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Cronaca

ROBERTA RAGUSA: ECCO LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA SU ANTONIO LOGLI

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Tempo di lettura 4 minuti Spesso contraddittorie, inverosimili, insufficienti e palesemente deficitarie, le prove, per la legge italiana, non sono tali da poter procedere nei confronti di Antonio Logli

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di Chiara Rai/ Christian Montagna

Il tribunale di Pisa ha motivato la sentenza di non luogo a procedere nei confronti di Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa accusato di omicidio volontario e distruzione del cadavere. Così, la prova che Roberta Ragusa sia stata realmente uccisa viene a mancare e le testimonianze raccolte finora non sono state sufficienti. 

LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA
Giuseppe Laghezza, il giudice del Tribunale di Pisa ha così motivato la sentenza “Insussistenza dei fatti contestati apparendo gli elementi acquisiti agli atti insufficienti, contraddittori o comunque inidonei a sostenere l'accusa in giudizio e nel contempo non impinguibili mediante l'istruttoria dibattimentale". Spesso contraddittorie, inverosimili, insufficienti e palesemente deficitarie, le prove, per la legge italiana, non sono tali da poter procedere nei confronti di Antonio Logli. L’ipotesi secondo cui l’omicidio sarebbe scaturito in seguito ad una lite tra i due coniugi, non trova fondatezza e perciò cade.

IL SUPER TESTIMONE
Sono deboli le testimonianze raccolte in questi anni, in particolare quelle fornite dal super testimone Gozi, secondo cui la coppia avrebbe realmente avuto un violento litigio. Il giudice ha definito “palesemente insufficienti” le dichiarazioni fornite in questi anni. Le discordanze e le molteplici reticenze si limitano a rappresentare "un alterco tra un uomo e una donna non meglio identificati, seguito dal caricamento di quest'ultima su un'auto (forse un Citroen C3) di colore chiaro di cui non è stato neppure identificato il numero di targa e, di conseguenza, il proprietario". 

LA SCOMPARSA
Roberta Ragusa è svanita nel buio della notte fra il 13 e il 14 gennaio 2012, un venerdì e un sabato, da Gello di San Giuliano, alle porte di Pisa: con sè non ha portato nulla, né un cappotto, né la borsa con soldi e documenti, né un cellulare, né, tantomeno, i suoi gioielli più preziosi, due ragazzi che adorava, Daniele, oggi sedicenne, liceale al classico, e Alessia, undici anni compiuti senza la mamma. L’ultimo a vederla in quella gelida notte, la stessa in cui naufragò la Concordia al Giglio, è il marito, Antonio Logli, 49 anni, elettricista alla Geste, una partecipata del Comune di San Giuliano, e socio con lei ed il padre Valdemaro dell’autoscuola di famiglia, la Futura, una società in accomandita semplice." Il quadro probatorio – conclude – appare insoddisfacente sotto il profilo del raggiungimento della compiuta dimostrazione della morte violenta ma anche per una complessiva fragilità degli elementi indiziari".

LE PRIME ESTIMONIANZE
V. dice di aver avuto la visione di Roberta due mesi fa. La sensitiva vede Roberta in un sacco nero nell’acqua del lago di Massacciuccoli dalla parte della pineta in una “rientranza semicircolare” dove ci si arriva con la macchina. V. asserisce che del suo corpo verrà ritrovato ben poco perché nel frattempo è stato divorato dai gamberi killer. Secondo V., il corpo potrebbe essere ritrovato addirittura prima che inizi il processo se solo gli inquirenti seguissero le sue indicazioni. V. è convinta che gli inquirenti non abbiano mai cercato in quel determinato punto. Ma a noi risulta che le ricerche sono state fatte anche lì e laddove non si è riusciti ad arrivare, neppure colui che ha occultato il cadavere avrebbe potuto arrivarci.


Claudia- Non si definisce una sensitiva ma fa dei sogni e ha delle sensazioni. Lei vede Roberta in una sorta di cisterna in muratura, una struttura stretta come un ascensore con parti di cemento armato non di mattoni, accosciata con l’acqua fino alle cosce con al collo la sciarpina o foulard con la quale sarebbe stata strangolata dopo essere stata tramortita con una botta alla testa. Il suo corpo sarebbe in un posto umido e freddo, nel raggio di 25 chilometri dall'abitazione. Altro non ci ha detto. Ci si può attaccare ad un sogno? Non pensiamo che un sogno non sia sufficiente a ritrovare Roberta, nonostante la buona volontà di Claudia.


Toni – “Caro Valdemaro Logli, confessati. Dai ai tuoi nipoti e alle cugine di Roberta una tomba su cui pregare questa povera donna. Dobbiamo superare l’ultimo esame. L’unico che valga davanti a Dio. Siamo tutti malandati, può succedere quando meno te lo aspetti. Agguanta questa mano e stringila forte. Salvati. Tu e tuo figlio”. Chi scrive è ancora “Toni”.. Si tratterebbe del contenuto della seconda lettera. Toni si definisce un ex militare e dice di essere una vecchia conoscenza di Valdemaro Logli, padre di Antonio e suocero di Roberta Ragusa.Secondo la testimonianza di “Toni”, i quattro parlavano di luoghi segreti in cui sarebbe stato possibile nascondere un cadavere in modo che nessuno potesse mai più ritrovarlo. Antonio Logli avrebbe citato un nascondiglio che diceva di conoscere soltanto lui. Si tratta di una grossa cisterna per la conservazione del carburante che si trova all’interno dell’ex deposito militare di Titignano, un paesino a circa tredici chilometri da casa Logli.

LE VICENDE GIUDIZIARIE DI LOGLI
I figli di Roberta Ragusa si costituiscono parte offesa nel giudizio volto ad accertare la responsabilità per la scomparsa della mamma; l ’avvocato Cecilia Adorni Braccesi, di Firenze, è stata nominata curatrice della figlia minore.
Il 6 Marzo 2015 la Procura di Pisa chiede il rinvio a giudizio. Il procuratore Antonio Giaconi in merito al processo si esprime in questi termini “Le bugie di Antonio Logli pesano enormemente sul procedimento e saranno evidenziate in maniera certosina al processo, si è presentato in aula con aria tranquilla, e questa la dice lunga sulla sua capacità di fingere. Sono credibili, assieme a tutta una serie di elementi raccolti dai tabulati telefonici e dalle intercettazioni. Non c'era nessuna traccia che riguardasse una possibile fuga Roberta Ragusa. Stiamo parlando di una madre, particolarmente attenta ai figli, alla famiglia. Un'ipotesi di questo genere poteva verificarsi solo in presenza di elementi evidenti di diverso tipo che non esistono. Una madre non lascia due figli così senza alcun segnale, senza alcuna spiegazione”. E ancora, “Ci sono indizi gravi, precisi e concordanti: secondo noi Antonio Logli deve essere processato per omicidio volontario e distruzione di cadavere”. “L'imputato si è tolto di mezzo una persona scomoda nel momento in cui ha capito che una separazione gli avrebbe fatto perdere tutto”.
Ma subito dopo l’udienza, il giudice Laghezza assolve l’uomo nonostante la Procura abbia chiesto il rinvio a giudizio per omicidio volontario e distruzione di cadavere. Ieri, è stata depositata la motivazione della sentenza.

Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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Castelli Romani

Monte Compatri, parco Calahorra: il degrado senza fine

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“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale.
Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.

INGRESSO ALLA VILLETTA

Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta.
Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.

PANCHINE DIVELTE e sporcizia SULLA TERRAZZA NATURALE CHE GUARDA ALLA BELLEZZA DI MONTE COMPATRI

Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))

panchina divelta sul “balconcino” naturale che mostra il paese

Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”.
So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!
Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.

NEL VIDEO QUEL CHE RESTA DELLA FONTANELLA E DEL CHIOSCO REALIZZATI DAI RAGAZZI DI BROTHER PARK

Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”.
“Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza!
Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.

IN QUESTO VIDEO CI MOSTRANO IL LUOGO DOVE SORGEVA IL CAMPO DI CALCETTO ORA RICOPERTO DA ROVI

Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano.
Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano.
In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile.
Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”.

C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale?
Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati.
Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.

uno dei tanti sentieri impraticabili ricoperti da rovi e sterpaglie

E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine

Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato
Anche in questo caso vi terremo aggiornati.

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Cronaca

Martina Franca, torna l’appuntamento con la fotografia d’arte di Marcello Nitti

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Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
 
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
 
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
 
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.
Privo di virus.www.avast.com



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