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RIANO VERITA’ SHOK: INSABBIATI RIFIUTI E POI SILENZIO. I CITTADINI VOGLIONO SAPERE LA VERITA’, ADESSO

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Tempo di lettura 3 minuti Dopo 30 anni i residenti del posto non possono contare su delle certezze riguardo lo stato effettivo della cava.

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Chiara Rai

E’ davvero vergognoso e scioccante che si faccia silenzio sui rifiuti tossici sotterrati a Riano negli anni ‘80. Nessuna istituzione ne parla, nonostante, negli anni la salute della popolazione di Piana Perina è stata gravemente compromessa. C’è silenzio, quando invece chi è responsabile di garantire salute e livelli ambientali di vivibilità dovrebbero essere in prima linea per garantire una bonifica seria e attesa da oltre 30 anni. I cittadini vivono preoccupati, con il terrore che sotto i loro piedi i fusti tossici continuino a mietere vittime. E’ vergognoso che dopo varie interrogazioni parlamentari e una Commissione d’inchiesta i residenti del posto non possano contare su delle certezze riguardo lo stato effettivo della cava.


I fatti:
Alla fine degli anni ’70 e per gran parte degli anni ’80 la cava venne utilizzata come discarica illegale di rifiuti tossici. Furono interrati fusti di metallo contenenti scarti ospedalieri e farmaceutici provenienti dalla Liguria e dalla Lombardia. Le scorie furono anche riversate nel terreno. Tutto questo con la complicità dell’allora sindaco di  Riano, successivamente arrestato nel 1989. E insieme all’ex sindaco finirono a giudizio i proprietari dell’area per aver omesso la messa in sicurezza e la bonifica dei luoghi. Dopo alcune interrogazioni parlamentari e una Commissione d’inchiesta il sito venne posto sotto sequestro fino ad una parziale bonifica. Nel 2004, la zona fu nuovamente posta sotto sequestro dalla Forestale di Castelnuovo a seguito del riscontro, dopo la parziale bonifica,  di materiale tossico nocivo. Nel 2005 i rilevamenti effettuati dall’lstituto Nazionale di Geofisica stabilirono che nel sottosuolo erano presenti materiali ferromagnetici. E nello stesso anno furono chiusi i pozzi artesiani dell’area adiacente, dopo le indagini sulle acque  ordinate dalla Procura di Tivoli. Nel 2010 l’area viene dissequestrata,senza che sia stata operata una bonifica definitiva del sito.

Pubblichiamo di seguito la lettera inviata a L’osservatore laziale per porla all’attenzione delle istituzioni. Si capisce chiaramente lo stato d’animo dei cittadini nonché i fatti che si sono susseguiti in questi ultimi anni. Va letta con attenzione e soprattutto andrebbe data una risposta, perché il diritto alla salute è garantito dalla Costituzione. Le istituzioni si fermino un attimo a leggerla e ne traggano spunto per rinnovare una nuova interrogazione corredata da una urgente richiesta di bonifica. C’è di mezzo la salute dei cittadini.

Ecco la lettera:
 “Noi, cittadini di Riano, siamo molto stanchi e preoccupati, e mentre combattiamo l’ipotesi di installazione di una discarica che non si sa quanto potrà essere temporanea e quanto, i signori della “monnezza”, riusciranno ad allargarla, viviamo con l’angoscia e con il sospetto che i famosi fusti tossici sotterrati alla fine degli anni 80 sotto la cava di Piana Perina, in gran parte siano ancora lì, se non altro che ci sia ancora gran parte del loro contenuto. Siamo convinti che il terreno circostante e le falde d’acqua sottostanti siano ancora fortemente inquinati, perché a tutt’oggi, anche se i reati connessi alla vicenda sono andati in prescrizione e l’area è stata dissequestrata, non si trova da nessuna parte, almeno laddove un comune cittadino può cercare, un riferimento certo circa la totale bonifica dell’area. A suo tempo le falde d’acqua dalle quali si approvvigionava  una parte del paese, furono gravemente inquinate e molti paesani giurano che gli effetti nefasti di tale vicenda hanno pesato gravemente sulla salute della popolazione, tanto che si dice che fino a pochi anni fa diverse persone, che abitavano nell’area in questione, si siano ammalate di cancro e leucemia ed alcune sono morte. Ora Piana Perina  è disseminata da giganteschi capannoni industriali (voci di corridoio sostengono che ci finiranno le ecoballe, ma di questo non si hanno dati tangibili) e sembra che in prossimità di detto territorio ci sia, o in fase di ultimazione, addirittura una diramazione proveniente dal casello autostradale di Castelnuovo di Porto di recentissima realizzazione… Anche questi fatti sono assai misteriosi ed un comune cittadino non può far altro che pensare che forse si vorrebbe in qualche modo nascondere tutto il marcio che c’è sotto con una bella spalata di cemento. Chiediamo nuove verifiche da parte degli organi competenti, chiediamo sia effettuata una bonifica seria e che i risultati delle indagini sul suolo e sulle acque circostanti siano rese pubbliche, così come le operazioni di bonifica e soprattutto chiediamo che, essendo il nostro un territorio già gravemente compromesso dal punto di vista ambientale, a rischio Seveso, come si suol dire oggi, si applichi la legge e non si vada ad inquinare ambienti già inquinati e che invece ancora non sono stati bonificati del tutto. Riano Quadro Alto e la cava di Pian dell’Olmo, sono entrambi siti che distano non più di 1 km dalle cave di Piana Perina, forse meno…  e già questo fatto, oltre a tutti gli altri in discussione, li rendono totalmente  ed immediatamente inidonei ad ospitare qualsiasi tipo di discarica presente e futura. Bonificate..  non continuate ad inquinarci.”

ALLEGATA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA DEL 29 GENNAIO 1998
 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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