RIETI E ROMA: DOPO "ER BATMAN" ORA TOCCA "AR PARTITO DEMOCRATICO"


Oscilla di parecchio l’assenteismo dell’ufficio di Gabinetto del presidente del consiglio regionale Daniele Leodori

 

La Procura di Rieti  ha messo sotto lente le spese sostenute dal gruppo consiliare del Pd alla Regione Lazio dal 2010 al 2012 sotto la presidenza di Renata Polverini.

 

di Chiara Rai

Rieti e Roma – Volendo fare un bilancio del 2014 su quanto ancora i cittadini pagano politici e istituzioni ci vorremmo soffermare, prima di inoltrarci sul tormentone delle ultime spese pazze che hanno colpito anche il reatino, sui dati dell’assenteismo del 2014 nel consiglio regionale del Lazio che vedono crescere il tasso di assenza dell’organigramma.

Ma vediamo nei dettagli che ad esempio oscilla di parecchio l’assenteismo dell’ufficio di Gabinetto del presidente del consiglio regionale Daniele Leodori che è arrivato al 30 per cento di assenteismo a Gennaio 2014, rispetto al 6 per cento del 2013 e al 16 per cento di gennaio 2012. Addirittura in agosto 2014 l’assenteismo dell’ufficio di gabinetto è stato del 65 per cento. Ma di che cosa si vuole parlare? Di duro lavoro o meglio passare ad argomenti più succolenti?

Anche il più pulito….non ricordo il finale di questo detto ma quello che sta succedendo ultimamente è davvero sconcertante. Sembra che Roma sia la capitale dello scialacquio, corruzione e strabordio di eccesso di potere. Non ci sono colori politici: dal nero al rosso il motto è uno solo “pancia mia fatti capanna”.

E così, anche sotto queste feste, si è tornato a parlare di “spese pazze” perché alla speculazione dei soldi pubblici dei cittadini non c’è mai fine. Questa volta ad indagare è stata la Procura di Rieti che ha messo sotto lente le spese sostenute dal gruppo consiliare del Pd alla Regione Lazio dal 2010 al 2012 sotto la presidenza di Renata Polverini.

Nell'inchiesta sarebbero coinvolte in tutto 41 persone, tra le quali 13 ex consiglieri regionali, 5 amministratori pubblici, due sindaci, attualmente in carica a Rieti e Forano, alcuni senatori, un deputato e numerosi imprenditori e professionisti.

Un anno fa la procura di Rieti, aveva inizialmente iscritto nel registro degli indagati l'allora tesoriere del gruppo consiliare del Pd alla Pisana, Mario Perilli, l'ex capogruppo del Pd e attuale sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, e gli ex consiglieri regionali democratici, Enzo Foschi e Giuseppe Parroncini.

Dunque se Fiorito detto "er Batman" ha fatto parlare di se e puntare i riflettori sul centrodestra per lo scandalo di aver acquistato un Suv con i soldi del partito e fatto  viaggi «istituzionali» a Dubai, Maldive, Posillipo da solo con la fidanzata, adesso è il momento del centrosinistra che sicuramente non è da meno, visto gli esiti delle indagini.

Tra le spese pazze soprattutto l’acquisto di olio extravergine d’oliva nel reatino, ma anche rimborsi per vecchie multe, cesti natalizi e cene a base di ostriche che figurano in nota spese.

A Mario Perilli viene contestata una sagra del tartufo, finanziata con 5.000 euro e spacciata come convegno. C’è poi il tentativo di rinascita di Paese sera, nel 2011, finanziato con 26 mila euro senza contratto Le accuse vanno dal peculato, alla truffa aggravata, dal finanziamento illecito al falso. Così i protagonisti dello scandalo, ripetiamo che si tratta di 13 ex consiglieri regionali, sono stati metaforicamente cacciati dalla politica…della Regione e sono finiti direttamente in Parlamento. A quanto pare la punizione di Zingaretti che ha fatto pulizia in casa propria è convenuta agli “scialacquoni” di turno.

Fra gli indagati ci sono gli attuali senatori Claudio Moscardelli, Bruno Astorre, Carlo Lucherini, Francesco Scalia e Daniela Valentini. Sotto inchiesta anche il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, il cui nome era affiorato all’avvio delle indagini, così come quelli di Enzo Foschi – già nella segreteria del sindaco di Roma, Ignazio Marino e del tesoriere Mario Perilli.

Che dire è pur vero che oggi “se magna” meno di prima ma i vecchi personaggi della politica hanno trovato pur sempre una calda e comoda poltrona su cui sedersi e chi era forse troppo a posto e pulito è stato frettolosamente mandato a casa dopo aver avuto il privilegio di essere stato nominato a chiamata diretta.

E così per la vigilia de noartri Nicola Zingaretti ha cinguettato  “Meno 79 per cento il costo dei gruppi alla Pisana”. Ebbene sì nel 2014 le cifre sono queste: 526mila euro per il funzionamento dei gruppi consiliari e 3 milioni per il personale. Un risparmio, appunto, dal 2012 al 2014 del 79 per cento. Eppure i cittadini ancora non percepiscono questi dati come un fatto: la musica pare ancora non essere cambiata. Certo, si vedono meno suv e si fanno meno festini vestiti da porci ma si è ancora lontani dalla meta.

Intanto il Senatore Francesco Scalia in merito alle inchiesta sui fondi del Gruppo PD alla Pisana della Procura di Rieti, in cui risultano indagati tutti gli ex consiglieri dem durante il governo Polverini, si tira fuori dalle accuse:

“Nessun consigliere regionale del PD aveva accesso diretto ai fondi. Per quanto mi riguarda sono molto sereno perché per le mie attività il gruppo ha impegnato risorse solo per la comunicazione (TV e giornali locali). E la comunicazione è appunto, per la legge regionale, una delle finalità di impiego delle risorse dei gruppi. È tutto documentato e visibile dai bilanci pubblicati on line ed in questi non figurano fatture di ristoranti della mia provincia. I bilanci pubblicati on line dimostrano che le numerose iniziative che ho tenuto sul territorio le ho sostenute con mie risorse personali e non del gruppo.  Ci tengo a sottolineare – conclude Scalia – che non ho ricevuto nessun avviso di garanzia e che come già dichiarato, subito dopo l’intervista a Fiorito di un quotidiano nazionale avevo fatto formale richiesta alla Procura di Rieti per sapere se ci fossero indagini a mio carico e la risposta è stata negativa”.

E nel frattempo mafia capitale è il ritornello di questo momento,  un periodo di scandali dove intanto si preparano in sordina le campagne elettorali per le amministrative capitoline della prossima primavera.  Siamo proprio sicuri che si andrà al voto?

E mentre ricicciano le telefonate di auguri di vecchi falchi della politica che rispolverano l’agenda buona per ogni stagione, Silvio Berlusconi si trova tra due fuochi a dover soffiare sopra quel che rimane del suo centrodestra. Il mangiafuoco Matteo…Salvini cerca di colpire la pancia degli italiani e Angelino Alfano corre al riparo facendo scudo insieme a qualche altro vecchio scudiere che ha preso le distanze dai tempi del bunga bunga. Renzi ha la gatta da pelare dell’uomo del Colle che lascia il trono, forse perché realmente troppo stanco per continuare. C’è chi spiffera nei corridoi che Giuliano Amato possa essere l’erede. Ma staremo a vedere. Risus abundat in ore stultorum