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Editoriali

Riforma della prescrizione e presunti innocenti in carcere: Bonafede, i dati ministeriali e… quelle prese di posizione

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Il ministro Alfonso Bonafede continua a collezionare molte critiche per le sue “uscite” e prese di posizione riguardo un mondo che a volte sembra essere lontano dalla sua comprensione.

Soltanto lo scorso 24 gennaio, durante il programma de La7 “In Onda” ha detto che “gli innocenti non finiscono in carcere”, dimostrando quindi di ignorare i dati del suo ministero.

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 30/01/2020

Nelle carceri italiane, infatti, il 34,5% dei detenuti è oggi in attesa di giudizio, cioè presunti innocenti. Dal 1992 alla fine del 2017, 26.412 persone hanno subito una custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari, prima di essere riconosciute innocenti con sentenza definitiva.

Quindi oltre 26 mila innocenti ristretti nelle patrie galere

Per risarcirli, lo Stato ha versato complessivamente poco meno di 656 milioni di euro. Ma non è tutto. A stigmatizzare il comportamento del Guardasigilli è stato anche il Garante dei detenuti, Mauro Palma, che ha criticato il video “postato dal ministro della giustizia e pubblicato sulla rivista online ministeriale”, che “si aggiunge a quel riferimento al ‘marcire’ che il ministro dell’Interno ha più volte espresso in suoi video, riferimento che indica una finalità della pena detentiva opposta a quella voluta dalla nostra Costituzione”.

Ma non è finita perché ci sono le palesi proteste contro la legge Bonafede sulla riforma della prescrizione.

In sostanza, da quest’ anno la prescrizione dei reati si interromperà dopo la sentenza di primo grado, sia di condanna sia di assoluzione.

Oltre a non snellire i tempi della giustizia, secondo molti questa riforma metterà a dura prova gli uffici giuridici, portando il sistema italiano al collasso totale