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Redazione
Sulla scia di quanto dichiarato dal dottor Giovanni Tamburino, capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, durante il confronto avuto a Rieti con sindacati e detenuti circa l’attuazione di iniziative e provvedimenti volti a concretizzare per il carcere reatino un nuovo indirizzo evolutivo affinché possa diventare un “esportabile” modello innovativo per il trattamento intramurario e per le modalità di custodia.
Si è tenuto un proficuo incontro tra la direttrice del nuovo carcere di Rieti Dott.ssa Vera Poggini e il presidente di Legambiente Centro Italia Ermenegildo Balestrieri presenti anche il capo dell’area rieducativa del carcere di Rieti dottor Gaio Camellini e la dott.ssa in tecnica del recupero e della riabilitazione psicologica Sara Martinelli del team di Legambiente.
Tra gli argomenti affrontati quello dell’avviamento dei soggetti in esecuzione penale ad un percorso di formazione ed educazione ambientale che indubbiamente rappresenta una innovazione nel campo delle attività trattamentali realizzate presso le Case Circondariali.
Si è ritenuto utile favorire le condizioni per un’acquisizione di competenze per i detenuti dentro le carceri per facilitare opportunità di nuovi contatti con il mondo esterno e per garantire la spendibilità delle abilità acquisite in possibili percorsi diversi per pene alternative.
Le parti sono state impegnate a definire tutti i percorsi adeguati per favorire la reintegrazione sociale dei condannati, diminuire il rischio di recidiva e valorizzare il patrimonio umano, naturale e culturale delle aree e dei settori in cui sarà possibile intervenire.
Iniziative legate alle buone pratiche ambientali , un progetto finalizzato a consentire ai detenuti di acquisire nuove competenze di base per una futura cittadinanza attiva, vivere il periodo di detenzione in contatto con i problemi della società, evitare il distacco e la disaffezione rispetto al proprio ambiente di vita ed al proprio territorio di provenienza.
Tra le attività cantierizzate da segnalare
– Un’azione di formazione che affronta la tematica della differenziazione attraverso la creazione di tutor tra i detenuti che, adeguatamente formati, svolgano funzioni di coordinamento e sensibilizzazione sulla raccolta differenziata. Infatti per promuovere la buona pratica della differenziazione dei rifiuti verranno installati specifici contenitori per separare la carta, la plastica, i metalli , il vetro e la frazione organica, per la quale si sta studiando la possibilità di installare una compostiera gestita dagli stessi detenuti con la supervisione degli esperti di Legambiente.
– Percorsi di formazione-lavoro nel settore della cura e riqualificazione di aree territoriali rivalutando o facendo emergere predisposizioni individuali all’attività provvedendo agli strumenti necessari per intraprendere tale formazione come incontri tematici, lezioni teoriche e pratiche a singoli gruppi con rilascio di relativi attestati.
Un valore aggiunto sarà rappresentato dai filmati che verranno proiettati a cadenza settimanale e che gli educatori di Legambiente commenteranno con i detenuti ma anche con il personale della vigilanza che potranno partecipare a tutte le iniziative previste, lo scopo è quello di realizzare un intervento su tematiche ambientali e umane volto alla maturazione di individui attenti ai rapidi processi di cambiamento tecnologico, sociale, ambientale ed ai problemi ad essi correlati.Il tavolo di lavoro si è concluso concordando il primo appuntamento con i detenuti il 19 aprile per la presentazione del progetto, la raccolta delle domande di partecipazione e la consegna di test attitudinali per la selezione dei detenuti ammessi al corso e quindi programmare i prossimi incontri.
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