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RIFORMA DELLA SCUOLA: ARRIVA LA FIDUCIA

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Tempo di lettura < 1 minutoLa discussione in merito al maxi emendamento era iniziata già nella giornata di mercoledì, sull'onda delle contestazioni tra maggioranza e opposizione.

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di M.L.S.
Roma
– Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi ha posto la fiducia sul maxiemendamento in merito al ddl scuola. La notizia arriva giovedì mattina dall'Aula del Senato, dove, il presidente Piero Grasso ha sospeso la seduta alla luce della della decisione presa dalla capigruppo, che ha fissato per le ore 16 la chiamata al voto di fiducia a Palazzo Madama. La seduta rimane sospesa, in attesa dei pareri della Commissione Bilancio.

La parabola del maxiemendamento. La discussione in merito al maxi emendamento era iniziata già nella giornata di mercoledì, sull'onda delle contestazioni tra maggioranza e opposizione. Non essendosi concluso l'esame in commissione, la direttiva era giunta in Aula senza il mandato ai relatori. A presentarla, in un breve riepilogo dell'iter e dei suoi contenuti, ci ha pensato così Andrea Marcucci che, tra le altre cose ha commentato:” La scuola dopo anni di marginalità è tornata a essere al centro del dibattito culturale e politico del Paese”. Il presidente della commissione Istruzione, così facendo, ha toccato gli animi della fazione di FI, insorta nell'imediato. La contropartita è giunta successivamente con la risposta del Pd, seguita poi dagli interventi di M5S, Lega e Sel.
Il decreto legge ha l'obiettivo di: “Mettere la scuola nelle condizioni di essere la spina dorsale del Paese”, ha sottolineato ancora il presidente della Commissione Marcucci. Contestazione scenografica, poi, da parte dei pentastellati, muniti di fasce al braccio con scritto r.i.p.

Con la fiducia. I senatori hanno acconsentito alla richiesta avanzata da parte del governo per bloccare la riforma, senza che la commissione Istruzione abbia concluso l'esame e, di conseguenza senza relatori, in modo tale da essere approvata dall'Aula entro la fine di giovedì, così da approdare il 7 luglio a Montecitorio, come deciso ieri dalla conferenza dei capigruppo della camera. 

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