Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
C.R.
Prescrizione, impugnazioni e intercettazioni. Su questi tre punti cruciali affiorano le diversità di opinione tra Ncd e Pd che dovranno essere stemperate in breve tempo se si vuole approdare con una riforma della giustizia che riesca ad accelerare una macchina troppo lenta per coloro che attendono “giustizia” E se il Consiglio dei ministri, venerdì, produrrà delle linee guida su impugnazioni e prescrizione probabilmente arriverà quel punto di discussione e confronto successivi richiesti dagli alfaniani.
Solo quando questo arriverà sbarcare in Parlamento, allora sì che il via libera di Ncd non potrà che essere decisivo.
Il governo è orientato a modificare la prescrizione, cioè la scadenza entro la quale occorre una sentenza definitiva per evitare l'estinzione del reato, interrompendola dopo la conclusione del processo di primo grado.
In diritto penale determina l'estinzione di un reato a seguito del trascorrere di un determinato periodo di tempo. La ratio della norma è che, a distanza di molto tempo dal fatto, viene meno sia l'interesse dello Stato a punire la relativa condotta, sia la necessità di un processo di reinserimento sociale del reo.
La prescrizione è motivata dal diritto dell'imputato ad un giusto processo in tempi ragionevoli, ma in Italia i tempi ragionevole per la stragrande maggioranza dei processi non esistono.
Riguardo allo snellimento dei processi civili, nella bozza del decreto si parla del ricorso al processo arbitrale ad esempio nelle cause che riguardano lavoro, previdenza e assistenza sociale. Altra misura potrebbe riguardare le separazioni e i divorzi, che diventerebbero più “facili” attraverso la convenzione di negoziazione assistita da un avvocato.
Dunque, venerdì il Consiglio dei ministri affronterà, secondo quanto annunciato da vari esponenti del governo, la riforma della giustizia e il cosiddetto "Sblocca Italia" per facilitare la realizzazione di infrastrutture strategiche.
Per quanto riguarda il tema intercettazioni sarebbe opportuno che il mondo della politica si confrontasse con quello del giornalismo prima di di addivenire ad interventi e soluzioni.
Correlati