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di Chiara Rai
Ciascuno vorrebbe lasciare ai posteri, come fece il grande imperatore romano Augusto, il proprio Res Gestae Divi Augusti. In questo modo avremmo impresso una immagine positiva e vittoriosa di noi e delle nostre gesta. Siamo però ridotti a luridi automi e abbiamo il verbo talmente corrotto e sporco che dovremmo vergognarci di proferire parola. Regaliamo alle nuove generazioni una maniera di esprimerci meticcia e malfatta perché l'Italiano lo abbiamo fisicamente asfaltato. Rimaniamo con un pugno di speranza che non tutti abbiano subito questa mutazione di massa, che ancora qualcuno sia in grado di riflettere autonomamente. Abbiamo disfatto e plasmato non solo una lingua perfetta, patrimonio umanistico universale ma siamo anche riusciti a graffiarlo con inglesismi frivoli, banali e volgarmente in voga. E se è vero che la guerra è "positiva" perché imprime un sigillo di nobiltà al popolo che l'affronta è altrettanto vero che questa società odierna produrrà diseguaglianze estreme: o troppo colti o troppo ignoranti, ma pur sempre convinti di essere i portatori del buon gusto e della verità "multimediale". Adesso meglio farsi un selfie e salutare con un tweet prima di ciancicare un "bella zì". Res Gestae… Divi smandrapponi. Do you Know "smandrappones"? Meglio affidarci alla moviola oppure definitivamente all'oblio. Se volessimo che qualcuno ricordi davvero le nostre gesta allora facciamo il piccolo grande sforzo di abbandonare l'essere spaventosamente volgare che si è imposses
sato del nostro lessico. Ricominciamo a parlare italiano.
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