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RIETI, GUARDIA DI FINANZA: CONCLUSA OPERAZIONE "CHEQUES LAUNDERING"

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Tempo di lettura 3 minutiRubavano assegni di risarcimento danno

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La vicenda trae origine da attività info-investigativa posta in essere dai finanzieri reatini fin dal mese di febbraio dello scorso anno, quando sono state acquisite notizie relative a delle operazioni sospette effettuate da alcuni soggetti provenienti dalla Campania.

Redazione

Nell'ultima settimana i militari della Guardia di Finanza di Rieti, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno concluso una vasta operazione che ha consentito la denuncia a piede libero di 38 soggetti e l'emissione di quattro misure cautelari restrittive della libertà personale, tutte eseguite nella provincia di Napoli.
Le suddette persone, molte delle quali con precedenti specifici, sono risultate coinvolte, a vario titolo, per una serie di condotte criminose finalizzate alla ricettazione, alla sostituzione di persona, al falso, al possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, al favoreggiamento personale ed alla truffa.
Alcuni componenti della banda, dopo essersi procurati documenti rubati o contraffatti, ricettavano assegni circolari trafugati nei centri di smistamento postale di Napoli e Bologna.
Tali assegni erano stati spediti prevalentemente da alcune delle maggiori compagnie di assicurazioni ai propri assistiti, come risarcimento per danni subiti per incidenti stradali, ma non sono mancati neanche assegni circolari spediti da importanti enti previdenziali ed assistenziali ai legittimi destinatari. Quest'ultimi rimanevano purtroppo in lunga attesa, probabilmente lamentandosi della lentezza delle Poste (loro stesse danneggiate) o magari prendendosela ingiustamente con l'inefficienza di qualche funzionario.
In sintesi, gli steps operativi da anni messi sistematicamente in atto dal sodalizio criminale erano:
•    furto di corrispondenza contenente assegni circolari;
•    apertura di conti correnti in istituti di credito dislocati su gran parte del territorio nazionale con contestuale versamento dei predetti assegni modificati nei dati dei legittimi beneficiari;
•    svuotamento dei predetti conti mediante operazioni di prelevamento o di bonifico "home banking".
La vicenda trae origine da attività info-investigativa posta in essere dai finanzieri reatini fin dal mese di febbraio dello scorso anno, quando sono state acquisite notizie relative a delle operazioni sospette effettuate da alcuni soggetti provenienti dalla Campania. Quest'ultimi, con il pretesto di un prossimo trasferimento a Rieti legato a fantomatici motivi di lavoro, avevano aperto dei conti correnti presso Istituti di credito del capoluogo, versando somme modeste e chiedendo il solo rilascio, attesa la loro temporanea assenza dalla città di Rieti, della chiavetta per procedere ad operazioni di "home banking".
A distanza di alcuni giorni dall'apertura dei conti, i soggetti eseguivano dei versamenti di assegni di traenza quindi, dopo aver raggiunto altre banche appartenenti allo stesso gruppo insistenti nelle confinanti provincie di Terni e Ascoli Piceno, operavano ulteriori versamenti di assegni di traenza in maniera tale da permettere la visibilità delle somme versate ma non del titolo depositato.
Tale anomalia comportamentale veniva costantemente monitorata dai finanzieri mediante propri sensori sul territorio, a tal punto che i militari intervenivano presso una banca reatina proprio nel momento in cui due soggetti appartenenti al gruppo criminale "migrante", disponevano, appunto, analoghe operazioni bancarie.
Si è poi scoperto che tali operazioni truffaldine venivano estese anche in gran parte della penisola, nello specifico nelle provincie di Roma e Viterbo, toccando anche le regioni Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Liguria e la stessa Campania.
Le indagini espletate nell'immediatezza del fatto permettevano di acclarare che gli assegni di traenza versati risultavano alterati nei dati relativi ai legittimi beneficiari i quali, all'uopo escussi, confermavano di non aver ancora ricevuto il titolo in questione a seguito del relativo sinistro patito.
Proseguivano pertanto gli accertamenti mediante l'utilizzo degli strumenti d'indagine tipici della polizia giudiziaria ed economico-finanziaria fra i quali:
•    la consultazione dell'anagrafe dei rapporti finanziari;
•    il riscontro tra le operazioni ed il traffico telefonico, in entrata ed uscita, sulle utenze intestate e/o riconducibili ai soggetti coinvolti a vario titolo;
•    l'analisi degli elenchi sui quali erano indicati centinaia di assegni trafugati con l'indicazione degli effettivi beneficiari e dei soggetti che li avevano negoziati illegittimamente;
•    l'acquisizione dei tabulati telefonici (a partire da quelli relativi alle persone venute "in trasferta" a Rieti) presso gli operatori di telefonia fissa e mobile nazionale.
Tra l'altro, nel chiaro intento di frapporre ostacolo alle indagini, alcuni appartenenti all'organizzazione, per comunicare fra loro, utilizzavano anche schede telefoniche "taroccate", intestate cioè a persone ignare o addirittura decedute, in taluni casi con la connivenza di qualche rivenditore di schede di telefonia mobile.
Non si esclude che l'organizzazione abbia collegamenti con la criminalità organizzata e che, pertanto, con i proventi ottenuti si siano finanziate altre più gravi attività illecite. Tutte le attività criminose poste in essere sono comunque state idonee a produrre una forma dinamica di sostentamento illegale tale da consentire il mantenimento economico di tutte le persone a vario titolo coinvolte, in considerazione del fatto che sono stati accertati profitti illeciti per oltre due milioni di euro.
Sono state quindi eseguite quattro misure cautelari personali nei confronti di altrettante persone residenti nella Provincia di Napoli.