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Ambiente

Rischio idrogeologico: ancora forti le differenze tra nord e sud

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Il 35% delle abitazioni italiane è esposto a elevato rischio sismico, mentre il 55% è esposto a elevato rischio idrogeologico. E’ la fotografia scattata dall’Ania che avverte: l’Italia è il sesto Paese al mondo per danni subiti da catastrofi naturali e ogni anno il settore pubblico interviene per circa 3 miliardi di euro di danni.

Secondo uno studio presentato ieri alla stampa, in Italia l’estensione delle polizze contro terremoti e alluvioni è ancora limitata. Al 30 settembre del 2016 risultavano attive 435 mila polizze pari a 610 mila abitazioni. “E’ soltanto l’inizio di un cammino”, sottolinea l’associazione delle imprese assicuratrici. Niente di nuovo purtroppo. Come spesso capita si rimane alla finestra ad aspettare i disastri. E’ un’Italia che vive in eterna campagna elettorale. Del resto la recente indagine di Legambiente con il XVII Rapporto Ecosistema Scuola, parla da sola: quasi nove scuole italiane su 10 (l’87%) sono costruite senza criteri anti-sismici. Dall’analisi emerge che il 65,1% delle scuole è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica del 1974 e il 90,4% prima della legge in materia di efficienza energetica (1991).

Un altro dato è che “Il 40% delle scuole si trova in aree a rischio sismico e il 3% in aree a rischio idrogeologico”. Sul fronte della sicurezza antisismica, prosegue il report, “anche se cresce la percentuale media degli edifici che hanno effettuato verifiche di vulnerabilità sismica, che passa da circa il 25% dello scorso anno al 31%, rimane troppo bassa la media nazionale di quelli costruiti secondo criteri antisismici, meno del 13%.

Ancora forti le differenze tra Nord e Sud: i capoluoghi di provincia del Sud dichiarano di avere 3 scuole su 4 in aree a rischio sismico e una necessità di interventi di manutenzioni urgenti che è del 58,4%”, quasi il 20% in più della media nazionale; “il nord, invece, mantiene una discreta capacità di investimenti, per esempio nella manutenzione straordinaria, con 62.807 euro ad edificio, cifre in media 5 volte maggiori delle altre aree del Paese”. Complessivamente – viene spiegato – “il 71% degli interventi avviati è stato di tipo non strutturale (19.724 interventi) e questo spiega perché non si vedono ancora grandi miglioramenti nella condizione strutturale delle nostre scuole”. Ma, “su 5.861 edifici, il 39,4% necessita di interventi di manutenzione urgenti. Solo il 15,3% delle scuole ha effettuato indagini diagnostiche dei solai mentre il 5,3% ha effettuato interventi di messa in sicurezza. Certificazioni fondamentali come quello di agibilità, mancano al 40% delle scuole, nelle Isole all’80%, e di prevenzione incendi a circa il 58%, nelle Isole al 73%”. La sicurezza dei cittadini viene prima di tutto.

L’Italia è un paese ad elevato rischio idrogeologico come spiegano gli esperti. Bisogna costruire in maniera diversa, bisogna contrastare il pericolo terremoti con adeguate strutture se non si vuole piangere ancora.

Marco Staffiero

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