modo per premiarne la fedeltà, ma anche di depotenziarlo e dissuaderlo da prese di posizioni polemiche nel caso, ormai decisamente probabile, di alleanze politiche con la Lega Nord.
“Le istituzioni sono tenute a farsi carico della richiesta di rinnovamento che deve essere la linfa vitale di questa legislatura. Gli squilibri vanno riequilibrati, è ora prioritario superare definitivamente i privilegi“, ha spiegato Fico, leader dell’ala pentastellata più ortodossa. “Sono commosso”, ha esordito, per poi rendere omaggio a Mattarella e salutare la sua predecessora Laura Boldrini. Fico ha sottolineato più volte la volontà di “difendere e riaffermare la centralità del Parlamento” che deve lavorare “nell’interesse e al servizio dei cittadini”. Per poi aggiungere: “Non consentirò né scorciatoie né forzature”. Il discorso del neo presidente della Camera è stato applaudito anche da esponenti dem come il ministro uscente della Cultura Dario Francheschini, della minoranza dem Andrea Orlando, ma ha raccolto una reazione tutt’altro che calorosa da parte renziana. Tanto che Maria Elena Boschi e Luca Lotti, punti di riferimento del giglio magico renziano, non hanno applaudito il discorso inaugurale
Governo, ultimo giro di consultazioni per Fico, poi salita al Colle
Fico difende le Ong e chiede solidarietà, la rete lo copre d’insulti: “Boldrino”
Verso il Governo Frankenstein: ok M5s la parola ora al direttivo Pd
Governo, dopo Casellati il mandato a Fico: obiettivo accordo M5s-Pd
Governo, Fico prossimo designato per mandato esplorativo
Verso il governo Frankenstein: Fico (M5s) e Alberti Casellati (FI) presidenti delle Camere