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Redazione
Rieti – Ieri mattina presso il Comune di Rieti si è svolto un incontro tra le rappresentanze istituzionali e sindacali del Comune di Rieti e di Terni finalizzato alla ricerca di una strategia unitaria in relazione alle problematiche relative alla chiusura dei Caring Service (187) di Telecom Italia.
Presenti l’Assessore alle Attività produttive e vicesindaco del Comune di Rieti, Emanuela Pariboni, l’Assessore alle attività produttive del Comune di Terni Sandro Piermatti – promotori del tavolo – l’Assessore alle attività produttive della Provincia di Terni Domenico Rosati, il consigliere regionale Daniele Mitolo e le rappresentanze sindacali regionali, provinciali generali e di categoria di CGIL, CISL, UIL, UGL e le RSU.
Come noto, sulla base di un accordo tra la Telecom e i sindacati nazionali di categoria siglato il 27 marzo 2013, è stato deciso che i presidi di caring services (in cui sono confluite le attività di customer operations) che abbiano un numero di dipendenti inferiore a 46 verranno chiusi progressivamente nell’anno 2014.
Rieti (25) e Terni (40 addetti) sono tra i presidi colpiti dall’accordo e pertanto rientrano nel piano di chiusura. Per i lavoratori ci sarebbero, come alternative, il trasferimento a Roma o il telelavoro. Prospettive che, ovviamente, i lavoratori sia ternani che reatini non accettano. E’ evidente, come più volte ricordato, che la chiusura del caring services rappresenta per i due capoluoghi, un ulteriore impoverimento in termini occupazionali, economici e sociali.
Le istituzioni locali, d’intesa con i sindacati, hanno manifestato la volontà di porre in essere una strategia unitaria finalizzata a trovare una soluzione unitaria che possa, che possa alleviare i disagi arrecati ai lavoratori coinvolti, nella consapevolezza della impossibilità di una riapertura dei termini dell’accordo, ciò in considerazione della manifestata volontà da parte dei lavoratori reatini, lavoratori reatini – come estremo rimedio – di preferire la sede di Terni a quella di Roma, sede tra l’altro che in quanto adibita a centrale telefonica, rimarrà comunque in affitto fino al 2022.
Dall’incontro è scaturita la disponibilità da parte delle istituzioni di richiedere congiuntamente, in un clima di assoluta collaborazione e sintonia di intenti, un incontro ai vertici di Telecom, al fine di verificare la possibilità di andare incontro alle esigenze poste dai lavoratori e dai territori.
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