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di Angelo Barraco
Riccione – Ieri 5 dicembre il Cocorirò ha riaperto le porte in seguito allo stop durato quattro mesi. Poco prima della mezzanotte c’era tanta affluenza di ragazzi in attesa di entrare. All’interno del locale sono stati potenziati i controlli e vige un regime di maggiore sicurezza, inoltre ai minori è vietato l’ingresso, qualora un soggetto esce dal locale non può più rientrarvi, i parcheggi sono stati transennati e sono state istallate circa 70 telecamere. Ma come mai era stato chiuso il Cocoricò? Ripercorriamo la vicenda. La notte del 19/07/2015 ha perso la vita in seguito all’assunzione di ecstasy. Il giovane, della provincia di Perugia, si trovava all’interno del locale con gli amici e intorno alle 4 si è sentito male. L’ambulanza lo ha immediatamente soccorso, è stato portato in ospedale ma non c’e stato nulla da fare per il giovane. Le polemiche che si sono succedute sono state tante, giorno 11/09/2015 il Tar dell’Emilia Romagna ha rigettato il ricorso presentato dal Cocorico' contro la decisione del Questore di Rimini. Lo rende noto il Codacons, che si era costituito in giudizio difendendo il provvedimento della Questura.
L'ordinanza del Tar. Nel rigettare il ricorso il Tar scrive nel testo dell'ordinanza: "Considerato che ai sensi dell'invocato art. 41 della Costituzione l'iniziativa economica privata e' libera ma non puo' svolgersi in contrasto con l'utilita' sociale, e quindi non deve provocare 'danni sproporzionati all'ambiente e alla salute' (Corte Cost. 116/06) e alla sicurezza pubblica; che tale principio si impone in sede di bilanciamento degli interessi in gioco, assegnando prevalenza a quest'ultimo; che l'esercizio del potere ex art. 100 TULPS e' connotato da amplissima discrezionalita', nella fattispecie immune da censure di manifesta irragionevolezza o errori di fatto, esercitato in base ad un principio e per un fine di 'precauzione', cioe' allo scopo di provocare disaggregazione di criminalita' gravitante nel luogo considerato (e non certo di sanzionare responsabilita', coinvolgimenti o inerzie del gestore); che la durata della sospensione e' stata parametrata a tale esigenza, e che quindi non appaiono violati i principi di proporzionalita' e adeguatezza al fine". "Ci auguriamo – commenta il Codacons – che, dopo questa decisione del Tar, il Cocorico' sappia prendere adeguati provvedimenti contro lo spaccio di sostanze stupefacenti e a tutela della salute dei giovani, per i quali la discoteca rappresenta un importante punto di riferimento".
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