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RIETI: COMITATI D’AFFARI ALLA PERIFERIA DI “MAFIA CAPITALE” – PARTE PRIMA "COMUNE E PROVINCIA DA COMMISSARIARE PER LA GESTIONE RIFIUTI"

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Tempo di lettura 3 minuti"La spartizione perfetta che per anni c’è stata tra Comuni di sinistra che affidavano il servizio ad AMA s.p.a. e Comuni di destra che lo affidavano ad ASM Rieti s.p.a"

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A cura del Movimento Civico Rieti Virtuosa

Rieti – Comincia oggi con il tema “rifiuti” il primo di una serie di appelli che il Movimento civico Rieti Virtuosa rivolgerà al Vice Prefetto di Rieti (in attesa che venga nominato il nuovo Prefetto), affinché cominci a valutare seriamente tutte quelle situazioni “poco chiare” che da ormai troppi anni si stanno delineando all’interno delle pubbliche amministrazioni locali e che, dovrebbe ormai essere chiaro, crescono e si alimentano all’ombra del sistema politico romano oggi definito da molti mass media “mafia-capitale”.

Partiamo dalla gestione dei rifiuti, settore da cui il “comitato d’affari” trasversale tra i partiti di centro destra e centro sinistra, a Roma come a Rieti, si è alimentato per anni con il classico schema “appalti-assunzioni-voti”; basta ricordare, per tutti, la spartizione perfetta che per anni c’è stata tra Comuni di sinistra che affidavano il servizio ad AMA s.p.a. e Comuni di destra che lo affidavano ad ASM Rieti s.p.a., quasi sempre senza gare d’appalto. Poi il patto di non belligeranza tra ASM e SAO (subentrata “da sinistra” ad AMA che nel frattempo era diventata un colabrodo) sancito nel 2003 con la nascita della Rieti Ambiente s.p.a. e che ha praticamente immobilizzato la pianificazione provinciale e le raccolte differenziate, continuando così a favorire il “sistema Cerroni” delle discariche nonostante le promesse ambiziose che oggi sentiamo ripetere identiche per la SAPRODIR.

Si è passati da Calabrese e Cicchetti a Felici e Petrangeli passando per Melilli ed Emili ma nulla o quasi è cambiato, se non per qualche piccolo Comune che ha deciso di fare da sé, raggiungendo la fatidica soglia del 65% di raccolta differenziata, nonostante un Piano provinciale dei rifiuti inadeguato (basti pensare che prevede ancora un’impiantistica fondata sull’incenerimento dei rifiuti e non rispondente alle progettazioni in corso) e un utilizzo dei fondi pubblici che dovevano essere destinati alla raccolta differenziata per finanziare invece una società privata (vedi Bandi provinciali DGR 406/2012), altro che “avanguardia” come vuol farci credere il Segretario regionale PD Melilli.

Non nascondiamo, invece, la delusione rivolta al neo Presidente della Provincia Rinaldi che speravamo segnasse una discontinuità con la gestione poco trasparente di Melilli e Felici ma, purtroppo, lo vediamo annunciare con orgoglio la conclusione di una gara d’appalto, del valore di 600 milioni di euro, per la selezione del socio privato della SAPRODIR, quando né sul sito istituzionale né sull’Albo Pretorio vi è traccia dell’aggiudicazione, nonostante la commissione (quella con Frescon) si sia riunita per l’ultima volta a febbraio.

La domanda da porsi, quindi, non è chi e perché ha nominato Frescon, ma perché in Provincia si è spinto per far andare avanti a tutti i costi il “sistema SAPRODIR” e quello delle Isole Ecologiche intercomunali, nonostante la stessa Provincia non abbia competenze nella gestione dei rifiuti che è prerogativa esclusiva dei Comuni.

Pertanto, la gara della SAPRODIR va annullata non solo perché ora potrebbero venire allo scoperto gli intrecci con la “mafia” romana, ma perché non andava proprio espletata. Non andava espletata anche perché già le due precedenti erano andate deserte ed era chiaro che l’interesse privato si sarebbe suscitato solo rendendo veramente appetitoso l’appalto (è sufficiente leggere i tre bandi per rendersi conto di quanto sono aumentati i proventi del privato a scapito delle tariffe che pagheranno i cittadini). Non andava espletata perché ormai molti dei 43 Comuni, probabilmente stanchi di aspettare una Società che doveva essere operativa nel 2011, hanno affidato autonomamente il servizio per almeno tre anni, in alcuni casi addirittura alla RIECO stessa (annunciata come vincitrice).

Nel frattempo la Presidente di ASM Bufacchi chiede di revocare l’affidamento alla RIECO s.p.a. perché un membro di commissione è implicato nell’inchiesta romana proprio per gare pubbliche “truccate” nell’ambito della gestione rifiuti. Stranamente, però, il membro del Direttivo PD Bufacchi non dice niente del fatto che quella gara, a cui ha voluto partecipare a tutti i costi nonostante ASM Rieti non avesse i requisiti, non andava fatta per tutte le motivazioni soprariportate. Ci chiediamo inoltre come mai non ci sia stata altrettanta attenzione alle regole nell'ambito dei rapporti tra Asm e Comune di Rieti, visto che l'azienda presieduta da Enza Bufacchi continua a svolgere servizi per decine di milioni di euro l’anno senza gara e con ripetute proroghe di un contratto con il Comune di Rieti già in partenza illegittimo (come sancito dal Tar del Lazio, vedi il link sottoriportato) e ormai scaduto da due anni. E poi ci chiediamo perche' la Tares continua a crescere ed il Comune ad avere sempre meno soldi per i servizi!

Di fronte a tali palesi illegittimità già dettagliate in una denuncia alla Procura di Cittadinanzattiva, ci chiediamo perché si debba sempre aspettare una mossa della magistratura per bloccare tutto questo.

Se non lo fanno i politici e i dirigenti allora è doveroso che intervenga la Prefettura commissariando Provincia e Comune di Rieti per la gestione rifiuti.