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Casini e Gargano in prima linea: un piano storico per il risanamento dei bacini lacustri con interventi strategici e fondi record
Un anno di monitoraggio approfondito sui laghi Albano e Nemi ha prodotto un piano d’interventi dal valore di 60 milioni di euro, finalizzato al recupero delle risorse idriche e alla tutela di questi ecosistemi unici. Il progetto, presentato dall’Autorità di Bacino dell’Appennino Centrale (Aubac), mira a garantire la sostenibilità idrica dei bacini, con azioni distribuite tra enti gestori e amministrazioni locali.
Interventi e obiettivi
Entro i prossimi tre anni, gli interventi pianificati dovrebbero portare al recupero di 165 litri d’acqua al secondo. Tra le azioni previste, figurano la manutenzione delle reti idriche, il miglioramento degli apporti naturali e il collettamento delle acque bianche urbane. Il gestore Acea Ato 2, guidato dal direttore generale Marco Salis, ha già ottenuto significativi risultati nella riduzione delle perdite idriche, scese al 37%, un valore inferiore alla media territoriale del 51% e alla media nazionale del 41%.
Un impegno condiviso
Il Tavolo Tecnico Laghi Albano e Nemi, avviato a gennaio 2024 e coordinato dal segretario generale Marco Casini, ha riunito esperti, istituzioni e associazioni, tra cui la Rete Tutela Roma Sud e l’associazione Lago di Castel Gandolfo. Durante l’ultimo incontro, si è discusso delle principali criticità, come i cambiamenti climatici, l’urbanizzazione e la gestione delle perdite idriche. Casini ha sottolineato l’importanza di una pianificazione a lungo termine per salvaguardare i bacini e le falde acquifere, a beneficio dell’ambiente e delle comunità locali.
Un modello esemplare
Massimo Gargano, direttore generale dell’Associazione Nazionale Consorzi di Bonifica (ANBI), ha elogiato il metodo adottato dall’Aubac, definendolo un esempio virtuoso. Il piano non solo risponde alle esigenze ecologiche, ma protegge anche il potenziale turistico e culturale del territorio. L’installazione di un teleidrometro sul lago Albano ha permesso un monitoraggio costante, evidenziando la necessità di interventi tempestivi.
Prospettive future
L’assessora regionale Manuela Rinaldi e i sindaci di Castel Gandolfo e Nemi, Alberto De Angelis e Alberto Bertucci, hanno confermato il loro impegno per il progetto. Entro il 2027, si prevede che i laghi possano mostrare significativi segnali di ripresa, ponendo le basi per un modello sostenibile che bilanci le esigenze ambientali con quelle delle popolazioni locali.
Infine il contributo dell’Associazione Lago di Castel Gandolfo è stato determinante per unire gli sforzi e sensibilizzare la comunità locale, dimostrando come la sinergia tra istituzioni e società civile possa fare la differenza nella tutela dell’ambiente.
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